INTERVISTA AL PRESIDENTE DEL CNAPPC RAFFAELE SIRICA
Si è concluso sabato 17 giugno presso la sede dell'Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori di Palermo il Convegno "Etica e Legalit...
Si è concluso sabato 17 giugno presso la sede dell'Ordine degli
architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori di Palermo il
Convegno "Etica e Legalità nella professione di Architetto".
Gli interventi sono stati centrati sulla pratica professionale alla luce dei numerosi e rapidi cambiamenti che investono la professine. Cambiamenti che spesso inducono amministrazioni e professionisti a eludere l'etica professionale, soprattutto in concomitanza delle grandi trasformazioni provenienti dal processo di unificazione europea.
Il rapporto tra architettura e incarico pubblico, il rapporto con le amministrazioni, tra le professioni stesse, tra impresa e committenza sono stati i temi al centro del dibattito sull'etica nella professione.
Sicuramente, un grande impatto in Italia proverrà dall’entrata in vigore del nuovo Codice sugli appalti.
Al Presidente del Consiglio Nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, Prof. Arch. Raffaele Sirica, abbiamo chiesto di commentare per gli utenti di LavoriPubbilici.it i recenti sviluppi del Nuovo Codice sugli appalti.
Presidente Sirica, il Ministro alle Infrastrutture Antonio Di Pietro boccia il Codice sugli appalti facendolo slittare di sei mesi per rimandarlo al primo luglio 2007, poi, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano lo sblocca riconfermandone l’uscita per il primo di luglio. Verrà varato il primo luglio?
"Non si può ancora dire.
Penso che le forze di governo che esaminano il Codice stanno cercando un modo giuridico per ottenerne un suo slittamento.
Alcune posizioni delle forze politiche di questo governo, come è già noto, non corrispondono alla visione del governo precedente. Per ciò che ci riguarda, il Codice, presenta ancora molti punti cruciali che rientrano appieno con la nostra professione e nel tema di questo convegno.
L'introduzione dell’appalto integrato nel nuovo Codice, ad esempio, vede il professionista subordinato all’impresa vincitrice dove più che il progetto a vincere è il ribasso d'asta.
Questo porrà problemi deontologici alla professione perché, se è vero che così facendo si favorirà una rapida conclusione delle procedure d'appalto è anche vero che tutto ciò andrà a discapito della qualità architettonica.
Così facendo si corre il rischio di privilegiare più gli interessi economico privatistici che quelli qualitativo collettivi.
Il nostro orientamento è quello dei Concorsi di Progettazione.
In questo modo - prosegue Sirica - siamo sicuri di potere offrire una più larga partecipazione democratica negli eventi di architettura che caratterizzano il nostro Paese. Proprio per questo, come Ordine Nazionale, speriamo in uno slittamento, in una pausa che consenta di meglio definire questi aspetti.
Non è possibile - presegue Sirica - che i progetti siano elaborati da una impresa di costruzioni, senza concorrenza "intellettuale", senza l'appalto-concorso, facendo saltare - spiega Sirica - tutte le scelte strategiche che legano l'urbanistica con l’architettura, il paesaggio, il restauro, la conservazione.
Un Comune d'Italia perde un progetto di Renzo Piano solo perché la ditta vincitrice presenta più titoli "economici".
Un altro problema è quello della soglia comunitaria. Soglia al di sotto della quale l'incarico è affidato col criterio della "fiducia". Nel caso nostro, dove la soglia è stata abbassata ulteriormente, rimane sempre un discorso di qualità. Può succedere infatti che piccoli interventi ma importanti come quelli di restauro e di conservazione siano affidati a mani inesperte dal sindaco al suo uomo di fiducia.
Anche in questo caso - conclude il presidente Sirica - si renderebbe necessario istitutuire il Concorso di progettazione come forma di garanzia di trasparenza e partecipazione democratica nell’architettura.".
Gli interventi sono stati centrati sulla pratica professionale alla luce dei numerosi e rapidi cambiamenti che investono la professine. Cambiamenti che spesso inducono amministrazioni e professionisti a eludere l'etica professionale, soprattutto in concomitanza delle grandi trasformazioni provenienti dal processo di unificazione europea.
Il rapporto tra architettura e incarico pubblico, il rapporto con le amministrazioni, tra le professioni stesse, tra impresa e committenza sono stati i temi al centro del dibattito sull'etica nella professione.
Sicuramente, un grande impatto in Italia proverrà dall’entrata in vigore del nuovo Codice sugli appalti.
Al Presidente del Consiglio Nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori, Prof. Arch. Raffaele Sirica, abbiamo chiesto di commentare per gli utenti di LavoriPubbilici.it i recenti sviluppi del Nuovo Codice sugli appalti.
Presidente Sirica, il Ministro alle Infrastrutture Antonio Di Pietro boccia il Codice sugli appalti facendolo slittare di sei mesi per rimandarlo al primo luglio 2007, poi, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano lo sblocca riconfermandone l’uscita per il primo di luglio. Verrà varato il primo luglio?
"Non si può ancora dire.
Penso che le forze di governo che esaminano il Codice stanno cercando un modo giuridico per ottenerne un suo slittamento.
Alcune posizioni delle forze politiche di questo governo, come è già noto, non corrispondono alla visione del governo precedente. Per ciò che ci riguarda, il Codice, presenta ancora molti punti cruciali che rientrano appieno con la nostra professione e nel tema di questo convegno.
L'introduzione dell’appalto integrato nel nuovo Codice, ad esempio, vede il professionista subordinato all’impresa vincitrice dove più che il progetto a vincere è il ribasso d'asta.
Questo porrà problemi deontologici alla professione perché, se è vero che così facendo si favorirà una rapida conclusione delle procedure d'appalto è anche vero che tutto ciò andrà a discapito della qualità architettonica.
Così facendo si corre il rischio di privilegiare più gli interessi economico privatistici che quelli qualitativo collettivi.
Il nostro orientamento è quello dei Concorsi di Progettazione.
In questo modo - prosegue Sirica - siamo sicuri di potere offrire una più larga partecipazione democratica negli eventi di architettura che caratterizzano il nostro Paese. Proprio per questo, come Ordine Nazionale, speriamo in uno slittamento, in una pausa che consenta di meglio definire questi aspetti.
Non è possibile - presegue Sirica - che i progetti siano elaborati da una impresa di costruzioni, senza concorrenza "intellettuale", senza l'appalto-concorso, facendo saltare - spiega Sirica - tutte le scelte strategiche che legano l'urbanistica con l’architettura, il paesaggio, il restauro, la conservazione.
Un Comune d'Italia perde un progetto di Renzo Piano solo perché la ditta vincitrice presenta più titoli "economici".
Un altro problema è quello della soglia comunitaria. Soglia al di sotto della quale l'incarico è affidato col criterio della "fiducia". Nel caso nostro, dove la soglia è stata abbassata ulteriormente, rimane sempre un discorso di qualità. Può succedere infatti che piccoli interventi ma importanti come quelli di restauro e di conservazione siano affidati a mani inesperte dal sindaco al suo uomo di fiducia.
Anche in questo caso - conclude il presidente Sirica - si renderebbe necessario istitutuire il Concorso di progettazione come forma di garanzia di trasparenza e partecipazione democratica nell’architettura.".
a cura di Salvo Sbacchis
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Codice 12/04 .pdfLink Correlati
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