Gli Architetti aderiscono alla giornata di protesta (D-Day) lanciata dall'Ance

"Il lavoro deve essere pagato in tempi ragionevoli e certi. Non sono più tollerabili i ritardi, anzi i mancati pagamenti della Pubblica Amministrazione ai pr...

11/05/2012
"Il lavoro deve essere pagato in tempi ragionevoli e certi. Non sono più tollerabili i ritardi, anzi i mancati pagamenti della Pubblica Amministrazione ai professionisti e alle imprese che si trovano a fronteggiare, sia pure da angolature diverse, le conseguenze della crisi economica. Per questo motivo il Consiglio Nazionale degli Architetti - anche nella qualità di componente degli Stati Generali delle Costruzioni - aderisce al D Day indetto dall'Ance per il prossimo 15 maggio".

Con queste parole, il presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti P.P.C. Leopoldo Freyrie ha annunciato la partecipazione degli architetti italiani alla giornata di protesta del prossimo 15 maggio, organizzata dall'ANCE (leggi news) contro i ritardi nei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni, che come sostenuto dal suo presidente Paolo Buzzetti rappresenta l'avvertimento finale allo Stato per il pagamento dei suoi debiti con le imprese alla quale seguiranno i decreti ingiuntivi.

Il Presidente degli architetti italiani ha parlato della piaga dei ritardi che sommata alla difficoltà di accesso al credito è stata la causa della chiusura di molti studi professionali. "La questione dei ritardi dei pagamenti da parte della P.A., arrivati ormai a una media di 180 giorni è grave soprattutto perché si somma a quella relativa all'estrema difficoltà, se non impossibilità, di accesso al credito ed inasprisce il pesante tributo che i 150 mila architetti stanno pagando all'attuale situazione economica: si trovano ad operare in un mercato della progettazione enormemente contratto, sceso negli ultimi anni del 30% - poiché riflette le gravi difficoltà in cui versa l'edilizia - e che sta provocando, insieme all'aumento delle tasse, la conseguente riduzione dei fatturati e, in molti casi, la chiusura degli Studi professionali di medie e piccole dimensioni".

In riferimento a questo annoso problema, il Presidente Freyrie ha rilevato come questo sia rifletta in particolare verso i giovani costretti spesso ad abbandonare la professione per cui hanno speso anni di studio all'Università. "Ad essere particolarmente colpiti sono soprattutto i giovani architetti, che rappresentano il 40% dei nostri iscritti, molti dei quali ogni giorno sono costretti ad abbandonare la loro professione per esercitare la quale hanno compiuto un percorso universitario di 5 anni. Ciò è un danno irreparabile, innanzitutto alla loro dignità di professionisti, ma procura anche una grave perdita al nostro Paese, privato di talenti ai quali dovrebbe, invece, essere affidata la difesa e la valorizzazione di quello che sarà il futuro paesaggio italiano".

Infine, il Presidente Freyrie ha parlato della delega fiscale e della norma che costringerebbe i professionisti a compilare i bilanci per competenza e non per cassa e delle conseguenti problematiche che ne deriverebbero. "Ci preoccupa anche la norma contenuta nella "delega fiscale", secondo la quale i professionisti singoli o associati dovrebbero compilare bilanci per competenza e non per cassa. La proposta del Governo, non ancora chiarita, permetterebbe - come avviene per le società - di scaricare fiscalmente tutte le spese, ma costringerebbe i professionisti a pagare l'Iva all'emissione della fattura, ancorché quest'ultima non ancora pagata dal cliente: situazione che sarebbe insostenibile considerati i tempi medi di pagamento dei privati e della PA".

A cura di Gabriele Bivona
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