Legalità nelle costruzioni: Le proposte di FenealUil Filca-Cisl Fillea-Cgil
Ieri a Roma il Convegno nazionale organizzato dai sindacati di categoria Feneal, Filca e Fillea con oggetto “Legalità: una priorità per il settore delle cost...
Ieri a Roma il Convegno nazionale organizzato dai sindacati di categoria Feneal, Filca e Fillea con oggetto “Legalità: una priorità per il settore delle costruzioni e per l’intero sistema Paese”. I tre sindacati hanno chiesto un intervento robusto e un’azione congiunta contro l’illegalità e le infiltrazioni mafiose, a sostegno dell’economia legale e della corretta competizione delle imprese e per la promozione ed il risanamento produttivo ed occupazionale delle aziende confiscate alla mafia.
I tre sindacati hanno presentato un documento che raccoglie una serie di proposte volte a favorire e a sostenere una cultura della legalità e della sicurezza come fattore prioritario per lo sviluppo economico e sociale del Paese. “Il fenomeno della criminalità e dell’illegalità - affermano, ricordando che nell’economia del nostro Paese esso rappresenta il 27% del Pil, - costituisce un problema globale che va affrontato con azioni integrate per arginare e contrastare le attività illecite e questo, in primo luogo, privando le mafie dei loro patrimoni e restituendoli sani e legali alla collettività. Trasformare l’azienda mafiosa in impresa legale e produttiva, trasparente, che sappia produrre lavoro vero e pulito e valori sociali costituzionalmente garantiti, - proseguono - è un obiettivo molto difficile, ma non impossibile. Non si dimentichino i buoni risultati ottenuti attraverso l’azione sindacale di contrasto ai fenomeni criminali ed alla illegalità che in tanti anni ha permesso di creare regole e strumenti per favorire la regolarità nei cantieri: Durc e white list antimafia ad esempio. Ma ciò non basta - spiegano - come risulta anche dal continuo aumento delle aziende sequestrate prima e confiscate poi e che molto spesso falliscono lasciando senza lavoro migliaia di lavoratori.”
Per i sindacati “serve agire subito ed in concreto prevedendo opportune forme di ammortizzatori sociali per i lavoratori delle aziende sequestrate e pensando ad ulteriori misure di contrasto e prevenzione alle infiltrazioni mafiose nel tessuto economico produttivo del paese, estendendo, ad esempio, i protocolli di legalità a tutte le opere pubbliche, istituendo presso le prefetture tavoli provinciali permanenti di monitoraggio, attraverso rating di legalità come strumento di agevolazione e premialità nell’accesso agli appalti pubblici.”
Tra le proposte presentate, inoltre, vi è la Costituzione di un tavolo Istituzionale Nazionale per il loro monitoraggio e l’istituzione di una Banca Dati e dell’Ufficio Attività produttive e sindacali presso l’ANBSC per affrontare le criticità relative alle aziende confiscate e garantire il massimo livello di trasparenza delle informazioni, la destinazione a fini sociali dei beni confiscati, la costituzione di una specifica white list di manager per la gestione industriale ed economica delle imprese sequestrate e confiscate ed il rafforzamento degli interventi sui flussi di manodopera.
In allegato il documento con le proposte dei tre sindacati.
A cura di Redazione LavoriPubblici.it
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