La Regione Marche frena sulle rinnovabili: APER interviene
APER ha appreso con vivo sconcerto dell’approvazione della Legge Finanziaria regionale delle Marche (n. 31/2009 pubblicata in BUR Marche del 24.12.2009, n. 1...
APER ha appreso con vivo sconcerto dell’approvazione della Legge
Finanziaria regionale delle Marche (n. 31/2009 pubblicata in BUR
Marche del 24.12.2009, n. 121 supplemento n. 9) il cui articolo 57
introduce un divieto irragionevole e immotivato di realizzare
impianti a biomassa di potenza superiore a 5 MW termici,
indipendenti da progetti di riconversione di impianti industriali
del settore bieticolo – saccarifero. L’Associazione sottolinea
inoltre che, agli impianti ammessi, la suddetta norma impone un
ingiusto aggravio procedimentale: la sottoposizione a screening
laddove la soglia statale per l’assoggettabilità è pari a 50 MW
termici.
"Tutto ciò – commenta Marco Pigni, direttore di APER – risulta in evidente contrasto con il quadro normativo (comunitario e nazionale) di riferimento che impone la promozione e la massima diffusione delle fonti rinnovabili nonché il rispetto delle discipline statali di settore. Date le premesse, APER non ha potuto fare a meno di richiedere al Governo di instaurare un giudizio di illegittimità costituzionale in via di azione ai sensi dell’articolo 127 della Costituzione.
Auspichiamo pertanto – conclude Pigni - che un sollecito intervento da parte delle competenti autorità nazionali rendano superfluo un ricorso alla Commissione Europea per l’apertura di un procedimento di infrazione ai sensi dell’art. 226 del Trattato CE che costituirebbe, per l’Associazione, il successivo intervento in difesa degli interessi lesi".
Claudia Abelli
Responsabile Comunicazione APER
"Tutto ciò – commenta Marco Pigni, direttore di APER – risulta in evidente contrasto con il quadro normativo (comunitario e nazionale) di riferimento che impone la promozione e la massima diffusione delle fonti rinnovabili nonché il rispetto delle discipline statali di settore. Date le premesse, APER non ha potuto fare a meno di richiedere al Governo di instaurare un giudizio di illegittimità costituzionale in via di azione ai sensi dell’articolo 127 della Costituzione.
Auspichiamo pertanto – conclude Pigni - che un sollecito intervento da parte delle competenti autorità nazionali rendano superfluo un ricorso alla Commissione Europea per l’apertura di un procedimento di infrazione ai sensi dell’art. 226 del Trattato CE che costituirebbe, per l’Associazione, il successivo intervento in difesa degli interessi lesi".
Claudia Abelli
Responsabile Comunicazione APER
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