Inarcassa: rigettata la riforma del sistema sanzionatorio
Bocciata la riforma del sistema sanzionatorio deliberata dal Comitato dei Delegati Inarcassa l'11 febbraio 2016 (leggi articolo). Lo ha comunicato la Cass...
Bocciata la riforma del sistema sanzionatorio deliberata dal Comitato dei Delegati Inarcassa l'11 febbraio 2016 (leggi articolo).
Lo ha comunicato la Cassa di Previdenza di Architetti e Ingegneri a seguito dell'ultimo Comitato Nazionale dei Delegati tenutosi il 28 e 29 aprile 2016, nel quale è stato approvato il Bilancio consuntivo per l'esercizio 2015 e in cui si è sollecitato il Consiglio di Amministrazione Inarcassa ad assumere con urgenza le iniziative necessarie per consentire il riesame di un provvedimento ritenuto tanto rispettoso dei principi che guidano la gestione della Cassa, quanto non lesivo dei vincoli di finanza pubblica.
Il bilancio consuntivo 2015
In riferimento al 2015, Inarcassa parla di un avanzo economico di 604 milioni di Euro, superiore di 50 milioni (+9%) rispetto al budget ed un patrimonio netto di 8,8 miliardi di Euro contro gli 8,2 dell'esercizio precedente. Il patrimonio per iscritto (52,2 mila Euro) è cresciuto del 6,7% rispetto al 2014, in presenza di una sostanziale stabilità del numero degli associati; al tempo stesso, le prestazioni previdenziali ed assistenziali sono complessivamente aumentate di oltre il 10% (53 milioni di Euro). Risultati conseguiti malgrado un contesto fortemente influenzato sia dalla profonda crisi dei redditi di architetti e ingegneri - basti pensare che il Prodotto Lordo della categoria ha subito una contrazione di oltre il 30% dal 2007 ad oggi - sia dalla crescita delle prestazioni erogate dalla Cassa, in linea con la sua missione di fare del welfare previdenziale un importante ammortizzatore per i liberi professionisti.
“Siamo soddisfatti dei risultati del primo esercizio dell'attuale ciclo di Governance di Inarcassa - ha dichiarato il Presidente Giuseppe Santoro - abbiamo selezionato con cura gli investimenti, gestito con successo il patrimonio, agito con saggezza nei confronti dei problemi posti dall'ambiente esterno e dalle difficoltà professionali delle nostre categorie”.
La riforma del regime sanzionatorio
In riferimento al "Progetto Sanzioni", ricordiamo che il CND di febbraio 2016 aveva approvato alcune modifiche che avrebbero legato la modalità dell’incremento della sanzione al periodo di ritardo, al fine di correlare l’inadempimento al tempo, con una scala crescente, che penalizzi in modo più che proporzionale il ritardo reiterato. In particolare, era stata prevista la seguente scaletta:
- 0,5% mensile per i primi dodici mesi di ritardo;
- 1% mensile dal tredicesimo al ventiquattresimo mese di ritardo;
- 1,5% mensile dal venticinquesimo mese al trentaseiesimo mese di ritardo;
- 2% mensile dal trentasettesimo mese fino al quarantottesimo mese di ritardo;
- 60% fisso dal quarantanovesimo mese di ritardo.
Inoltre, era stato previsto un ulteriore abbattimento delle aliquote indicate, connesso all’entità dell’importo, a favore degli iscritti che complessivamente abbiano maturato un debito per i contributi dovuti e non pagati:
- del 50% per un debito pari o inferiore a 10.000 euro;
- del 30% per un debito compreso tra 10.001 e 15.000 euro;
- del 20% per un debito compreso tra i 15.001 e 20.000 euro.
Nonostante il Progetto avrebbe portato evidenti miglioramenti ad un gruppo di professionisti in palese crisi economica, i Ministeri vigilanti hanno ritenuto di dover rigettare l'approvazione necessaria per questa tipologia di modifica. “Affronteremo queste difficoltà – ha affermato il Presidente Santoro - con rigore e determinazione, coniugando disciplina previdenziale e finanziaria da un lato ed equità dall'altro, attraverso atti adeguati ed efficaci azioni di comunicazione e relazione verso tutte le sedi competenti. Al tempo stesso continueremo a sostenere ed incentivare la professione in un ambito di solidarietà, tutela dei diritti e rispetto degli obblighi: questo e non altro è il compito di Inarcassa".
Grazie anche alla gestione finanziaria e del patrimonio che - pur in un periodo di tassi d'interesse decrescenti ed intensa volatilità dei mercati azionari - ha confermato l'eccellente risultato positivo del 2014 (233 milioni), la Cassa non solamente ha visto crescere il patrimonio netto sia in valore assoluto che in rapporto agli iscritti, ma ha altresì rafforzato la propria stabilità a lungo termine, cardine di ogni sistema previdenziale efficace ed efficiente.
La rilevanza del risultato è tanto maggiore in quanto esso è stato conseguito in presenza di una crescente pressione esercitata dalla Pubblica Amministrazione, che ha costretto la Cassa ad attuare continui interventi per sostenere il significativo incremento degli oneri tributari ed i costanti prelievi di spending review.
A cura di Redazione LavoriPubblici.it
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