Friuli Venezia Giulia: Brandolin-Iacop, snellire le procedure dell'edilizia snellire le procedure dell'edilizia
I consiglieri regionali Giorgio Brandolin e Franco Iacop (PD) intervengono in merito alle disposizioni regionali in materia antisismica, che a loro giudizio ...
I consiglieri regionali Giorgio Brandolin e Franco Iacop (PD)
intervengono in merito alle disposizioni regionali in materia
antisismica, che a loro giudizio ostacolano gravemente le attività
edilizie causa una burocrazia fuori dal tempo e dalla realtà, e
registrano il flop del Piano casa.
Dopo gli operatori del settore - scrivono i due consiglieri -, tutti si stanno accorgendo delle ulteriori difficoltà in cui va incontro l'edilizia con la legge regionale 16/2009 (costruzione in zona sismica e tutela fisica del territorio).
Il gruppo consiliare del PD aveva già criticato i contenuti della norma e ora, in avanzata fase applicativa, il settore dell'edilizia e l'economia scontano amaramente le dolorose conseguenze generate da una severità procedurale assurda e barocca. Il disappunto è ancor di più accentuato in quanto, trovandoci in una zona d'Italia dove il rispetto della legalità e delle norme è un fatto scontato, si è costretti ad affrontare difficoltà burocratiche senza precedenti, e forse anche senza grandi significati per ciò che le nuove norme vogliono tutelare in un territorio come il Friuli dove la cultura antisismica è un dato acquisito e consolidato.
Le rimostranze di Brandolin e Iacop vanno all'attivazione di procedure complesse da superare per ogni tipo di costruzione, dal grande capannone al deposito attrezzi. E verrebbero chiedere agli amministratori regionali di maggioranza paladini di sostegni all'edilizia, di snellimento e di semplificazione delle procedure, se si rendono conto della portata disastrosa che le incombenze previste comportano a questo settore, già di per se in grave difficoltà a causa della crisi e della indisponibilità di risorse economiche e finanziarie dei cittadini.
Quanto al Piano casa, si domandano chi riesca ad attivarlo e con che soldi. Tra i benefici promessi dalla Giunta doveva esserci il sofferente settore delle costruzioni, in particolare le piccole imprese e gli artigiani specializzati. Invece, a un anno dall'applicazione del codice regionale dell'edilizia (legge 19/2009) - sostengono Brandolin e Iacop - ben poche sono le domande di ristrutturazione e ampliamento in base al Piano casa.
Basti pensare che le pratiche presentate nella città di Udine sono solamente una sessantina. Un volano pesante, quindi, che non ha alimentato quell'onda di piccoli investimenti da più parti auspicata.
Oppure dov'è finita la tanto vantata semplificazione delle procedure sugli appalti delle opere pubbliche? Oggi, mentre stanno partendo i lavori delle grandi infrastrutture stradali (collegamento Villesse-Gorizia e terza corsia A4), appannaggio delle grandi ditte di costruzioni - incalzano ancora i due consiglieri - le piccole e medie imprese edili sono praticamente ferme e i professionisti del settore devono tormentarsi nel produrre una serie infinita di atti, anche per la costruzione della legnaia. Si rallenta così l'inizio dei lavori, si bloccano i cantieri impedendo ogni tipo di ripresa, in attesa di verifiche e calcoli doppi e tripli, che certifichino la bontà e la competenza di progettisti, calcolatori e collaudatori. Ma non ci sono già fior di professionisti che lavorano, calcolano, progettano e si assumono con la loro firma ogni tipo di responsabilità?
Tutto ciò ha messo in moto un guazzabuglio procedurale che non sarebbe accettabile per le strutture di particolare importanza, figuriamoci per il garage o l'ampliamento di un locale di servizio. Evidentemente - affermano - chi ha approvato la legge 16/2009 non si rende conto del danno prodotto al sistema economico, in primis alle PMI e infine al cittadino committente. Nonostante le denunce inascoltate della minoranza consiliare che sollecita da tempo una revisione della normativa, la pesante situazione burocratica sta sempre più congestionando gli uffici tecnici regionali e comunali, sommersi dalle pratiche, paralizzando l'attività dell'edilizia e creando grossi problemi all'economia, penalizzando fortemente chi sta investendo con l'edilizia residenziale e le infrastrutture.
