Ingegneri: 29 impegni per uscire dalla crisi
Nonostante non siano mancate da parte delle professioni tecniche idee e contributi per giungere alla formulazione di normative di semplificazione e sburocrat...
Nonostante non siano mancate da parte delle professioni tecniche
idee e contributi per giungere alla formulazione di normative di
semplificazione e sburocratizzazione o per avviare piani di
prevenzione dei rischi ambientali, la politica in maniera sorda
continua per la sua strada verso un'irreparabile declino.
L'ultimo esempio evidente è stato offerto dall'azione del Governo che ha portato alla pubblicazione del Decreto Legge 12 settembre 2014, n. 133 noto a tutti come Sblocca Italia. Partito in pompa magna con 100 articoli, il provvedimento è giunto in Gazzetta con appena 51 articoli che non hanno accontentato praticamente nessuno, dimostrando lo scarso coraggio nel voler dare una vera scossa al sistema.
Interessante è stata la risposta degli Architetti Italiani che tramite il loro Consiglio Nazionale hanno rilevato come ancora una volta il Governo ha "sbattuto contro il muro della burocrazia conservatrice che ha mortificato e modificato il progetto di introdurre misure concrete per porre rimedio alla condizione delle città, del mercato dell'edilizia, degli architetti e degli altri professionisti del settore. Il Decreto contiene, infatti, solo norme che sarebbero adatte ad un Paese normale in tempi normali: per l'Italia di oggi ci voleva ben altro" (clicca qui).
Dal Congresso Nazionale degli Ingegneri, tenutosi a Caserta la settimana scorsa, è partita una mozione in cui sono stati definiti 29 punti che il CNI seguirà per uscire (o almeno provarci) dalla crisi. Elenco di seguito gli impegni presi dal CNI insieme a qualche mia considerazione.
1. Proseguire nell'attività di valorizzazione della Rete delle Professioni Tecniche, soggetto fondamentale per l'interlocuzione con il Governo, il Parlamento e le istituzioni pubbliche, in tutti i settori. L'unione fa la forza, ma in ambito tecnico problemi atavici dovuti in particolare alla mancata definizione precisa delle competenze professionali hanno creato dissapori tra le diverse professioni molto difficili da appianare. Ritengo molto utile un'azione congiunta sotto un unico cappello ma come scrissi non molto tempo fa (Articolo 1 - Articolo 2) c'è ancora tanto da fare.
2. Mettere in comune, tramite la Rete delle Professioni Tecniche, strutture (Centri Studi, Fondazioni, ecc.), energie e risorse, per rendere più efficace e visibile l'azione di supporto e collaborazione alla predisposizione e definizione di progetti e programmi per lo sviluppo del Paese, nonché per la definizione, già avviata, di un regolamento comune per il mutuo riconoscimento dei Crediti Formativi.
"Ritengo sia paradossale che due professioni molto simili come quella dell'Architetto e dell'Ingegnere abbiano due regolamenti per la formazione continua così diversi. Tutto questo senza considerare il fatto che in questo primo anno di applicazione, quello della formazione è stato solo un business per chi fa formazione o per gli Ordini professionali che in molti casi hanno approfittato dell'imposizione (Leggi news).
3. Consolidare il rapporto con le altre professioni, non soltanto dell'area tecnica, per conseguire maggiore attenzione dalla politica e dalle istituzioni pubbliche e far sì che le proposte della categoria, attraverso la condivisione, ottengano pieno riconoscimento.
Questo è, probabilmente, l'aspetto più importante su cui si dovrà lavorare
4. Intensificare i rapporti e le occasioni di confronto e scambio, anche culturale (v. Prima Conferenza degli Ingegneri del Mediterraneo), tra le diverse organizzazioni internazionali degli ingegneri, non solo europee, per promuovere la figura dell'Ingegnere ed il riconoscimento della sua peculiarità all'interno del sistema economico e sociale.
