Il popolo delle Partite IVA tra promesse e avances preferiscono i fatti
Pochi giorni fa le pagine del quotidiano "La Repubblica" hanno ospitato un interessante articolo dal titolo "Il popolo delle partite Iva tra le avances della...
Pochi giorni fa le pagine del quotidiano "La Repubblica"
hanno ospitato un interessante articolo dal titolo "Il popolo
delle partite Iva tra le avances della Cgil e del Pd" in cui,
dopo una breve premessa sulle richieste dei lavoratori autonomi e
alcune statistiche, hanno riportato alcune dichiarazioni del leader
Cgil Susanna Camusso e del responsabile economico del PD
Filippo Taddei.
Taddei, ragionando con la Camusso, aveva promesso che il PD si sarebbe mosso per attuare quelle riforme che negli anni erano venute a mancare per il popolo delle partite IVA. Si è entrato addirittura nello specifico, parlando di: "sostegno fiscale attraverso il regime dei minimi a favore dei redditi più bassi; limite di tempo per il pagamento delle fatture ai professionisti (la difficoltà di incassare i crediti è altissima); sospensione -e non interruzione - del contratto di fornitura in caso di malattia e maternità" e promettendo che queste misure sarebbero state inserite nelle deleghe sul Jobs Act. "Contiamo di farlo - ha affermato Taddei - il prima possibile".
I lavoratori autonomi negli ultimi anni hanno, però, imparato una lezione molto importante: mai fidarsi di chi promette e guardare solo i fatti.
In merito alle dichiarazioni della Camusso e di Taddei, ricevo e pubblico una dichiarazione di Andrea Auletta, segretario del Comitato delle Professioni Tecniche che oggi, insieme alla Coalizione 27 Febbraio (#27F) parteciperà alla manifestazione davanti la sede dell'INPS (leggi articolo) per continuare il percorso costruttivo di protesta/proposta intrapreso contro l'iniquità fiscale e previdenziale.
"Fa piacere leggere che la Camusso (CGIL) e Taddei (PD) si siano finalmente accorti dei disagi vissuti dai liberi professionisti, anche se con forte ritardo.
Viene da dire che se si fossero mossi a tempo dovuto il loro prezioso contributo avrebbe evitato che, ad esempio, i minimi tariffari venissero aboliti con la legge Bersani (PD) o che fosse permesso alle casse di previdenza di aumentare indiscriminatamente i minimi annuali obbligatori. Sicuramente la premura mostrata poteva essere esternata anche prima che il Governo Monti imponesse assicurazione, pos e formazione continua obbligatoria per le libere professioni.
L'interesse che la CGIL mostra nei nostri confronti appare abbastanza clamoroso data la sua storia caratterizzata da battaglie volte soprattutto alla tutela dei diritti dei lavoratori dipendenti.
C'è da aggiungere inoltre, che in merito alle vicende della nascente "coalizione sociale" iniziata da Landini (FIOM), un organismo che si propone di battersi, fra le altre cose, pure per i diritti delle partite IVA, pare che anche il sindacato della Camusso, leggendo l'articolo sulla Repubblica, sostenga simili tesi. Ma, prescindendo da questo episodio (quello della coalizione sociale di Landini) il cui destino non possiamo prevedere (sarà la storia a stabilirlo), in generale i sindacati, chi più e chi meno, hanno sempre sottovalutato i disagi dei liberi lavoratori e dei liberi professionisti, ben venga che vi sia un'inversione di tendenza.
Da parte sua, c'è da dire che il ritardo con il quale il "responsabile economico del PD" annuncia di voler mettere in campo riforme necessarie quali: il sostegno fiscale a favore dei redditi più bassi, un limite stabilito per il pagamento delle fatture ai professionisti e la sospensione (anziché l'interruzione) del contratto di fornitura in caso di malattia e maternità, tende a minare la credibilità di quanto dichiarato.
Se poi si considera che queste misure, a favore della nostra categoria, non "saranno inserite nelle deleghe sul Jobs Act" e non è indicato, quindi, un tempo certo per cominciare a trattarle in concreto, la mancanza di fiducia appare un sentimento davvero appropriato.
Purtroppo o per fortuna, la tempistica è importante perché immerge pienamente nella dimensione della tangibilità eventuali provvedimenti.
Al momento leggiamo e sentiamo solo parole e certamente nutriamo poca attrazione per i "contiamo di farlo il prima possibile".
Tuttavia appare positiva l'attenzione, di politici e sindacati, al popolo silenzioso e sofferente delle partite iva. Silenzioso fino a poco fa. Infatti, da quando numerose associazioni si sono riunite nella "Coalizione 27 Febbraio", la voce dei liberi lavoratori sta viaggiando e, a leggere alcuni articoli, anche con una certa speditezza.
Adesso, però, servono solo ed esclusivamente fatti. Di certo non staremo fermi a guardare e ad attendere che i "contiamo di farlo il prima possibile" si trasformino in data certa ma, proseguiremo sulla strada senza illusioni e senza scetticismi.
Ci piacerebbe, in ogni caso, che per il futuro prossimo, qualsiasi decisione presa dal Governo o dai Sindacati, abbia come origine la consultazione preventiva delle categorie interessate (che non si limiti al ristretto ambito degli organi ordinistici) in virtù del principio che: solo l'ammalato conosce bene dove risiede il proprio dolore".
