Istat e Indici prezzi al consumo novembre 2019: variazione negativa dello 0,2% rispetto mese precedente
L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Novembre 2019; l'indice dei prezzi al consumo per le f...
L'Istat ha comunicato il dato definitivo sull'incremento dell'indice dei prezzi al consumo nel mese di Novembre 2019; l'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati, al lordo dei tabacchi, nel mese di novembre 2019 ha registrato una diminuzione dello 0,2% su base mensile e un aumento dello 0,2% su base annua (come nel mese di ottobre); la stima preliminare era +0,4%.
Ai fini della determinazione del trattamento di fine rapporto (TFR) maturato nel periodo tra il 15 Ottobre 2019 ed il 14 Novembre 2019, occorre rivalutare la quota accantonata al 31 Dicembre 2018 del +1,521915.
Con gli indici di gennaio 2018, l’Istat avvia, per la stima dell’inflazione, l’utilizzo dei dati sui prezzi registrati alle casse di ipermercati e supermercati mediante scannerizzazione dei codici a barre (scanner data). Questo utilizzo riguarda i prezzi dei beni alimentari confezionati, per la cura della casa e della persona. Come previsto dal Regolamento (CE) n. 1921 (19/10/2001), nel corso del 2018 sarà diffusa la stima dell’impatto di questa nuova fonte di dati sul tasso di variazione tendenziale dell’indice dei prezzi al consumo armonizzato (IPCA).
Ricordiamo che a partire dai dati di gennaio 2016, la base di riferimento dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC) e dell'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) è il 2015 (la precedente era il 2010).
Il coefficiente di raccordo dalla base 2010 alla base 2016 dell'indice generale dei prezzi al consumo per le Famiglie di Operai e Impiegati (senza tabacchi) è pari a 1,071.
Nel mese di novembre 2019, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registri una diminuzione dello 0,2% su base mensile e un aumento dello 0,2% su base annua (come nel mese di ottobre); la stima preliminare era +0,4%.
La stabilità dell’inflazione caratterizza quasi tutti i comparti merceologici e i pochi scostamenti rispetto al mese di ottobre si bilanciano. In particolare il rallentamento dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +1,8% a +1,3%) viene compensato dalla minore ampiezza della flessione dei prezzi dei Beni durevoli (da -0,9% a -0,4%) e dall’accelerazione di quelli dei Beni semidurevoli (da +0,1% a +0,5%).
L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, è stabile a +0,7%, mentre quella al netto dei soli beni energetici accelera lievemente da +0,7% a +0,8%.
La diminuzione su base congiunturale dell’indice generale è dovuta essenzialmente al calo, dovuto per lo più a fattori stagionali, dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-1,3% per entrambi), solo in parte bilanciato dall’aumento congiunturale dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (+1,0%).
Si riduce la flessione dei prezzi dei beni (da -0,5% a -0,4%), mentre rallenta la crescita dei prezzi dei servizi (da +1,1% a +1,0%); il differenziale inflazionistico rimane positivo e pari a +1,4 punti percentuali (era +1,6 a ottobre).
L’inflazione acquisita per il 2019 è +0,6% per l’indice generale e +0,5% per la componente di fondo.
Per i prodotti di largo consumo, la crescita dei prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona e quella dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto rimangono stabili (rispettivamente a +0,5% e a +0,4%), registrando in entrambi i casi una crescita più sostenuta di quella riferita all’intero paniere.
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) diminuisce dello 0,3% su base mensile e aumenta dello 0,2% su base annua (come a ottobre); la stima preliminare era +0,4%.
L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra una diminuzione dello 0,1% su base mensile e un aumento dello 0,1% rispetto a novembre 2018.
Per quanto concerne le locazioni l'indice
annuale, ridotto al 75%, si è attestato al
+0,075% e l'indice biennale al
+1,125%
L'Istat spiega che, nel mese di novembre 2019, per
quanto concerne l'indice dei prezzi al consumo per l'intera
collettività, gli incrementi congiunturali più
significativi si sono verificati nei capitoli Bevande
alcoliche e tabacchi (+1,9%), Altri beni e servizi (+1,8%), Servizi
ricettivi e di ristorazione (+1,3%), Istruzione (+1,2%), Alimentari
e bevande analcoliche (+0,8%), Salute (+0,7%), Abbigliameno e
calzature (+0,4%), Ricreazione, spettacoli e cultura (+0,3%),
Mobili, articoli e servizi per la casa (+0,2%),
Variazioni nulle non si sono registrate in nessun capitolo.
Variazioni congiunturali negative si sono verificate nei capitoli Comunicazioni (-6,4%), Abitazione, acqua, energia (-1,8%), Trasporti (-0,3%).
Gli incrementi tendenziali più elevati si sono registrati nei capitoli Tabacchi (+2,9%), Servizi vari (+1,6%), Servizi relativi ai trasporti (+1,3%), Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,3%).
Quelli più contenuti si sono registrati nei capitoli Beni alimentari (+0,7%), Servizi relativi all'abitazione (+0,7%).
Incrementi tendenziali nulli si sono registrati in nessun capitolo.
Gli incrementi tendenziali negativi si sono registrati nei capitoli Servizi relativi alle comunicazioni (-6,1%), Beni energetici (-4,6%).
Nell'ambito delle 20 città capoluogo di regione, gli aumenti tendenziali più elevati dell'indice NIC si sono verificati nelle città di Bari e Bolzano (+0,9%), Verona (+0,8%), Modena (+0,6%), Ravenna e Trieste (+0,5% pr entrambe), Catania, Genova, Napoli, Palermo e Torino (+0,4% per tutte e cinque), Milano e (+0,3%), Roma e Venezia (+0,2% per entrambe), Brescia, Catanzaro, Firenze, Livorno, Messina, Padova, Parma, Perugia e Reggio Calabria (+0,1% per tutte e nove), Aosta, Cagliari, Potenza e Trento (-0,2% per tutte e quattro), Reggio Emilia, (-0,3%), Ancona (-0,4%), Bologna (-0,5%).
I prossimi indici saranno pubblicati il 16 gennaio 2020.
A cura di Redazione LavoriPubblici.it
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