"Anche questo è un aspetto molto importante. Oggi, purtroppo, la figura dell'Ingegnere e più in generale quella del tecnico ha perso quella sua valenza culturale all'interno della società che lo vede più come un "passacarte" (passatemi il termine) che come un professionista serio. Le colpe di questa situazione sono molteplici e molte sono da attribuire ai tecnici stessi che confrontandosi in un mercato senza regole hanno in molti casi abbassato la qualità proponendo prestazioni low cost dando una percezione del proprio lavoro lontana dalla realtà".
5. Lavorare per la definizione delle modalità che consentano ai professionisti, mediante il riconoscimento delle loro specifiche capacità e responsabilità, di intervenire in funzione sussidiaria della P.A. nell'ambito del rilascio di pareri e attestazioni, allo scopo di ridurne i tempi di rilascio ed i relativi oneri economici, anche promuovendo corsi di formazione comuni tra professionisti e dipendenti degli enti locali.
6. Incentivare i processi di semplificazione e ammodernamento della pubblica amministrazione nelle sue articolazioni nazionali, regionali e locali, sostenendo il progetto di riforma del titolo V della Costituzione, partecipando attivamente all'attuazione dell'Agenda Digitale nonché promuovendo la diffusione dei dati della P.A. (Open Data) al fine di consentire la creazione di opportunità di lavoro nei tre settori.
"Sui punti 5 e 6 ho un'idea ben precisa. All'interno della P.A. (ma come anche degli Ordini) dovrebbe esserci una netta separazione tra liberi professionisti e dipendenti pubblici con obblighi e responsabilità precise e suddivise quasi come se fossero due professioni diverse. Non sto ad indicare le motivazioni, ma creso sia evidente a tutti il malcostume venutosi a creare nel rapporto tra i due soggetti pronti a puntarsi il dito contro ad ogni occasione buona".
7. Ribadire in tutte le sedi la centralità del progetto ed il valore dell'idea progettuale, stimolando il ricorso ai concorsi di progettazione e lavorando per ottenere il giusto riconoscimento - anche economico - di tale specifica e rilevante attività intellettuale.
8. Promuovere l'istituzione di un Fondo di Rotazione per sostenere le attività di progettazione finalizzate ad utilizzare i finanziamenti dei programmi e degli interventi europei 2014-2020.
9. Rivendicare presso il Governo ed il Parlamento l'assoluta necessità, a tutela della qualità della prestazione, e quindi, della collettività e della committenza pubblica, della piena applicazione del Decreto Ministeriale 143/2013 per la determinazione dei corrispettivi da porre a base d'asta per l'affidamento dei servizi di ingegneria ed architettura, privilegiando i sistemi di aggiudicazione non riferiti al solo criterio del prezzo più basso.
10. Agire per promuovere e valorizzare i giovani professionisti attraverso una modifica del mercato del lavoro basata sulla piena affermazione dei principi di libera concorrenza, trasparenza e par-condicio; la rimozione delle storture normative che ancora oggi consentono rendite di posizione, situazioni di vantaggio per la parte pubblica a danno del sistema della libera professione; il supporto alla ricerca e alle azioni a favore dei temi legati alla sharing economy e alle smart cities.
"Su questo punto sarà fondamentale l'intervento delle professioni tecniche nel recepimento delle nuove direttive comunitarie sugli appalti. Ad oggi, per come è strutturato il D.Lgs. n. 163/2006, quello dei lavori pubblici non è un mercato per i giovani professionisti".
11. Sviluppare iniziative atte a promuovere il riconoscimento delle competenze e delle professionalità degli ingegneri dell'informazione, con particolare riferimento al settore degli appalti pubblici ICT, affermandone il ruolo per l'innovazione digitale della Nazione e per la tutela della sicurezza dei cittadini.
