Ingegneri, Solidarietà ai componenti della Commissioni Grandi rischi
All'indomani della sentenza con la quale il tribunale de L'Aquila ha condannato a 6 anni di reclusione i membri della Commissione Grandi Rischi che partecipa...
All'indomani della sentenza con la quale il tribunale de L'Aquila
ha condannato a 6 anni di reclusione i membri della Commissione
Grandi Rischi che parteciparono alla riunione del 31 Marzo 2009
avvenuta una settimana prima del disastroso terremoto che colpì
l'Abruzzo, duro è stato il commento del mondo scientifico,
accademico e professionale, che ha descritto la decisione dei
magistrati come "assurda e scandalosa" oltre che
definendola un precedente indecente che rischia di mettere un
bavaglio alla scienza.
Alle reazioni e commenti nazionali ed internazionali ha fatto seguito il commento del Consiglio Nazionale degli Ingegneri che con il Presidente Armando Zambrano ha rilevato come la sentenza apra scenari critici per tutti coloro che nel nostro Paese, a vario titolo, si assumono responsabilità in tema di sicurezza.
"Esprimo tutta la solidarietà, anche a nome dell'intero Consiglio Nazionale che rappresento, ai colleghi e ai professori della Commissione Grandi rischi per la sentenza de L'Aquila". Con queste parole il Presidente degli Ingegneri Italiani, pur non commentando l'operato dei magistrati, ha voluto dare un preciso segnale a chi ha ostacolato l'introduzione del certificato di vulnerabilità sismica dei fabbricati, la microzonizzazione idrogeologica e sismica del territorio e più, in generale, a chi, tacendo, si è di fatto opposto ad un processo di conoscenza della vulnerabilità in senso lato di edifici ed infrastrutture".
Riqualificazione del patrimonio edilizio esistente
Il Presidente Zambrano ha puntato il dito contro chi non ha mai scelto di avviare una seria politica di prevenzione e messa in sicurezza degli edifici e delle infrastrutture nel Paese. Da tempo gli ingegneri italiani hanno lanciato un grido d'allarme sulla necessità di mettere in sicurezza il patrimonio edilizio esistente. Un patrimonio che risale, per oltre il 64 per cento, agli anni 70 e quindi costruito non sulla base delle nuove norme antisismiche.
E se le esperienze del passato possono aiutare a costruire un futuro dalle basi più solide il Presidente Zambrano rilancia sulla necessità di avviare finalmente un piano mirato di prevenzione e "messa in sicurezza" nazionale, che passi per l'obbligatorietà del certificato di vulnerabilità sismica dei fabbricati, per la de fiscalizzazione delle spese per chi avvia processi di miglioramento o adeguamento sismico, per la stipula di polizze assicurative contro il rischio sismico. Affinché in Italia possa crescere davvero, a partire dall'esperienza drammatica de L'Aquila e più recentemente dell'Emilia, una nuova cultura condivisa e diffusa della sicurezza dell'abitare e del vivere le case ed il territorio.
Alle reazioni e commenti nazionali ed internazionali ha fatto seguito il commento del Consiglio Nazionale degli Ingegneri che con il Presidente Armando Zambrano ha rilevato come la sentenza apra scenari critici per tutti coloro che nel nostro Paese, a vario titolo, si assumono responsabilità in tema di sicurezza.
"Esprimo tutta la solidarietà, anche a nome dell'intero Consiglio Nazionale che rappresento, ai colleghi e ai professori della Commissione Grandi rischi per la sentenza de L'Aquila". Con queste parole il Presidente degli Ingegneri Italiani, pur non commentando l'operato dei magistrati, ha voluto dare un preciso segnale a chi ha ostacolato l'introduzione del certificato di vulnerabilità sismica dei fabbricati, la microzonizzazione idrogeologica e sismica del territorio e più, in generale, a chi, tacendo, si è di fatto opposto ad un processo di conoscenza della vulnerabilità in senso lato di edifici ed infrastrutture".
Riqualificazione del patrimonio edilizio esistente
Il Presidente Zambrano ha puntato il dito contro chi non ha mai scelto di avviare una seria politica di prevenzione e messa in sicurezza degli edifici e delle infrastrutture nel Paese. Da tempo gli ingegneri italiani hanno lanciato un grido d'allarme sulla necessità di mettere in sicurezza il patrimonio edilizio esistente. Un patrimonio che risale, per oltre il 64 per cento, agli anni 70 e quindi costruito non sulla base delle nuove norme antisismiche.
E se le esperienze del passato possono aiutare a costruire un futuro dalle basi più solide il Presidente Zambrano rilancia sulla necessità di avviare finalmente un piano mirato di prevenzione e "messa in sicurezza" nazionale, che passi per l'obbligatorietà del certificato di vulnerabilità sismica dei fabbricati, per la de fiscalizzazione delle spese per chi avvia processi di miglioramento o adeguamento sismico, per la stipula di polizze assicurative contro il rischio sismico. Affinché in Italia possa crescere davvero, a partire dall'esperienza drammatica de L'Aquila e più recentemente dell'Emilia, una nuova cultura condivisa e diffusa della sicurezza dell'abitare e del vivere le case ed il territorio.
A cura di Ilenia
Cicirello
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