Chi ha creato il guaio (presidente Tondo e Giunta) - concludono Brandolin e Iacop - non deve limitarsi ai proclami, ma riparare i danni provocati dall'approvazione di disposizioni assurde in Consiglio regionale, dal valzer degli assessori e dalla confusa nonché inefficace riorganizzazione degli apparati regionali, aggiunstando la norma con l'obiettivo mirato a una reale semplificazione dell'attività edile che consenta di risollevare un settore fondamentale per l'economia regionale.
Dopo gli operatori del settore - scrivono i due consiglieri -, tutti si stanno accorgendo delle ulteriori difficoltà in cui va incontro l'edilizia con la legge regionale 16/2009 (costruzione in zona sismica e tutela fisica del territorio).
Il gruppo consiliare del PD aveva già criticato i contenuti della norma e ora, in avanzata fase applicativa, il settore dell'edilizia e l'economia scontano amaramente le dolorose conseguenze generate da una severità procedurale assurda e barocca. Il disappunto è ancor di più accentuato in quanto, trovandoci in una zona d'Italia dove il rispetto della legalità e delle norme è un fatto scontato, si è costretti ad affrontare difficoltà burocratiche senza precedenti, e forse anche senza grandi significati per ciò che le nuove norme vogliono tutelare in un territorio come il Friuli dove la cultura antisismica è un dato acquisito e consolidato.
Le rimostranze di Brandolin e Iacop vanno all'attivazione di procedure complesse da superare per ogni tipo di costruzione, dal grande capannone al deposito attrezzi. E verrebbero chiedere agli amministratori regionali di maggioranza paladini di sostegni all'edilizia, di snellimento e di semplificazione delle procedure, se si rendono conto della portata disastrosa che le incombenze previste comportano a questo settore, già di per se in grave difficoltà a causa della crisi e della indisponibilità di risorse economiche e finanziarie dei cittadini.
Quanto al Piano casa, si domandano chi riesca ad attivarlo e con che soldi. Tra i benefici promessi dalla Giunta doveva esserci il sofferente settore delle costruzioni, in particolare le piccole imprese e gli artigiani specializzati. Invece, a un anno dall'applicazione del codice regionale dell'edilizia (legge 19/2009) - sostengono Brandolin e Iacop - ben poche sono le domande di ristrutturazione e ampliamento in base al Piano casa.
Basti pensare che le pratiche presentate nella città di Udine sono solamente una sessantina. Un volano pesante, quindi, che non ha alimentato quell'onda di piccoli investimenti da più parti auspicata.
Oppure dov'è finita la tanto vantata semplificazione delle procedure sugli appalti delle opere pubbliche? Oggi, mentre stanno partendo i lavori delle grandi infrastrutture stradali (collegamento Villesse-Gorizia e terza corsia A4), appannaggio delle grandi ditte di costruzioni - incalzano ancora i due consiglieri - le piccole e medie imprese edili sono praticamente ferme e i professionisti del settore devono tormentarsi nel produrre una serie infinita di atti, anche per la costruzione della legnaia. Si rallenta così l'inizio dei lavori, si bloccano i cantieri impedendo ogni tipo di ripresa, in attesa di verifiche e calcoli doppi e tripli, che certifichino la bontà e la competenza di progettisti, calcolatori e collaudatori. Ma non ci sono già fior di professionisti che lavorano, calcolano, progettano e si assumono con la loro firma ogni tipo di responsabilità?
Tutto ciò ha messo in moto un guazzabuglio procedurale che non sarebbe accettabile per le strutture di particolare importanza, figuriamoci per il garage o l'ampliamento di un locale di servizio. Evidentemente - affermano - chi ha approvato la legge 16/2009 non si rende conto del danno prodotto al sistema economico, in primis alle PMI e infine al cittadino committente. Nonostante le denunce inascoltate della minoranza consiliare che sollecita da tempo una revisione della normativa, la pesante situazione burocratica sta sempre più congestionando gli uffici tecnici regionali e comunali, sommersi dalle pratiche, paralizzando l'attività dell'edilizia e creando grossi problemi all'economia, penalizzando fortemente chi sta investendo con l'edilizia residenziale e le infrastrutture.
Chi ha creato il guaio (presidente Tondo e Giunta) - concludono Brandolin e Iacop - non deve limitarsi ai proclami, ma riparare i danni provocati dall'approvazione di disposizioni assurde in Consiglio regionale, dal valzer degli assessori e dalla confusa nonché inefficace riorganizzazione degli apparati regionali, aggiunstando la norma con l'obiettivo mirato a una reale semplificazione dell'attività edile che consenta di risollevare un settore fondamentale per l'economia regionale.
a cura di www.regione.fvg.it
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