Legge di Stabilità, Architetti: estendere anche ai professionisti che si aggregano agevolazioni previste per le start up
Le neonate aziende nel territorio italiano, dette anche start-up, oggi godono di diverse forme di agevolazioni: dalle deduzioni dell'imposta sul reddito dell...
Le neonate aziende nel territorio italiano, dette anche
start-up, oggi godono di diverse forme di agevolazioni:
dalle deduzioni dell'imposta sul reddito delle società (ires) al
credito di imposta, dalle detrazioni sull'imponibile alla
possibilità di non fare il test di operatività. Anche l'ultima
versione della Legge di Stabilità per il 2015 contiene
alcune agevolazioni alle attività di impresa e di lavoro autonomo
in forma aggregata.
Ma perché le stesse agevolazioni non si applicano anche ai professionisti che si aggregano?La domanda e la risposta sono state poste dal Consiglio Nazionale degli Architetti P.P.C., che, giustamente hanno evidenziato la necessità di estendere le agevolazioni anche ai liberi professionisti.
"Serve estendere anche ai professionisti che si aggregano le agevolazioni fiscali che la legge di Stabilità 2015 prevede per le attività di impresa e di lavoro autonomo nella fase di start up, per sostenere coerentemente gli obiettivi della Riforma delle Professioni e per rendere i professionisti italiani capaci di affrontare il mercato globale, offrendo al meglio le loro capacità tecniche e intellettuali".
Lo ha affermato il CNAPPC che ha aggiunto "Per le attività di impresa e di lavoro autonomo, infatti, le misure del Governo prevedono un nuovo regime forfettario con la riduzione del reddito imponibile, nella misura di un terzo nel primo periodo di imposta e nei due successivi, che non si applica, invece, a quei soggetti che operano non individualmente, ma in maniera aggregata".
"Un modo - quello dell'aggregazione - cui ricorrono gli architetti ed i professionisti in genere, per fronteggiare, attraverso la costituzione in forme giuridiche quali società, ATI o associazioni professionali, gli effetti della crisi che ha investito il Paese suddividendo tra un numero maggiore di soggetti i costi di gestione dell'attività e i profili di rischio".
Secondo quanto affermato dal CNAPPC "serve l'introduzione di un sistema di "tassazione" agevolato per tutte le forme collettive di esercizio dell'attività professionale, prevedendo, ad esempio, l'esclusione dall'imposizione di una parte del reddito ovvero, in alternativa, l'applicazione di aliquote "agevolate" limitatamente alla fase di start up che potrebbe prolungarsi, ad esempio, per i primi tre periodi di imposta".
"I 150 mila architetti italiani - conclude il Consiglio Nazionale degli Architetti - sono pronti a cambiare anche profondamente i loro Studi professionali e - per integrare conoscenze e competenze - ad organizzarsi in reti professionali e interprofessionali sul territorio nazionale e nel mondo: chiedono il sostegno dello Stato in un processo di trasformazione epocale, che può rimettere il lavoro intellettuale al centro delle politiche di sviluppo".
Ma perché le stesse agevolazioni non si applicano anche ai professionisti che si aggregano?La domanda e la risposta sono state poste dal Consiglio Nazionale degli Architetti P.P.C., che, giustamente hanno evidenziato la necessità di estendere le agevolazioni anche ai liberi professionisti.
"Serve estendere anche ai professionisti che si aggregano le agevolazioni fiscali che la legge di Stabilità 2015 prevede per le attività di impresa e di lavoro autonomo nella fase di start up, per sostenere coerentemente gli obiettivi della Riforma delle Professioni e per rendere i professionisti italiani capaci di affrontare il mercato globale, offrendo al meglio le loro capacità tecniche e intellettuali".
Lo ha affermato il CNAPPC che ha aggiunto "Per le attività di impresa e di lavoro autonomo, infatti, le misure del Governo prevedono un nuovo regime forfettario con la riduzione del reddito imponibile, nella misura di un terzo nel primo periodo di imposta e nei due successivi, che non si applica, invece, a quei soggetti che operano non individualmente, ma in maniera aggregata".
"Un modo - quello dell'aggregazione - cui ricorrono gli architetti ed i professionisti in genere, per fronteggiare, attraverso la costituzione in forme giuridiche quali società, ATI o associazioni professionali, gli effetti della crisi che ha investito il Paese suddividendo tra un numero maggiore di soggetti i costi di gestione dell'attività e i profili di rischio".
Secondo quanto affermato dal CNAPPC "serve l'introduzione di un sistema di "tassazione" agevolato per tutte le forme collettive di esercizio dell'attività professionale, prevedendo, ad esempio, l'esclusione dall'imposizione di una parte del reddito ovvero, in alternativa, l'applicazione di aliquote "agevolate" limitatamente alla fase di start up che potrebbe prolungarsi, ad esempio, per i primi tre periodi di imposta".
"I 150 mila architetti italiani - conclude il Consiglio Nazionale degli Architetti - sono pronti a cambiare anche profondamente i loro Studi professionali e - per integrare conoscenze e competenze - ad organizzarsi in reti professionali e interprofessionali sul territorio nazionale e nel mondo: chiedono il sostegno dello Stato in un processo di trasformazione epocale, che può rimettere il lavoro intellettuale al centro delle politiche di sviluppo".
A cura di Ilenia
Cicirello
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