Ringrazio Andrea Auletta e lascio come sempre a voi il compito di farvi un'idea e, se lo riterrete opportuno, commentare liberamente contribuendo a stimolare la discussione.
Taddei, ragionando con la Camusso, aveva promesso che il PD si sarebbe mosso per attuare quelle riforme che negli anni erano venute a mancare per il popolo delle partite IVA. Si è entrato addirittura nello specifico, parlando di: "sostegno fiscale attraverso il regime dei minimi a favore dei redditi più bassi; limite di tempo per il pagamento delle fatture ai professionisti (la difficoltà di incassare i crediti è altissima); sospensione -e non interruzione - del contratto di fornitura in caso di malattia e maternità" e promettendo che queste misure sarebbero state inserite nelle deleghe sul Jobs Act. "Contiamo di farlo - ha affermato Taddei - il prima possibile".
I lavoratori autonomi negli ultimi anni hanno, però, imparato una lezione molto importante: mai fidarsi di chi promette e guardare solo i fatti.
In merito alle dichiarazioni della Camusso e di Taddei, ricevo e pubblico una dichiarazione di Andrea Auletta, segretario del Comitato delle Professioni Tecniche che oggi, insieme alla Coalizione 27 Febbraio (#27F) parteciperà alla manifestazione davanti la sede dell'INPS (leggi articolo) per continuare il percorso costruttivo di protesta/proposta intrapreso contro l'iniquità fiscale e previdenziale.
"Fa piacere leggere che la Camusso (CGIL) e Taddei (PD) si siano finalmente accorti dei disagi vissuti dai liberi professionisti, anche se con forte ritardo.
Viene da dire che se si fossero mossi a tempo dovuto il loro prezioso contributo avrebbe evitato che, ad esempio, i minimi tariffari venissero aboliti con la legge Bersani (PD) o che fosse permesso alle casse di previdenza di aumentare indiscriminatamente i minimi annuali obbligatori. Sicuramente la premura mostrata poteva essere esternata anche prima che il Governo Monti imponesse assicurazione, pos e formazione continua obbligatoria per le libere professioni.
L'interesse che la CGIL mostra nei nostri confronti appare abbastanza clamoroso data la sua storia caratterizzata da battaglie volte soprattutto alla tutela dei diritti dei lavoratori dipendenti.
C'è da aggiungere inoltre, che in merito alle vicende della nascente "coalizione sociale" iniziata da Landini (FIOM), un organismo che si propone di battersi, fra le altre cose, pure per i diritti delle partite IVA, pare che anche il sindacato della Camusso, leggendo l'articolo sulla Repubblica, sostenga simili tesi. Ma, prescindendo da questo episodio (quello della coalizione sociale di Landini) il cui destino non possiamo prevedere (sarà la storia a stabilirlo), in generale i sindacati, chi più e chi meno, hanno sempre sottovalutato i disagi dei liberi lavoratori e dei liberi professionisti, ben venga che vi sia un'inversione di tendenza.
Da parte sua, c'è da dire che il ritardo con il quale il "responsabile economico del PD" annuncia di voler mettere in campo riforme necessarie quali: il sostegno fiscale a favore dei redditi più bassi, un limite stabilito per il pagamento delle fatture ai professionisti e la sospensione (anziché l'interruzione) del contratto di fornitura in caso di malattia e maternità, tende a minare la credibilità di quanto dichiarato.
Se poi si considera che queste misure, a favore della nostra categoria, non "saranno inserite nelle deleghe sul Jobs Act" e non è indicato, quindi, un tempo certo per cominciare a trattarle in concreto, la mancanza di fiducia appare un sentimento davvero appropriato.
Purtroppo o per fortuna, la tempistica è importante perché immerge pienamente nella dimensione della tangibilità eventuali provvedimenti.
Al momento leggiamo e sentiamo solo parole e certamente nutriamo poca attrazione per i "contiamo di farlo il prima possibile".
Tuttavia appare positiva l'attenzione, di politici e sindacati, al popolo silenzioso e sofferente delle partite iva. Silenzioso fino a poco fa. Infatti, da quando numerose associazioni si sono riunite nella "Coalizione 27 Febbraio", la voce dei liberi lavoratori sta viaggiando e, a leggere alcuni articoli, anche con una certa speditezza.
Adesso, però, servono solo ed esclusivamente fatti. Di certo non staremo fermi a guardare e ad attendere che i "contiamo di farlo il prima possibile" si trasformino in data certa ma, proseguiremo sulla strada senza illusioni e senza scetticismi.
Ci piacerebbe, in ogni caso, che per il futuro prossimo, qualsiasi decisione presa dal Governo o dai Sindacati, abbia come origine la consultazione preventiva delle categorie interessate (che non si limiti al ristretto ambito degli organi ordinistici) in virtù del principio che: solo l'ammalato conosce bene dove risiede il proprio dolore".
Ringrazio Andrea Auletta e lascio come sempre a voi il compito di farvi un'idea e, se lo riterrete opportuno, commentare liberamente contribuendo a stimolare la discussione.
A cura di Gianluca Oreto | - | Segui @lucaoreto | - |
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