Istat e Indici prezzi al consumo dicembre 2016: L’inflazione rialza la cresta con un +0,4%
L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Dicembre 2016; l'indice dei prezzi al consumo per le f...
L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento
dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Dicembre
2016; l'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di
operai ed impiegati si è, dunque, attestato per il mese di
dicembre 2016 con la nuova base 2015 sul valore di
100,30 con una consistente variazione positiva
rispetto a quello del mese precedente.
La variazione mensile è stata del +0,4 % e quella
annua del +0,4%. Ai fini della determinazione del
trattamento di fine rapporto (TFR) maturato nel
periodo tra il 15 Dicembre 2016 ed il 14 Gennaio 2017, occorre
rivalutare la quota accantonata al 31 Dicembre 2015 del
+1,795281%.
Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2016, la base di riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2015 (la precedente era il 2010).
Il coefficiente di raccordo dalla base 2010 alla base 2016 dell'indice generale dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a 1,071.
Nel mese di dicembre 2016, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,4% su base mensile e registra un aumento dello 0,4% rispetto a dicembre 2015 (era +0,1% a ottobre). La stima preliminare è confermata.
La ripresa dell’inflazione a dicembre 2016 è dovuta principalmente all’accelerazione della crescita dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+2,6%, da +0,9% di novembre), degli Energetici non regolamentati (+2,4%, da +0,3% di novembre) e degli Alimentari non lavorati (+1,8%, era +0,2% il mese precedente). A dicembre l’”inflazione di fondo” sale a +0,6% (da +0,4% del mese precedente); al netto dei soli beni energetici si attesta a +0,7% (da +0,4% di novembre).
Dopo trentaquattro mesi di variazioni tendenziali negative, i prezzi dei beni tornano a registrare una variazione positiva (+0,1%, da -0,4% di novembre), mentre il tasso di crescita dei prezzi dei servizi accelera, portandosi a +0,9% (era +0,5% a novembre).
L’aumento su base mensile dell’indice generale è principalmente dovuto agli aumenti dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+1,9%), degli Energetici non regolamentati (+1,1%), degli Alimentari non lavorati (+1,0%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,5%). L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dello 0,4% su base congiunturale e dello 0,5% su base tendenziale (da +0,1% di novembre). La variazione media annua relativa al 2016 è negativa e pari a -0,1%, (da +0,1% del 2015).
In media, nel 2016, per le famiglie con minore capacità di spesa la variazione dei prezzi al consumo, misurata dall’indice IPCA, è negativa (-0,5%), mentre per quelle con maggiore capacità di spesa risulta positiva e pari a +0,1%. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un aumento dello 0,3% su base mensile e dello 0,4% su base annua. La variazione media annua relativa al 2016 è negativa e pari a -0,1% (lo stesso valore registrato nel 2015).
Per quanto concerne le locazioni l'indice
annuale, ridotto al 75%, si è attestato al
+0,300% e l'indice biennale al
+0,300%
L'Istat spiega che, nel mese di dicembre 2016, per
quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera
collettività, gli incrementi congiunturali più
significativi si sono verificati nei capitoli Trasporti
(+1,4%), Ricreazione, spettacoli e cultura (+1,3%), Bevande
alcoliche e tabacchi (+1,8%), Prodotti alimentari e bevande
analcoliche (+0,5%), Comunicazioni (+0,3%), Abitazione,
acqua, elettricità e combustibili (+0,1%).
Variazioni nulle si sono registrate nei
capitoli Abbigliamento e calzature, Mobili, articoli e servizi per
la casa, Servizi sanitari e spese per la salute, Istruzione, Altri
beni e servizi.
Variazioni congiunturali negative si sono
verificate nei capitoli Bevande alcoliche e tabacchi, Servizi
ricettivi e di ristorazione (-0.2% per entrambi).
Gli incrementi tendenziali più elevati si sono registrati nei capitoli Trasporti (+2,2%), Bevande alcoliche e tabacchi (+1,8%), Altri beni e servizi (+0,9%), Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+0,8%) Servizi ricettivi e di ristorazione, (+0,7%).
Quelli più contenuti si sono registrati nei
capitoli Abbigliamento e calzature, Ricreazione spettacoli e
cultura (+0,5% per entrambi), Servizi sanitari e spese per la
salute (+0,4%), Mobili articoli e servizi per la casa, (+
0,2%).
Incrementi tendenziali nulli si sono registrati in
nessun capitolo.
Gli incrementi tendenziali negativi si sono
registrati nei capitoli Comunicazioni (-3,1%), Abitazione, acqua,
elettricità e combustibili (-1,8%), Istruzione (-0,9%).
Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti
tendenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati soltanto
nelle città di Bolzano (+1.4%), Trieste (+1,2%), Aosta, Napoli e
Milano (+0,8% per tutte e tre), Cagliari e Venezia (+0,7% per
entrambe), Trento e Genova (+06% per entrambe), Palermo e Firenze
(+0,5% per entrambe), Catanzaro, Perugia, Bari e Bologna (+0,4&
per tutte e quattro, Ancona e Torino (+0,2 per entrambe), Potenza
(+0,1%); nella città di Roma, non si sono registrati aumenti
tendenziali. I prossimi indici saranno pubblicati il 3
Febbraio 2017.
A cura di Redazione LavoriPubblici.it
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