Legge di Stabilità 2015, il CdM approva una manovra da 36 miliardi di euro
"18 miliardi di tasse in meno". Si aprono così le consuete slide di presentazione (a cui ci ha ormai abituati il Premier Renzi) alla Legge di Stabilità per i...
"18 miliardi di tasse in meno". Si aprono così le consuete
slide di presentazione (a cui ci ha ormai abituati il Premier
Renzi) alla Legge di Stabilità per il 2015 che il
Consiglio dei Ministri ha approvato lo scorso 15 ottobre. Se
poi aggiungiamo il tweet finale direttamente dall'account
@matteorenzi "La differenza tra la finanziaria 2014 e
quella 2015 è che ci sono 18 miliardi di tasse in meno. Tutto qui.
#italiariparte" allora tutti quanti noi italiani dovremmo
dormire tra due guanciali dei sonni tranquilli.
L'Italia riparte (#italiariparte) passo dopo passo (http://passodopopasso.italia.it/). Il problema è che nonostante i consueti strilli del Premier, ancora una volta nulla si conosce della bozza di disegno di legge che dovrebbe essere pronta e approvata. Nulla di nuovo se si pensa a quanto tempo è passato prima di conoscere il testo dello Sblocca Italia dalla sua approvazione in Consiglio dei Ministri.
Limitandosi ad una analisi dell'ultima bozza circolata (che allego) e alle slide di presentazione, la situazione dovrebbe essere la seguente:
Nel dettaglio, la situazione delle entrate dovrebbe essere composta dalle seguenti voci:
Mentre le uscite:
Una manovra finanziaria da 36 miliardi di euro, i cui punti principali dovrebbero (il condizionale è d'obbligo) essere:
Lo scontro con le Regioni
Mentre i titoli trionfalistici della conferenza stampa post CdM si vanno affievolendo, ecco che cominciano ad arrivare i primi scontenti. "Un incontro nei tempi più brevi, per una valutazione comune della legge di stabilità e, in particolare, dei suoi effetti sulle finanze e sulle politiche delle autonomie locali". Questa la richiesta arrivata al Premier Renzi in una lettera congiunta inviata dai presidenti di Anci, Upi e Conferenza delle Regioni, Piero Fassino, Alessandro Pastacci e Sergio Chiamparino.
I rappresentanti di Comuni, Province e Regioni hanno manifestato una "seria preoccupazione per uno sforzo finanziario che nella sola Legge di stabilità supera i 6 miliardi di euro, a cui vanno aggiunti gli effetti di riduzione di spesa e tagli sui nostri bilanci derivanti dalle manovre degli anni scorsi".
E' certamente apprezzabile la scelta generale, contenuta nella legge di stabilità, di una riduzione fiscale finalizzata a rilanciare investimenti e consumi ed a creare lavoro", ha dichiarato il presidente dell'Anci al termine della Conferenza Unificata, tuttavia "preoccupa lo sforzo fiscale che viene chiesto agli enti locali. Ci riserviamo di dare un giudizio definitivo quando ci sarà il testo della legge per capire quali effetti della legge sono sostenibili e dove invece servono modifiche da fare in sede di conversione parlamentare".
E ai giornalisti che chiedevano se la manovra fosse insostenibile anche per i Comuni, Fassino ha poi risposto che "lo sforzo di contenimento della spesa è di certo molto alto, per questo vogliamo discuterne con il governo. Abbiamo sempre detto che la spending review si deve fare sui saldi e almeno in questo la legge di stabilità lascia discrezione ai sindaci".
Da qui, quindi, la richiesta congiunta per "sedersi intorno a un tavolo e vedere tutto ciò che è sostenibile e compatibile" anche alla luce del fatto che la riduzione di spesa chiesta a Regioni e alle Provincie potrebbe tradursi "ulteriori riduzioni per i Comuni" in virtù della legge Delrio che trasferisce competenze dalle Province per affidarle ai Municipi.
L'Italia riparte (#italiariparte) passo dopo passo (http://passodopopasso.italia.it/). Il problema è che nonostante i consueti strilli del Premier, ancora una volta nulla si conosce della bozza di disegno di legge che dovrebbe essere pronta e approvata. Nulla di nuovo se si pensa a quanto tempo è passato prima di conoscere il testo dello Sblocca Italia dalla sua approvazione in Consiglio dei Ministri.
