La Regione siciliana riacquista i palazzi venduti anni prima
Attraverso una norma approvata dall’Ars, la Regione dovrebbe prelevare 60 milioni di euro dal Fondo Pensioni dei regionali e riacquistare alcuni palazzi vend...
Attraverso una norma approvata dall’Ars, la Regione dovrebbe prelevare 60 milioni di euro dal Fondo Pensioni dei regionali e riacquistare alcuni palazzi venduti anni prima.
Ma assieme agli immobili riacquistati dal Fondo Pensioni della Regione Sicilia, il Fondo Pensioni si porterà dietro pure il mutuo da 104 milioni di euro che i privati e il fondo Fiprs, avevano acceso nel 2007 per comprare gli stessi beni che ora la Regione vuole ricomprare.
Nella stessa manovra, la Regione inoltre cede al Fondo Pensioni altri immobili per un valore di 118 milioni di euro. Per i prossimi due anni, però, la Regione non erogherà la rata dei 104 milioni di euro dei mutui che per legge sono destinati a garantire al Fondo Pensioni di erogare le pensioni dei regionali, che conti in mano si aggira in circa 60 milioni di euro l’anno.
“L’approvazione dell’articolo 13 della legge Finanziaria costringe il fondo pensioni dei regionali ad acquisire un patrimonio immobiliare obsoleto, quando non addirittura fatiscente - dichiara l’onorevole Marco Falcone dell’ARS - ed è senza dubbio una delle peggiori operazioni di ingegneria finanziaria architettate dall’esecutivo Crocetta che non produrrà alcun vantaggio all’economia dell’Isola”.
Le critiche a tale manovra sono tante. In particolare si punta il dito sul fatto che oltre ai 118 milioni di euro necessari al riacquisto dei palazzi, la Regione dovrà accollarsi contestualmente anche degli ingenti oneri provenienti dalle spese per l’adeguamenti, le ristrutturazioni, il mantenimento degli stessi, che per vetustà, rimessa in funzione e in ri-sicurezza assorbiranno negli anni spese sicuramente esorbitanti.
La maxi vendita dei palazzi della Regione si rifà a una maxi vendita di beni immobili della Regione durante la presidenza dell’ex governatore Salvatore Cuffaro. In ballo c’erano 69 immobili regionali del valore di 200 milioni di euro, su un patrimonio immobiliare della Regione stimato in 5 miliardi di euro. Operazione che a quanto pare si tradusse in un grosso flop per le casse della Regione. L’operazione riguardò la cessione di 34 importanti immobili che però la Regione poi riprese in affitto.
Operazione che alla fine si concluse con saldo negativo: 100 milioni di euro contro una perdita delle proprietà della Regione incalcolabile. Beni, il cui censimento, tra l’altro, costò alla Regione 80 milioni di euro.
A fare battaglia a Crocetta è il C.I.V., il Comitato di Indirizzo e Vigilanza del Fondo Pensioni Sicilia, rappresentato dal sindacato dei dipendenti regionali Cobas-Codir. “Ad oggi - si legge in un comunicato - il Civ ha impedito il depauperamento del Fondo tentato in varie occasioni per acquistare con i soldi dei contributi dei dipendenti immobili ‘zavorra. Non sarà così pur in presenza di una legge che autorizza il Fondo Pensioni a investire in immobili ‘fasulli’, infatti, per le operazioni di riacquisto ci vorrà sempre l’autorizzazione del Civ regolarmente costituito. Staremo attenti che il nuovo Comitato Civ eletto, affinché le operazioni siano conformi, in quanto a compatibilità e coerenza alle norme vigenti e alle direttive Anac”.
A cura di Salvo Sbacchis
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