12. Impegnarsi ulteriormente per la revisione della disciplina delle Società tra Professionisti (STP), mediante la definizione di un inquadramento fiscale e previdenziale coerente con il modello societario adottato e attraverso l'estensione, a tutti i modelli societari antecedenti (v. società di ingegneria), dell'obbligo d'iscrizione all'Albo, con conseguente sottoposizione alla potestà disciplinare dell'Ordine professionale, nonché dell'assolvimento degli obblighi assicurativi.
"Su questo punto c'è da rilevare due cose:
1. il flop delle Società tra Professionisti (Leggi news) che a causa soprattutto delle diverse interpretazioni normative in materia fiscale e previdenziale hanno creato dubbi e perplessità tra i singoli professionisti.
2. pur essendo vero che non è più pensabile il piccolo studio formato dal singolo professionista, è anche vero che soprattutto nei piccoli paesi (e l'Italia è piena di piccole realtà) il piccolo libero professionista deve avere la possibilità di poter lavorare in un mercato fatto di regole precise".
13. Lavorare per l'accoglimento delle proposte fiscali, elaborate dal CNI e dalla Rete delle Professioni Tecniche, che - non comportando oneri per le casse dello Stato - permettono una rimodulazione del concetto di autonoma organizzazione ai fini dell'assoggettabilità dei professionisti all'IRAP e all'estensione al 100% della deducibilità delle spese sostenute per l'aggiornamento professionale, nonché a proporre misure di detrazione dei costi sostenuti dai soggetti privati per le prestazioni di ingegneria connesse ad interventi in materia di sicurezza e sostenibilità.
"Quello della deducibilità al 100% delle spese sostenute per la formazione è assolutamente necessario se il Governo vuole la formazione continua."
14. Sviluppare l'attività di certificazione dei corsi di studio in ingegneria svolta dall'Agenzia QUACING, per l'accreditamento EUR-ACE, nell'ottica dell'armonizzazione con i processi in campo europeo nonché per il rilascio dell'attestazione EUR-ING.
15. Dare concreto avvio all'attività dell'Agenzia per la Certificazione Volontaria delle Competenze.
16. Potenziare la produzione di norme tecniche volontarie prestazionali.
17. Affidare alla normativa cogente solo le disposizioni direttamente connesse alla sicurezza, coinvolgendo nella loro formazione tutti gli attori del processo edilizio, del sistema scientifico e della ricerca, nonché di quello imprenditoriale.
18. Porre in essere tutte le iniziative necessarie per dare piena attuazione all'accordo concluso con UNI che ha permesso a tutti gli iscritti di accedere alle norme, tramite modalità informatiche e a costi bassissimi, grazie alla convenzione cui stanno aderendo e aderiranno i rispettivi Consigli degli Ordini, estendendo queste attività anche ad altri enti di normazione, tra i quali in particolare il CEI.
19. Agire per far sì che il Ministero della Giustizia accolga le richieste degli ingegneri per il completamento della riforma delle professioni per quanto concerne la riorganizzazione su base territoriale degli Ordini professionali, la modifica del DPR 328/2001 in tema di esame di stato e competenze professionali, rimediando ad alcune lacune ed ambiguità ancora oggi presenti, nonché introducendo l'attribuzione ai Consigli Nazionali della potestà di emanazione e aggiornamento dei Codici Deontologici di Categoria.
20. Proseguire nel lavoro di diffusione, conoscibilità e concreta applicazione del nuovo Codice Deontologico e della Carta Ecoetica in funzione di sviluppo della cultura della legalità, riconoscendo che essa è requisito imprescindibile per elevare la competitività di un territorio.
21. Favorire le condizioni perché l'ingegnere possa esplicare a pieno la propria attività verso la sostenibilità ambientale, l'efficienza energetica, la costruzione di città intelligenti.
22. Attivarsi nei confronti del Governo e delle istituzioni comunitarie affinché tutti gli investimenti degli enti locali, finalizzati alla mitigazione dei rischi (sismico, idrogeologico, idraulico, incendio, ecc.) per la tutela della pubblica incolumità, siano esclusi dal rispetto del vincolo del Patto di Stabilità.
