Emergenza Covid-19: le poche risorse per i professionisti cominciano a preoccupare
La lettera inviata alle Casse di previdenza che richiede un'azione coordinata e celere a favore dei liberi professionisti danneggiati dall'emergenza Covid-19
Conti alla mano, le attuali risorse messe in campo dal Decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18 (c.d. #CuraItalia), per i lavoratori autonomi e professionisti iscritti agli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria danneggiati dalla situazione epidemiologica da Covid-19, saranno in grado di coprire il 60% degli aventi diritti all'indennità (bonus 600 euro) prevista dal Decreto Interministeriale del 28 marzo 2020.
Conti che, evidentemente, sono stati fatti anche dalla Rete delle Professioni Tecniche (RPT), dal Comitato Unitario delle Professioni (CUP), dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili ed dal Consiglio Nazionale Forense che, sulla base della ormai sempre più plausibile proroga delle misure restrittive, hanno inviato una nota al Presidente ADEPP e ai Presidenti di tutte le casse di previdenza private, invitando ad elaborare e presentare proposte per fronteggiare la situazione legata all’epidemia da Covid-19.
La lettera inviata parte dal presupposto che, pur apprezzando le misure sin'ora attivate, la limitata e residuale attenzione che le politiche di intervento messe in atto dedicano alla categoria dei professionisti ordinistici impone serie riflessioni su quello che dovrà rappresentare il ruolo dei Consigli Nazionali e delle Casse di previdenza "ciascuno nel rispetto del proprio ruolo e specificità".
"Alcune nostre richieste - scrivono nella nota inviata alle Casse - sono state accolte dal Governo pur con molte difficoltà e complessità legate alle norme di attuazione delle singole misure previste dal citato Decreto. I nostri Consigli Nazionali continuano ad operare in stretto coordinamento, in quanto siamo coscienti che le misure adottate finora siano del tutto insufficienti a sostenere, in un quadro economico così critico, i professionisti ordinistici. Siamo altrettanto convinti che un intervento coordinato e unitario fra i diversi attori dei sistemi ordinistici sia essenziale per dare voce a chi, ancora oggi, viene scarsamente ascoltato ma rappresenta una parte importante del mercato del lavoro".
Le misure anticrisi per la libera professione
Con la consapevolezza che il futuro della libera professione verrà deciso oggi con le misure scelte per la loro sopravvivenza "E’ determinante che ogni struttura, che a vario titolo e con competenze diverse opera al servizio dei liberi professionisti, definisca un percorso per il futuro e una strategia di sostegno per chi opera nella libera professione. Ma è ancora più importante che queste proposte possano rientrare in un perimetro comune nel quale i Consigli Nazionali e le Casse di previdenza, ciascuno nel rispetto del proprio ruolo e specificità, si possano muovere in piena assonanza".
In riferimento all'ultimo provvedimento normativo varato dal Governo, il decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23 recante “Misure urgenti in materia di accesso al credito e di adempimenti fiscali per le imprese, di poteri speciali nei settori strategici, nonché interventi in materia di salute e lavoro, di proroga di termini amministrativi e processuali”, i firmatari della nota rilevano come questo privilegi strumenti che dovrebbero generare liquidità finanziaria per le imprese, considerando in subordine i professionisti.
Azione di rappresentanza
Per questo, la nota chiede alle Casse un incontro al fine di mettere a fattor comune idee e proposte da presentare al Governo in modo unitario e celere.
In allegato il testo completo della Nota.
A cura di Redazione LavoriPubblici.it
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