Legge di Bilancio per il 2020, Finco scrive al Ministro dell'Economia
Mentre si avvicina il momento della presentazione della prossima Legge di Bilancio per il 2020, che sarà discussa in Parlamento (come di consueto) fino alla ...
Mentre si avvicina il momento della presentazione della prossima Legge di Bilancio per il 2020, che sarà discussa in Parlamento (come di consueto) fino alla fine dell'anno, e dopo l'approvazione da parte del Consiglio dei Ministri della Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (NaDef) 2019, la Presidente di Finco, Carla Tomasi, ha inviato una lettera al Ministro dell'Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri, in cui fa alcune utili osservazioni per il rilancio del settore.
In particolare, la missiva del Presidente di Finco propone:
- il ripristino delle detrazioni fiscali del 65% per infissi e schermature solari, rendendo strutturali le detrazioni per la riqualificazione energetica;
- l'eliminazione dello split payment e della ritenuta di acconto dell’8% sull'ecobonus o ripristino al 4%;
- un ripensamento del Governo in merito alla misura inserita nell'art. 10 del D.L. n. 34/2019 (c.d. Decreto Crescita) con la quale viene previsto uno sconto in fattura al posto della detrazione fiscale prevista per gli interventi di efficienza energetica e di miglioramento sismico;
- il potenziamento degli incentivi alla pubblicità stradale (così come già previsto per Radio-Tv-Giornali);
- di riconoscere l’Iva agevolata al 5% per i clienti allacciati alle reti di teleriscaldamento biomassa.
In riferimento alle detrazioni fiscali per infissi e schermature solari, la Presidente Finco ha sottolineato come nel Dossier recentemente elaborato dal Servizio Studi dei Dipartimenti Ambiente e Finanze della Camera dei Deputati in collaborazione con il Cresme, nel periodo 1998-2017, le detrazioni che riguardano la riqualificazione energetica e il recupero edilizio hanno generato complessivamente un saldo positivo per il sistema Paese valutabile in oltre 23,5 miliardi di euro. Numeri che dovrebbero far riflettere e da cui scaturisce la proposta di Finco da un lato di ripristinare la detrazione del 65% per infissi e schermature solari e dall'altro di rendere strutturale questo tipo di detrazioni fiscali.
Per quanto riguarda lo split payment (scissione dei pagamenti ai fini IVA), norma contestata da tutti (imprese e professionisti) che prevede che per le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate nei confronti di amministrazioni pubbliche siano direttamente queste ultime a versare all’erario la relativa Iva, la Presidente Finco la definisce una "complicazione procedurale, un incremento importante del credito IVA a carico delle imprese, il cui rimborso è talvolta problematico e comunque tale, nei tempi, da configurare un grave squilibrio finanziario delle imprese in genere, e di quelle del settore delle costruzioni in particolare".
Squilibrio che colpisce direttamente le piccole e medie imprese senza alcun beneficio per l'obiettivo dichiarato di contrastare l’evasione fiscale.
"Analoga riflessione - continua la Tomasi - va fatta in relazione al vigente obbligo della ritenuta dell’8%, sulle spese di ristrutturazione edilizia e riqualificazione energetica, introdotta inizialmente con aliquota del 4% (Decreto Legge 31 maggio 2010 n. 78, art. 25) e poi innalzata dalla Legge di Stabilità 2015, n. 190/2014, art. 1, commi 47, 48 e 657. In forza di tale normativa, nel momento in cui vengono accreditate le somme nelle banche o alle Poste italiane S.p.A. viene trattenuto un ammontare pari all’8% a titolo di acconto dell’imposta sul reddito dovuta dai beneficiari, con obbligo di rivalsa. Anche in questo caso l’introduzione vincolante ed erga omnes della fatturazione elettronica fa venire meno una delle principali motivazioni della ritenuta, rimanendo solo quella di anticipo di cassa a favore dello Stato sui futuri ricavi (se ce ne saranno!) delle imprese".
Secondo Finco, "il permanere di meccanismi quali lo split payment e la ritenuta d’acconto dell’8% in presenza della fatturazione elettronica configurerebbe la mera ed unica volontà da parte dello Stato di incamerare anticipazioni sulle legittime e costituzionalmente protette attività aziendali, disinteressandosi di ogni altra conseguenza, essendo venuta, appunto, meno la ragione principale alla base delle misure in parola".
In allegato la lettera integrale inviata da Finco.
A cura di Redazione LavoriPubblici.it
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