23. Porre in essere il massimo sforzo perché le autorità pubbliche, unitamente alla società e alle imprese, prendano coscienza dell'importanza della prevenzione e della programmazione, a tutela della sicurezza e della salute dei cittadini, per evitare il ripetersi di emergenze e calamità naturali; obbiettivo da raggiungersi anche mediante la realizzazione di una aggiornata mappatura, sotto il profilo del rischio sismico ed idrogeologico del territorio nazionale, generata attraverso l'uso di strumenti informatici innovativi per le segnalazioni in tempo reale dei dissesti e delle situazioni di rischio verificabili sul territorio, con rinnovata attenzione all'ambiente e alla sostenibilità di ogni intervento.
24. Proseguire i rapporti di collaborazione con la Protezione Civile anche al fine di far crescere cultura e competenza nell'ambito delle emergenze territoriali.
25. Agire in accordo con la Conferenza Per L'Ingegneria (CoPI) per l'introduzione di attività di formazione formale in materia di europrogettazione (progettazione connessa all'utilizzo dei fondi e dei programmi europei) e promuovere analoga formazione informale per gli iscritti attraverso una collaborazione tra CNI, Scuola Superiore di Formazione e Ordini territoriali.
26. Continuare ed incentivare il confronto con l'Università, affinché l'insegnamento accademico mantenga o recuperi gli standard della nostra tradizione ingegneristica, e l'avvio di iniziative ed attività culturali che palesino ogni dove la forza del sapere, non solo disciplinare, della nostra ingegneria.
27. Dare attuazione a processi che facciano di "OFFICINA CITTÀ" un momento importante di rivalutazione del ruolo degli ingegneri e degli Ordini per l'innovazione, pianificazione territoriale e gestione dei sistemi complessi.
28. Procedere nell'attività di riorganizzazione del Consiglio Nazionale e degli Ordini Territoriali per accrescerne la capacità di erogare con efficacia ed efficienza servizi agli iscritti.
29. Individuare, per i successivi congressi, opportune modalità per consentire la partecipazione delle altre componenti del mondo ingegneristico.
L'ultimo esempio evidente è stato offerto dall'azione del Governo che ha portato alla pubblicazione del Decreto Legge 12 settembre 2014, n. 133 noto a tutti come Sblocca Italia. Partito in pompa magna con 100 articoli, il provvedimento è giunto in Gazzetta con appena 51 articoli che non hanno accontentato praticamente nessuno, dimostrando lo scarso coraggio nel voler dare una vera scossa al sistema.
Interessante è stata la risposta degli Architetti Italiani che tramite il loro Consiglio Nazionale hanno rilevato come ancora una volta il Governo ha "sbattuto contro il muro della burocrazia conservatrice che ha mortificato e modificato il progetto di introdurre misure concrete per porre rimedio alla condizione delle città, del mercato dell'edilizia, degli architetti e degli altri professionisti del settore. Il Decreto contiene, infatti, solo norme che sarebbero adatte ad un Paese normale in tempi normali: per l'Italia di oggi ci voleva ben altro" (clicca qui).
Dal Congresso Nazionale degli Ingegneri, tenutosi a Caserta la settimana scorsa, è partita una mozione in cui sono stati definiti 29 punti che il CNI seguirà per uscire (o almeno provarci) dalla crisi. Elenco di seguito gli impegni presi dal CNI insieme a qualche mia considerazione.
1. Proseguire nell'attività di valorizzazione della Rete delle Professioni Tecniche, soggetto fondamentale per l'interlocuzione con il Governo, il Parlamento e le istituzioni pubbliche, in tutti i settori. L'unione fa la forza, ma in ambito tecnico problemi atavici dovuti in particolare alla mancata definizione precisa delle competenze professionali hanno creato dissapori tra le diverse professioni molto difficili da appianare. Ritengo molto utile un'azione congiunta sotto un unico cappello ma come scrissi non molto tempo fa (Articolo 1 - Articolo 2) c'è ancora tanto da fare.
