Incentivo 2% ai tecnici della P.A. e Centrali di Committenza: pesante attacco di Confedertecnica
Mentre in Parlamento comincia il suo iter di conversione il D.L. n. 90/2014 e la Conferenza Stato-Città sancisce l'accordo per il rinvio all'1 gennaio 2015 d...
Mentre in Parlamento comincia il suo iter di conversione il D.L. n.
90/2014 e la Conferenza Stato-Città sancisce l'accordo per il
rinvio all'1 gennaio 2015 della Centrale Unica di
Committenza, i professionisti dell'area tecnica partono a gamba
tesa su alcuni soggetti rappresentativi della pubblica
amministrazione.
Confedertecnica (Confederazione Sindacale delle Professioni Tecniche) ha, infatti, inviato alla nostra redazione un comunicato in cui senza mezze misure parte all'attacco contro alcune scelte che riguardano in particolare l'incentivo del 2% alla progettazione per i tecnici della P.A. e l'entrata in vigore della Centrale Unica di Committenza. Riportiamo, di seguito, la versione integrale del comunicato a firma del Presidente Calogero Lo Castro.
La reiterata difesa di posizioni di parte ad opera di soggetti rappresentativi di comparti delle amministrazioni pubbliche determina situazioni di stallo che condizionano lo sviluppo generale del Paese e l'efficacia della politica del Governo.
In riferimento ad alcune ipotesi di riforma del settore tecnico dei LL.PP., vedi l'addizionale del 2% su attività supplementari alle funzioni primarie degli UTC, o la istituzione di "Centrali di Committenza", di cui ne è palese l'opportunità e, finalmente, la volontà della maggioranza delle forze politiche, con la concorde visione dei soggetti professionali istituzionali quali Ordini e Sindacati, di addivenire a soluzioni da tempo sollecitate, si continuano a registrare posizioni tese a dilatare ulteriormente i tempi di riforma e soluzioni-ponte peggiorative delle norme vigenti, quali la esclusione dei quadri dirigenziali dal contributo del 2%.
Le posizioni che emergono dai soggetti di rappresentanza della P.A. quali la paventata paralisi delle attività appaltatrici dei Comuni per difetto di tempo nell'adeguamento alle nuove norme, espressa dall'ANCI, o, la confusa attribuzione di competenze improprie sostenuta da U.N.I.T:E.L., confermano l'esigenza di ristabilire ruoli e responsabilità nella P.A., con eliminazione di ogni forma di auto-controllo, ivi compresa la facoltà in autonomia di affidamenti diretti sotto i 40.000 euro, stanno a confermare quanto sostenuto concordemente dalle rappresentanze professionali, sulla esigenza di una revisione normativa onde rispondere a principi di trasparenza e qualità dei servizi. Assoluto beneficio per gli interessi collettivi potrebbe emergere dalla ricerca, tra le parti, di procedure idonee a stabilire un nuovo rapporto integrativo e di reciproco supporto tra funzione pubblica e componenti professionali esterne".
Confedertecnica (Confederazione Sindacale delle Professioni Tecniche) ha, infatti, inviato alla nostra redazione un comunicato in cui senza mezze misure parte all'attacco contro alcune scelte che riguardano in particolare l'incentivo del 2% alla progettazione per i tecnici della P.A. e l'entrata in vigore della Centrale Unica di Committenza. Riportiamo, di seguito, la versione integrale del comunicato a firma del Presidente Calogero Lo Castro.
La reiterata difesa di posizioni di parte ad opera di soggetti rappresentativi di comparti delle amministrazioni pubbliche determina situazioni di stallo che condizionano lo sviluppo generale del Paese e l'efficacia della politica del Governo.
In riferimento ad alcune ipotesi di riforma del settore tecnico dei LL.PP., vedi l'addizionale del 2% su attività supplementari alle funzioni primarie degli UTC, o la istituzione di "Centrali di Committenza", di cui ne è palese l'opportunità e, finalmente, la volontà della maggioranza delle forze politiche, con la concorde visione dei soggetti professionali istituzionali quali Ordini e Sindacati, di addivenire a soluzioni da tempo sollecitate, si continuano a registrare posizioni tese a dilatare ulteriormente i tempi di riforma e soluzioni-ponte peggiorative delle norme vigenti, quali la esclusione dei quadri dirigenziali dal contributo del 2%.
Le posizioni che emergono dai soggetti di rappresentanza della P.A. quali la paventata paralisi delle attività appaltatrici dei Comuni per difetto di tempo nell'adeguamento alle nuove norme, espressa dall'ANCI, o, la confusa attribuzione di competenze improprie sostenuta da U.N.I.T:E.L., confermano l'esigenza di ristabilire ruoli e responsabilità nella P.A., con eliminazione di ogni forma di auto-controllo, ivi compresa la facoltà in autonomia di affidamenti diretti sotto i 40.000 euro, stanno a confermare quanto sostenuto concordemente dalle rappresentanze professionali, sulla esigenza di una revisione normativa onde rispondere a principi di trasparenza e qualità dei servizi. Assoluto beneficio per gli interessi collettivi potrebbe emergere dalla ricerca, tra le parti, di procedure idonee a stabilire un nuovo rapporto integrativo e di reciproco supporto tra funzione pubblica e componenti professionali esterne".
A cura di Gabriele
Bivona
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