Lazio: CNAPPC e Ordine Architetti Roma contestano il Piano Casa
Il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori e l'Ordine degli Architetti di Roma ritengono che il provvedimento del Con...
Il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti
e Conservatori e l'Ordine degli Architetti di Roma ritengono che il
provvedimento del Consiglio dei Ministri che ha impugnato il Piano
Casa della Regione Lazio relativamente ai contenuti di tipo
paesistico ed ambientale ponga problemi reali ed importanti sui
quali occorre riflettere.
Gli architetti italiani e gli architetti romani in particolare esprimono la loro convinzione che la gestione del patrimonio urbano e territoriale debbano essere sviluppati, alle diverse scale d'intervento, in modo coordinato e consapevole mantenendo una coerenza ed un controllo nazionale sulle questioni di tipo paesistico ed ambientale, peraltro tutelate dalle norme costituzionali, affermando in modo inequivocabile il rispetto della legislazione vigente e, nel caso specifico, i contenuti del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio.
Secondo Amedeo Schiattarella, presidente dell'Ordine degli Architetti di Roma "la semplificazione delle procedure relative all'approvazione di strumenti urbanistici ed edilizi a livello locale è una grande opportunità, ma deve essere gestita in modo consapevole e coerente, proponendo modelli capaci sia di instituire regole certe e coerenti, sia di velocizzare gli iter procedurali sia, altresì, di valorizzare l'immenso patrimonio edilizio ed ambientale italiano".
Nello specifico temi importanti e strategici per lo sviluppo del territorio come la realizzazione di nuovi porti, di nuove strutture per il turismo e lo sport invernale o di espansione delle cave estrattive dovrebbero essere affrontati con strumenti normativi e pianificatori specifici e non andrebbero inseriti all'interno di un Piano Casa regionale, che appunto, deve prioritariamente occuparsi di gestire il rinnovo del patrimonio edilizio residenziale e la riqualificazione di aree urbane degradate.
Per il presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Leopoldo Freyrie "il rischio di questo tipo di provvedimenti incoerenti si sostanzia, tra l'altro, in una procedura che non tiene nella dovuta considerazione i problemi specifici delle aree di particolare pregio ambientale e vanifica ogni norma e battaglia culturale volta a tutelare un bene non rinnovabile come quello del territorio.In questo senso l'intervento del Ministro Galan rappresenta una misura necessaria".
L'auspicio dei professionisti italiani e romani è dunque quello che, attraverso il pronunciamento richiesto alla Corte Costituzionale, si possano chiarire i limiti e le competenze della legislazione urbanistica locale riaffermando la necessità di agire sul territorio in modo consapevole e rispettoso delle leggi.
A cura Ufficio Stampa CNAPPC
Gli architetti italiani e gli architetti romani in particolare esprimono la loro convinzione che la gestione del patrimonio urbano e territoriale debbano essere sviluppati, alle diverse scale d'intervento, in modo coordinato e consapevole mantenendo una coerenza ed un controllo nazionale sulle questioni di tipo paesistico ed ambientale, peraltro tutelate dalle norme costituzionali, affermando in modo inequivocabile il rispetto della legislazione vigente e, nel caso specifico, i contenuti del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio.
Secondo Amedeo Schiattarella, presidente dell'Ordine degli Architetti di Roma "la semplificazione delle procedure relative all'approvazione di strumenti urbanistici ed edilizi a livello locale è una grande opportunità, ma deve essere gestita in modo consapevole e coerente, proponendo modelli capaci sia di instituire regole certe e coerenti, sia di velocizzare gli iter procedurali sia, altresì, di valorizzare l'immenso patrimonio edilizio ed ambientale italiano".
Nello specifico temi importanti e strategici per lo sviluppo del territorio come la realizzazione di nuovi porti, di nuove strutture per il turismo e lo sport invernale o di espansione delle cave estrattive dovrebbero essere affrontati con strumenti normativi e pianificatori specifici e non andrebbero inseriti all'interno di un Piano Casa regionale, che appunto, deve prioritariamente occuparsi di gestire il rinnovo del patrimonio edilizio residenziale e la riqualificazione di aree urbane degradate.
Per il presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Leopoldo Freyrie "il rischio di questo tipo di provvedimenti incoerenti si sostanzia, tra l'altro, in una procedura che non tiene nella dovuta considerazione i problemi specifici delle aree di particolare pregio ambientale e vanifica ogni norma e battaglia culturale volta a tutelare un bene non rinnovabile come quello del territorio.In questo senso l'intervento del Ministro Galan rappresenta una misura necessaria".
L'auspicio dei professionisti italiani e romani è dunque quello che, attraverso il pronunciamento richiesto alla Corte Costituzionale, si possano chiarire i limiti e le competenze della legislazione urbanistica locale riaffermando la necessità di agire sul territorio in modo consapevole e rispettoso delle leggi.
A cura Ufficio Stampa CNAPPC
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