2. Mettere in comune, tramite la Rete delle Professioni Tecniche, strutture (Centri Studi, Fondazioni, ecc.), energie e risorse, per rendere più efficace e visibile l'azione di supporto e collaborazione alla predisposizione e definizione di progetti e programmi per lo sviluppo del Paese, nonché per la definizione, già avviata, di un regolamento comune per il mutuo riconoscimento dei Crediti Formativi.
"Ritengo sia paradossale che due professioni molto simili come quella dell'Architetto e dell'Ingegnere abbiano due regolamenti per la formazione continua così diversi. Tutto questo senza considerare il fatto che in questo primo anno di applicazione, quello della formazione è stato solo un business per chi fa formazione o per gli Ordini professionali che in molti casi hanno approfittato dell'imposizione (Leggi news).
3. Consolidare il rapporto con le altre professioni, non soltanto dell'area tecnica, per conseguire maggiore attenzione dalla politica e dalle istituzioni pubbliche e far sì che le proposte della categoria, attraverso la condivisione, ottengano pieno riconoscimento.
Questo è, probabilmente, l'aspetto più importante su cui si dovrà lavorare
4. Intensificare i rapporti e le occasioni di confronto e scambio, anche culturale (v. Prima Conferenza degli Ingegneri del Mediterraneo), tra le diverse organizzazioni internazionali degli ingegneri, non solo europee, per promuovere la figura dell'Ingegnere ed il riconoscimento della sua peculiarità all'interno del sistema economico e sociale.
"Anche questo è un aspetto molto importante. Oggi, purtroppo, la figura dell'Ingegnere e più in generale quella del tecnico ha perso quella sua valenza culturale all'interno della società che lo vede più come un "passacarte" (passatemi il termine) che come un professionista serio. Le colpe di questa situazione sono molteplici e molte sono da attribuire ai tecnici stessi che confrontandosi in un mercato senza regole hanno in molti casi abbassato la qualità proponendo prestazioni low cost dando una percezione del proprio lavoro lontana dalla realtà".
5. Lavorare per la definizione delle modalità che consentano ai professionisti, mediante il riconoscimento delle loro specifiche capacità e responsabilità, di intervenire in funzione sussidiaria della P.A. nell'ambito del rilascio di pareri e attestazioni, allo scopo di ridurne i tempi di rilascio ed i relativi oneri economici, anche promuovendo corsi di formazione comuni tra professionisti e dipendenti degli enti locali.
6. Incentivare i processi di semplificazione e ammodernamento della pubblica amministrazione nelle sue articolazioni nazionali, regionali e locali, sostenendo il progetto di riforma del titolo V della Costituzione, partecipando attivamente all'attuazione dell'Agenda Digitale nonché promuovendo la diffusione dei dati della P.A. (Open Data) al fine di consentire la creazione di opportunità di lavoro nei tre settori.
"Sui punti 5 e 6 ho un'idea ben precisa. All'interno della P.A. (ma come anche degli Ordini) dovrebbe esserci una netta separazione tra liberi professionisti e dipendenti pubblici con obblighi e responsabilità precise e suddivise quasi come se fossero due professioni diverse. Non sto ad indicare le motivazioni, ma creso sia evidente a tutti il malcostume venutosi a creare nel rapporto tra i due soggetti pronti a puntarsi il dito contro ad ogni occasione buona".
7. Ribadire in tutte le sedi la centralità del progetto ed il valore dell'idea progettuale, stimolando il ricorso ai concorsi di progettazione e lavorando per ottenere il giusto riconoscimento - anche economico - di tale specifica e rilevante attività intellettuale.
8. Promuovere l'istituzione di un Fondo di Rotazione per sostenere le attività di progettazione finalizzate ad utilizzare i finanziamenti dei programmi e degli interventi europei 2014-2020.