Limitandosi ad una analisi dell'ultima bozza circolata (che allego) e alle slide di presentazione, la situazione dovrebbe essere la seguente:
Nel dettaglio, la situazione delle entrate dovrebbe essere composta dalle seguenti voci:
- 11 Deficit
- 15 Spending
- 3,8 Evasione
- 0,6 Banda L
- 1 Slot machine
- 3,6 Rendite
- 1 Riprogrammazione
Mentre le uscite:
- 9,5 Bonus 80 euro
- 5,0 IRAP componente lavoro
- 1,9 Contratto tempo indeterminato
- 0,8 Partite IVA
- 0,5 Famiglie
- 0,3 Ricerca e Sviluppo
- 6,9 Spese a legislazione vigente
- 3,0 Eliminazione nuove tasse
- 1,5 Ammortizzatori
- 0,5 Scuola
- 1,0 Patto stabilità per i comuni
- 0,25 Giustizia
- 0,15 Roma e Milano
- 0,1 TFR
- 1,2 Cofinanziamento
- 3,4 Riserva
Una manovra finanziaria da 36 miliardi di euro, i cui punti principali dovrebbero (il condizionale è d'obbligo) essere:
- Meno tasse per 18 miliardi;
- Gli 80 euro diventano una misura definitiva;
- Via gli alibi per chi deve assumere: zero contributi per i contratti a tempo indeterminato;
- Investimenti nei settori chiave del Paese: scuola, lavoro, giustizia;
- Riduzione del 70% del patto di stabilità per i Comuni;
- Più risorse per ricerca e innovazione;
- Stop alle spese non coperte;
- Spending review: taglio di 15 miliardi di euro;
- Recupero e contrasto dell'evasione per 3,8 miliardi e 1 miliardo dalle slot machines;
- Libertà per i lavoratori dipendenti di avere il TFR in busta paga con zero costi per le imprese.
Lo scontro con le Regioni
Mentre i titoli trionfalistici della conferenza stampa post CdM si vanno affievolendo, ecco che cominciano ad arrivare i primi scontenti. "Un incontro nei tempi più brevi, per una valutazione comune della legge di stabilità e, in particolare, dei suoi effetti sulle finanze e sulle politiche delle autonomie locali". Questa la richiesta arrivata al Premier Renzi in una lettera congiunta inviata dai presidenti di Anci, Upi e Conferenza delle Regioni, Piero Fassino, Alessandro Pastacci e Sergio Chiamparino.
I rappresentanti di Comuni, Province e Regioni hanno manifestato una "seria preoccupazione per uno sforzo finanziario che nella sola Legge di stabilità supera i 6 miliardi di euro, a cui vanno aggiunti gli effetti di riduzione di spesa e tagli sui nostri bilanci derivanti dalle manovre degli anni scorsi".
E' certamente apprezzabile la scelta generale, contenuta nella legge di stabilità, di una riduzione fiscale finalizzata a rilanciare investimenti e consumi ed a creare lavoro", ha dichiarato il presidente dell'Anci al termine della Conferenza Unificata, tuttavia "preoccupa lo sforzo fiscale che viene chiesto agli enti locali. Ci riserviamo di dare un giudizio definitivo quando ci sarà il testo della legge per capire quali effetti della legge sono sostenibili e dove invece servono modifiche da fare in sede di conversione parlamentare".
E ai giornalisti che chiedevano se la manovra fosse insostenibile anche per i Comuni, Fassino ha poi risposto che "lo sforzo di contenimento della spesa è di certo molto alto, per questo vogliamo discuterne con il governo. Abbiamo sempre detto che la spending review si deve fare sui saldi e almeno in questo la legge di stabilità lascia discrezione ai sindaci".
Da qui, quindi, la richiesta congiunta per "sedersi intorno a un tavolo e vedere tutto ciò che è sostenibile e compatibile" anche alla luce del fatto che la riduzione di spesa chiesta a Regioni e alle Provincie potrebbe tradursi "ulteriori riduzioni per i Comuni" in virtù della legge Delrio che trasferisce competenze dalle Province per affidarle ai Municipi.
A cura di Gianluca
Oreto - @lucaoreto
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