Istat e Indici prezzi al consumo dicembre 2019: variazione positiva dello 0,2% rispetto mese precedente
L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Dicembre 2019; l'indice dei prezzi al consumo per le f...
L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Dicembre 2019; l'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati, al lordo dei tabacchi, nel mese di dicembre 2019 ha registrato aumenti dello 0,2% su base mensile e dello 0,5% su base annua (in ripresa da +0,2% del mese precedente) confermando la stima preliminare era +0,4%.
Ai fini della determinazione del trattamento di fine rapporto (TFR) maturato nel periodo tra il 15 Novembre 2019 ed il 14 Dicembre 2019, occorre rivalutare la quota accantonata al 31 Dicembre 2018 del +1,79383.
Con gli indici di gennaio 2018, l’Istat avvia, per la stima dell’inflazione, l’utilizzo dei dati sui prezzi registrati alle casse di ipermercati e supermercati mediante scannerizzazione dei codici a barre (scanner data). Questo utilizzo riguarda i prezzi dei beni alimentari confezionati, per la cura della casa e della persona. Come previsto dal Regolamento (CE) n. 1921 (19/10/2001), nel corso del 2018 sarà diffusa la stima dell’impatto di questa nuova fonte di dati sul tasso di variazione tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA).
Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2016, la base di riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2015 (la precedente era il 2010).
Il coefficiente di raccordo dalla base 2010 alla base 2016 dell'indice generale dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a 1,071.
Nel mese di dicembre 2019, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri un aumento dello 0,2% su base mensile e un aumento dello 0,5% su base annua (in ripresa da +0,2% del mese precedente), confermando la stima preliminare.
In media, nel 2019, i prezzi al consumo registrano una crescita dello 0,6%, dimezzando quella del 2018 (+1,2%). Al netto degli energetici e degli alimentari freschi (l‘“inflazione di fondo”), la crescita dei prezzi al consumo è stata dello 0,5% (da +0,7% dell’anno precedente). Per l’analisi dei dati annuali cfr. pag. 8.
La lieve accelerazione dell’inflazione nel mese di dicembre è imputabile prevalentemente all’inversione di tendenza dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (che passano da -3,0% a +1,6%).
L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, e quella al netto dei soli beni energetici decelerano di un decimo di punto, rispettivamente da +0,7% a +0,6 e da +0,8% +0,7
L’aumento congiunturale è dovuto alla crescita dei prezzi di più componenti merceologiche e in particolare dei Servizi relativi ai trasporti (+0,9%), dei Beni alimentari non lavorati (+0,6%), dei Beni energetici non regolamentati e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,4% per entrambi). Diminuiscono invece i prezzi dei Beni alimentari lavorati (-0,5%).
I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona aumentano dello 0,6% su base annua (da +0,5%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto dell’1,0% (da +0,4% del mese precedente), registrando in entrambi i casi una crescita più sostenuta di quella riferita all’intero paniere.
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dello 0,2% su base mensile e dello 0,5% su base annua (da +0,2% di novembre), confermando la stima preliminare. La variazione media annua del 2019 è pari a +0,6% (era +1,2% nel 2018). Per i dati annuali cfr. pag. 14.
L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un aumento dello 0,2% su base mensile e dello 0,4% rispetto a dicembre 2018. La variazione media annua del 2019 è pari a +0,5% (era +1,1% nel 2018).
Nell’approfondimento si analizza l’impatto che l’inflazione, misurata dall’IPCA, ha avuto nel 2019 sulle famiglie distinte per livelli di consumo, in particolare su quelle con minore e maggiore capacità di spesa.
Per quanto concerne le locazioni l'indice
annuale, ridotto al 75%, si è attestato al
+0,300% e l'indice biennale al
+1,050%
L'Istat spiega che, nel mese di dicembre 2019, per
quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera
collettività, gli incrementi congiunturali più
significativi si sono verificati nei capitoli Bevande
alcoliche e tabacchi (+2,0%), Altri beni e servizi (+1,6%), Servizi
ricettivi e di ristorazione, Istruzione e Trasporti (+1,2% per
tutti e tre), Alimentari e bevande analcoliche (+0,8%), Salute
(+0,7%), Abbigliameno e calzature (+0,6%), Ricreazione, spettacoli,
cultura e Mobili, articoli e servizi per la casa (+0,2% per
entrambi),
Variazioni nulle non si sono registrate in nessun capitolo.
Variazioni congiunturali negative si sono verificate nei capitoli Abitazione, acqua, energia (-1,7%) Comunicazioni (-6,6%),.
Gli incrementi tendenziali più elevati si sono registrati nei capitoli Tabacchi (+2,9%), Servizi vari (+1,7%), Servizi relativi ai trasporti (+1,1%),.
Quelli più contenuti si sono registrati nei capitoli Beni alimentari (+0,8%), Servizi relativi all'abitazione (+0,7%), Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,4%).
Incrementi tendenziali nulli si sono registrati in nessun capitolo.
Gli incrementi tendenziali negativi si sono registrati nei capitoli Servizi relativi alle comunicazioni (-5,6%), Beni energetici (-2,3%).
Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti tendenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati nelle città di Bolzano (+1,4%), Bari (+1,2%), Trento (+0,9%), Napoli (+0,8%), Firenze e Genova (+0,7%), Catania, Catanzaro e Torino (+0,6%), Livorno, Modena, Palermo, Ravenna e Trieste (+0,5% pr tutte e cinque), Messina, Milano, Padova e Roma (+0,4% per tutte e quattro), Perugia e Verona (+0,3% per entrambe), Cagliari e Reggio Calabria (+0,2 per entrambe), Brescia, Parma, Reggio Emilia e Venezia (+0,1% per tutte e quattro), Ancona, Aosta e Potenza (0,0% per tutte e tre), Bologna (-0,2%).
I prossimi indici saranno pubblicati il 21 febbraio 2020.
A cura di Redazione LavoriPubblici.it
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