9. Rivendicare presso il Governo ed il Parlamento l'assoluta necessità, a tutela della qualità della prestazione, e quindi, della collettività e della committenza pubblica, della piena applicazione del Decreto Ministeriale 143/2013 per la determinazione dei corrispettivi da porre a base d'asta per l'affidamento dei servizi di ingegneria ed architettura, privilegiando i sistemi di aggiudicazione non riferiti al solo criterio del prezzo più basso.
10. Agire per promuovere e valorizzare i giovani professionisti attraverso una modifica del mercato del lavoro basata sulla piena affermazione dei principi di libera concorrenza, trasparenza e par-condicio; la rimozione delle storture normative che ancora oggi consentono rendite di posizione, situazioni di vantaggio per la parte pubblica a danno del sistema della libera professione; il supporto alla ricerca e alle azioni a favore dei temi legati alla sharing economy e alle smart cities.
"Su questo punto sarà fondamentale l'intervento delle professioni tecniche nel recepimento delle nuove direttive comunitarie sugli appalti. Ad oggi, per come è strutturato il D.Lgs. n. 163/2006, quello dei lavori pubblici non è un mercato per i giovani professionisti".
11. Sviluppare iniziative atte a promuovere il riconoscimento delle competenze e delle professionalità degli ingegneri dell'informazione, con particolare riferimento al settore degli appalti pubblici ICT, affermandone il ruolo per l'innovazione digitale della Nazione e per la tutela della sicurezza dei cittadini.
12. Impegnarsi ulteriormente per la revisione della disciplina delle Società tra Professionisti (STP), mediante la definizione di un inquadramento fiscale e previdenziale coerente con il modello societario adottato e attraverso l'estensione, a tutti i modelli societari antecedenti (v. società di ingegneria), dell'obbligo d'iscrizione all'Albo, con conseguente sottoposizione alla potestà disciplinare dell'Ordine professionale, nonché dell'assolvimento degli obblighi assicurativi.
"Su questo punto c'è da rilevare due cose:
1. il flop delle Società tra Professionisti (Leggi news) che a causa soprattutto delle diverse interpretazioni normative in materia fiscale e previdenziale hanno creato dubbi e perplessità tra i singoli professionisti.
2. pur essendo vero che non è più pensabile il piccolo studio formato dal singolo professionista, è anche vero che soprattutto nei piccoli paesi (e l'Italia è piena di piccole realtà) il piccolo libero professionista deve avere la possibilità di poter lavorare in un mercato fatto di regole precise".
13. Lavorare per l'accoglimento delle proposte fiscali, elaborate dal CNI e dalla Rete delle Professioni Tecniche, che - non comportando oneri per le casse dello Stato - permettono una rimodulazione del concetto di autonoma organizzazione ai fini dell'assoggettabilità dei professionisti all'IRAP e all'estensione al 100% della deducibilità delle spese sostenute per l'aggiornamento professionale, nonché a proporre misure di detrazione dei costi sostenuti dai soggetti privati per le prestazioni di ingegneria connesse ad interventi in materia di sicurezza e sostenibilità.
"Quello della deducibilità al 100% delle spese sostenute per la formazione è assolutamente necessario se il Governo vuole la formazione continua."
14. Sviluppare l'attività di certificazione dei corsi di studio in ingegneria svolta dall'Agenzia QUACING, per l'accreditamento EUR-ACE, nell'ottica dell'armonizzazione con i processi in campo europeo nonché per il rilascio dell'attestazione EUR-ING.
15. Dare concreto avvio all'attività dell'Agenzia per la Certificazione Volontaria delle Competenze.
16. Potenziare la produzione di norme tecniche volontarie prestazionali.
17. Affidare alla normativa cogente solo le disposizioni direttamente connesse alla sicurezza, coinvolgendo nella loro formazione tutti gli attori del processo edilizio, del sistema scientifico e della ricerca, nonché di quello imprenditoriale.
