Ecobonus: Finco chiede di eliminare lo sconto in fattura
Che lo sconto in fattura al posto della detrazione fiscale prevista per gli interventi di efficienza energetica (Ecobonus) non piaccia alle piccole e medie i...
Che lo sconto in fattura al posto della detrazione fiscale prevista per gli interventi di efficienza energetica (Ecobonus) non piaccia alle piccole e medie imprese è ormai un fatto noto. Dopo l'esposto presentato dalla Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa (CNA), è arrivata la conferma da parte di Finco in audizione presso la X Commissione della Camera dei Deputati nell'ambito di un'indagine conoscitiva sulle prospettive di attivazione e di adeguamento della Strategia Energetica Nazionale al Piano Nazionale Energia e Clima per il 2030.
In audizione la Federazione Industrie Prodotti Impianti Servizi ed Opere Specialistiche per le Costruzioni e la Manutenzione (Finco) è stata fortemente critica nei confronti della nuova disposizione prevista all'art. 10, comma 1 del D.L. n. 34/2019 (c.d. Decreto Crescita), convertito con modificazioni dalla Legge 28 giugno 2019, n. 58, che modificando l'articolo 14 del Decreto-Legge 4 giugno 2013, n. 63 ha inserito dopo il comma 3 un nuovo comma che prevede la possibilità per il soggetto beneficiario della detrazione fiscale di optare, in luogo dell’utilizzo diretto delle stesse, per un contributo di pari ammontare, ad uno sconto sul corrispettivo dovuto anticipato dal fornitore che ha effettuato gli interventi e a quest’ultimo rimborsato sotto forma di credito d’imposta da utilizzare esclusivamente in compensazione, in cinque quote annuali di pari importo.
Possibilità che era stata criticata anche dal Presidente dell'Associazione Nazionale Costruttori Edili (ANCE) Gabriele Buia che in una intervista si era dimostrato molto critico alle nuove regole alternative alla cessione del credito d’imposta per ecobonus e sismabonus, affermando che "Il meccanismo previsto dal decreto rischia di creare le condizioni per un mercato oligopolistico, che favorisce le aziende iper-capienti relegando al ruolo di subappaltatori le piccole e medie imprese di costruzione".
In un documento lasciato in Audizione, Finco ha messo nero su bianco le sue perplessità rilevando che "Quando si parla di necessità di miglioramento dell’efficienza energetica, contenendo i costi di sistema, occorre valutare l’impatto complessivo della regolamentazione, non ultimo - come correttamente previsto nel programma dell’indagine conoscitiva voluta da questa Commissione - le ricadute sul patrimonio industriale di settore e sulla relativa occupazione ad esso connessa".
E in riferimento alle ricadute sul patrimonio industriale di settore e sulla relativa occupazione ad esso connessa, Finco ha evidenziato le criticità dello sconto in fattura come misura alternativa alle detrazioni per i contribuenti che hanno intenzione di effettuare gli interventi di efficientamento energetico. Si tratterebbe, infatti, di una norma che pur essendo stata predisposta con il pur lodevole intento di favorire il consumatore, non tiene in considerazione le ricadute sulle imprese della filiera "restie a praticare questa opzione (pena il dissesto finanziario). Dall’altro canto i consumatori, non trovando accoglimento della richiesta di sconto in fattura hanno congelato gli acquisti. Il calo degli ordinativi raccolti nella prima metà di settembre dà conferma di quanto sopra".
Finco ha ricordato anche che "gli interventi di efficienza energetica subiscono una ritenuta alla fonte dell’8%: una sorta di tassazione anticipata che già da tempo sta mettendo in difficoltà il settore. Lo “sconto in fattura” non fa che peggiorare questa situazione, anche dal punto di vista dell’Erario, applicandosi tale percentuale su un valore ridotto".
La stabilizzazione delle detrazioni fiscali
Altro tema toccato da Finco riguarda la stabilizzazione delle detrazioni fiscali per l’efficienza energetica, argomento che da anni viene richiesto a gran voce da tutti gli operatori del settore e che i Governo che si sono susseguiti hanno sempre promesso di affrontare. Secondo Finco "è opportuna, per raggiungere gli ambiziosi obiettivi energetici del 2030, almeno per quanto riguarda il risparmio energetico negli edifici, la stabilizzazione, come detto, dei meccanismi di detrazione fiscale che continuano ad essere soggetti a rinnovi annuali (con anche poco condivisibile variazione delle aliquote)".
"Nella stabilizzazione - prosegue Finco - potrebbe essere diversificato il periodo di ammortamento: 55% per 3 anni, 60% per 5 anni, 65% per 10 anni, garantendo comunque incentivi maggiori laddove la riqualificazione energetica riguardi il pieno edificio e/o sia associata a quella strutturale e sismica, indipendentemente dalla tempistica e dall’immobile, ferma restando una ragionevole premialità rispetto alle detrazioni per le ristrutturazioni edilizie semplici".
L'Ecoprestito
Altra proposta riguarda la possibilità di affiancare il meccanismo della detrazione fiscale al cosiddetto Ecoprestito, inteso quale forma di apporto finanziario a basso costo per consentire anche agli “incapienti” dal punto di vista fiscale di riqualificare energeticamente la propria abitazione. Iniziativa già sperimentata in altri Paesi dell'Unione Europea (come la Francia) e che potrebbe essere applicata anche nel nostro Paese.
"L’idea è semplice . specifica Finco - a fronte di un obbligo di certificazione effettuata da un progettista iscritto ad un Ordine con stima dei risparmi di spesa energetica annuale attesi e successiva dimostrazione che almeno due degli interventi ammissibili sono stati realmente realizzati, la banca concede un prestito chirografario finalizzato di un importo compreso tra i 20 ed i 35 mila euro, da restituire, con interessi calmierati, entro 10 anni. Il finanziamento potrebbe essere erogato dalle banche convenzionate ed assistito da apposita garanzia di Cassa Depositi e Prestiti (dal 30 al 50% dell'importo finanziato) e “supportato” dalla canalizzazione di redditi e bollette energetiche dei richiedenti sul conto di domiciliazione delle rate del debito contratto al fine di mitigare il rischio per la banca (come nel project financing)".
Gli interventi ammissibili potrebbero essere: incremento efficienza energetica di coperture; pavimentazioni; muri perimetrali; finestre e infissi anche con installazione di schermature e/o pellicole solari; chiusure esterne; installazione di sistemi per riscaldamento e produzione di energia elettrica e acqua calda sanitaria da fonti rinnovabili; allacciamento alla rete di Teleriscaldamento efficiente; installazione di recuperatori di calore da impianti di climatizzazione; efficientamento energetico attraverso la bonifica ambientale.
In allegato il documento completo lasciato in Commissione da Finco.
A cura di Redazione LavoriPubblici.it
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