Istat e Indici prezzi al consumo febbraio 2019: +0,1% rispetto mese precedente
L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Febbraio 2019; l'indice dei prezzi al consumo per le f...
L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento
dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Febbraio
2019; l'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di
operai ed impiegati nel mese di febbraio 2019 ha
avuto un aumento dello 0,1% attestandosi, con la nuova base 2015,
sul valore 102,50 con un lieve aumento rispetto a
quello del mese precedente.
La variazione mensile, al lordo dei tabacchi è stata del
+0,10% e quella annua del +0,90%.
Ai fini della determinazione del trattamento di fine
rapporto (TFR) maturato nel periodo tra il 15 Febbraio
2019 ed il 14 Marzo 2019, occorre rivalutare la quota accantonata
al 31 Dicembre 2018 del +0,396915.
Con gli indici di gennaio 2018, l’Istat avvia, per la stima dell’inflazione, l’utilizzo dei dati sui prezzi registrati alle casse di ipermercati e supermercati mediante scannerizzazione dei codici a barre (scanner data). Questo utilizzo riguarda i prezzi dei beni alimentari confezionati, per la cura della casa e della persona. Come previsto dal Regolamento (CE) n. 1921 (19/10/2001), nel corso del 2018 sarà diffusa la stima dell’impatto di questa nuova fonte di dati sul tasso di variazione tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA).
Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2016, la base di riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2015 (la precedente era il 2010).
Il coefficiente di raccordo dalla base 2010 alla base 2016 dell'indice generale dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a 1,071.
Nel mese di febbraio 2019, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenti dello 0,1% rispetto al mese precedente e dell’1,0% su base annua (da +0,9% registrato nel mese precedente). La stima preliminare era +1,1%.
L’accelerazione di appena un decimo di punto dell’inflazione a febbraio è imputabile prevalentemente ai prezzi dei Beni alimentari non lavorati (da +1,7% a +3,7%) e dei Tabacchi (da +2,9% a +4,5%) e in misura minore ai prezzi dei Beni alimentari lavorati (da una variazione tendenziale nulla a +0,5%) e dei Beni energetici non regolamentati (da +0,3% a +0,8%); questi andamenti sono stati in larga parte bilanciati dal rallentamento dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,2% a +0,9%) e dall’aumentata flessione di quelli dei Servizi relativi alle comunicazioni (da -2,0% a -4,8%).
L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, decelera lievemente da +0,5% a +0,4%, mentre quella al netto dei soli beni energetici accelera da +0,6% a +0,7%.
Il leggero aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto principalmente alla crescita dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (+1,3%), dei Tabacchi (+1,5%) e dei Beni energetici non regolamentati (+0,6%), solo in parte bilanciata dal calo dei prezzi dei Servizi relativi alle comunicazioni (-2,7%).
L’inflazione torna ad accelerare in modo marcato per i beni (da +0,7% a +1,3%), mentre rallenta per i servizi (da +1,1% a +0,7%); pertanto rispetto al mese di gennaio il differenziale inflazionistico tra servizi e beni torna negativo e pari a -0,6 punti percentuali (era +0,4 nel mese precedente).
L’inflazione acquisita per il 2019 è +0,2% per l’indice generale e -0,3% per la componente di fondo.
I prezzi dei prodotti di largo consumo accelerano la crescita: i Beni alimentari, per la cura della casa e della persona passano da +0,6% a +1,6% e i prodotti ad alta frequenza d’acquisto da +0,8% a +1,5% (entrambi si portano al di sopra dell’inflazione generale).
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) diminuisce dello 0,3% su base mensile (per effetto di un’ulteriore riduzione di prezzo dei saldi invernali dell’abbigliamento e calzature, di cui l’indice NIC non tiene conto) e aumenta dell’1,1% su base annua, in accelerazione da +0,9% del mese precedente. La stima preliminare era +1,2%.
L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un aumento dello 0,1% su base mensile e dello 0,8% rispetto a febbraio 2018.
Per quanto concerne le locazioni l'indice
annuale, ridotto al 75%, si è attestato al
+600% e l'indice biennale al
+0,975%
L'Istat spiega che, nel mese di febbraio 2019, per
quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera
collettività, gli incrementi congiunturali più
significativi si sono verificati nei capitoli Abitazione,
acqua, energia (+3,8%), Bevande alcoliche e tabacchi (+3,5%),
Alimentari e bevande analcoliche, Altri beni e servizi (+1,7% per
entrambi), Servizi ricettivi e di ristorazione (+1,0%), Trasporti,
(+0,6%), Salute (+0,5%), Mobili, articoli e servizi per la casa
(+0,2%), Abbigliamento e calzature, Istruzione (+0,1% per
entrambi).
Variazioni nulle si sono registrate in nessun capitolo
Variazioni congiunturali negative si sono verificate nei capitoli Comunicazioni, (-7,5%), Ricreazione, spettacoli e cultura (-0,3%).
Gli incrementi tendenziali più elevati si sono registrati nei capitoli Beni energetici (+4,1%), Tabacchi (+4,5%), Servizi vari (+1,6%), Servizi relativi ai trasporti (+0,9%).
Quelli più contenuti si sono registrati nei capitoli Beni alimentari (+1,7%), Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,8%), Servizi relativi all'abitazione (+0,6%).
Incrementi tendenziali nulli si sono registrati in nessun capitolo.
Gli incrementi tendenziali negativi si sono registrati nei capitoli Servizi elativi alle comunicazioni (-4,8%), Altri beni (-0,3%).
Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti tendenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati nelle città di Bologna e Bolzano (+1,5% per entrambe), Modena e Verona (+1,4% per entrambe), Brescia, Livorno, Messina, Reggio Emilia e Trieste (+1,3% per tutte e cinque), Bari, Genova e Ravenna (+1,2% per tutte e tre), Catania, Palermo, Roma e Torino (+1,1 per tutte e quattro), Milano, Napoli e Padova (+1,0% per tutte e tra), Parma (+0,9%), Aosta, Catanzaro, Reggio Calabria e Trento (+0,8% per tutte e quattro), Perugia (+0,7%), Ancona, Cagliari e Potenza (0,6%per tutte e tre), Firenze (+0,3%), Venezia (-0,3%).
I prossimi indici saranno pubblicati il 17 aprile 2019.
A cura di Redazione LavoriPubblici.it
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