18. Porre in essere tutte le iniziative necessarie per dare piena attuazione all'accordo concluso con UNI che ha permesso a tutti gli iscritti di accedere alle norme, tramite modalità informatiche e a costi bassissimi, grazie alla convenzione cui stanno aderendo e aderiranno i rispettivi Consigli degli Ordini, estendendo queste attività anche ad altri enti di normazione, tra i quali in particolare il CEI.
19. Agire per far sì che il Ministero della Giustizia accolga le richieste degli ingegneri per il completamento della riforma delle professioni per quanto concerne la riorganizzazione su base territoriale degli Ordini professionali, la modifica del DPR 328/2001 in tema di esame di stato e competenze professionali, rimediando ad alcune lacune ed ambiguità ancora oggi presenti, nonché introducendo l'attribuzione ai Consigli Nazionali della potestà di emanazione e aggiornamento dei Codici Deontologici di Categoria.
20. Proseguire nel lavoro di diffusione, conoscibilità e concreta applicazione del nuovo Codice Deontologico e della Carta Ecoetica in funzione di sviluppo della cultura della legalità, riconoscendo che essa è requisito imprescindibile per elevare la competitività di un territorio.
21. Favorire le condizioni perché l'ingegnere possa esplicare a pieno la propria attività verso la sostenibilità ambientale, l'efficienza energetica, la costruzione di città intelligenti.
22. Attivarsi nei confronti del Governo e delle istituzioni comunitarie affinché tutti gli investimenti degli enti locali, finalizzati alla mitigazione dei rischi (sismico, idrogeologico, idraulico, incendio, ecc.) per la tutela della pubblica incolumità, siano esclusi dal rispetto del vincolo del Patto di Stabilità.
23. Porre in essere il massimo sforzo perché le autorità pubbliche, unitamente alla società e alle imprese, prendano coscienza dell'importanza della prevenzione e della programmazione, a tutela della sicurezza e della salute dei cittadini, per evitare il ripetersi di emergenze e calamità naturali; obbiettivo da raggiungersi anche mediante la realizzazione di una aggiornata mappatura, sotto il profilo del rischio sismico ed idrogeologico del territorio nazionale, generata attraverso l'uso di strumenti informatici innovativi per le segnalazioni in tempo reale dei dissesti e delle situazioni di rischio verificabili sul territorio, con rinnovata attenzione all'ambiente e alla sostenibilità di ogni intervento.
24. Proseguire i rapporti di collaborazione con la Protezione Civile anche al fine di far crescere cultura e competenza nell'ambito delle emergenze territoriali.
25. Agire in accordo con la Conferenza Per L'Ingegneria (CoPI) per l'introduzione di attività di formazione formale in materia di europrogettazione (progettazione connessa all'utilizzo dei fondi e dei programmi europei) e promuovere analoga formazione informale per gli iscritti attraverso una collaborazione tra CNI, Scuola Superiore di Formazione e Ordini territoriali.
26. Continuare ed incentivare il confronto con l'Università, affinché l'insegnamento accademico mantenga o recuperi gli standard della nostra tradizione ingegneristica, e l'avvio di iniziative ed attività culturali che palesino ogni dove la forza del sapere, non solo disciplinare, della nostra ingegneria.
27. Dare attuazione a processi che facciano di "OFFICINA CITTÀ" un momento importante di rivalutazione del ruolo degli ingegneri e degli Ordini per l'innovazione, pianificazione territoriale e gestione dei sistemi complessi.
28. Procedere nell'attività di riorganizzazione del Consiglio Nazionale e degli Ordini Territoriali per accrescerne la capacità di erogare con efficacia ed efficienza servizi agli iscritti.
29. Individuare, per i successivi congressi, opportune modalità per consentire la partecipazione delle altre componenti del mondo ingegneristico.
A cura di Ilenia
Cicirello
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