Energie rinnovabili, APER: bene il decreto di recepimento della Direttiva 28 2009 CE
APER, pur riservandosi una più accurata analisi del documento, apprezza nel complesso l'impostazione dei principi alla base dello schema di decreto legislati...
APER, pur riservandosi una più accurata analisi del documento,
apprezza nel complesso l'impostazione dei principi alla base dello
schema di decreto legislativo di recepimento della direttiva
rinnovabili 28/2009/CE licenziato oggi (ieri p.c.l.) dal Consiglio
dei Ministri.
Il provvedimento sembra finalmente dare un respiro di medio e lungo termine traguardato al 2020 al settore, in coerenza con gli obiettivi del Piano di Azione Nazionale approvati nel giugno scorso. Esso è stato infatti opportunamente emesso entro la scadenza posta dalla UE del 5 dicembre 2010, in tempo utile per evitare il decadimento dell'esercizio della delega.
La modifica principale riguardante il superamento graduale del regime di sostegno dei certificati verdi per i nuovi impianti a partire dal 2013 e l'introduzione di un incentivo sulla produzione definito in via amministrata va nella giusta direzione di introdurre maggiori elementi di stabilità, certezza e di efficienza nel settore, nonché di ridurre i possibili elementi di speculazione.
Positiva anche la nuova disciplina dei procedimenti autorizzativi basata su un procedimento unico semplificato specifico per gli impianti a fonti rinnovabili.
Certamente nel corso del successivi passaggi parlamentari occorrerà - a parere di APER - apportare idonei provvedimenti correttivi ad alcune parti del decreto in modo da rendere realmente efficace il provvedimento. In particolare occorrerà intervenire per implementare con maggior celerità di quanto previsto dal testo odierno (12 mesi) i decreti attuativi che dovranno definire in termini quantitativi e di operatività i nuovi meccanismi di sostegno. Dodici mesi appaiono troppi e rischiano di prolungare il periodo di sostanziale stasi dei nuovi sviluppi dei progetti imprenditoriali.
APER inoltre ritiene che per gli impianti esistenti occorra salvaguardare con maggior chiarezza i diritti acquisiti e il congruo ritorno degli investimenti in essere.
Infine occorre evitare di introdurre elementi di forte e ravvicinato shock normativo per le iniziative rinnovabili già in fase di sviluppo, come nel caso degli impianti fotovoltaici a terra in area agricola, già efficacemente regolamentate non più di 4 mesi fa per il periodo 2011-2013 dal Decreto 6 agosto 2010.
A cura di Ufficio Comunicazione APER
Il provvedimento sembra finalmente dare un respiro di medio e lungo termine traguardato al 2020 al settore, in coerenza con gli obiettivi del Piano di Azione Nazionale approvati nel giugno scorso. Esso è stato infatti opportunamente emesso entro la scadenza posta dalla UE del 5 dicembre 2010, in tempo utile per evitare il decadimento dell'esercizio della delega.
La modifica principale riguardante il superamento graduale del regime di sostegno dei certificati verdi per i nuovi impianti a partire dal 2013 e l'introduzione di un incentivo sulla produzione definito in via amministrata va nella giusta direzione di introdurre maggiori elementi di stabilità, certezza e di efficienza nel settore, nonché di ridurre i possibili elementi di speculazione.
Positiva anche la nuova disciplina dei procedimenti autorizzativi basata su un procedimento unico semplificato specifico per gli impianti a fonti rinnovabili.
Certamente nel corso del successivi passaggi parlamentari occorrerà - a parere di APER - apportare idonei provvedimenti correttivi ad alcune parti del decreto in modo da rendere realmente efficace il provvedimento. In particolare occorrerà intervenire per implementare con maggior celerità di quanto previsto dal testo odierno (12 mesi) i decreti attuativi che dovranno definire in termini quantitativi e di operatività i nuovi meccanismi di sostegno. Dodici mesi appaiono troppi e rischiano di prolungare il periodo di sostanziale stasi dei nuovi sviluppi dei progetti imprenditoriali.
APER inoltre ritiene che per gli impianti esistenti occorra salvaguardare con maggior chiarezza i diritti acquisiti e il congruo ritorno degli investimenti in essere.
Infine occorre evitare di introdurre elementi di forte e ravvicinato shock normativo per le iniziative rinnovabili già in fase di sviluppo, come nel caso degli impianti fotovoltaici a terra in area agricola, già efficacemente regolamentate non più di 4 mesi fa per il periodo 2011-2013 dal Decreto 6 agosto 2010.
A cura di Ufficio Comunicazione APER
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