Legge di Stabilità e Fondazione Inarcassa: finalmente fondi europei per liberi professionisti
Nonostante siano in molti a non apprezzare la correlazione con le PMI, continuano le dichiarazioni da parte di associazioni e organismi istituzionali che han...
Nonostante siano in molti a non apprezzare la correlazione con le
PMI, continuano le dichiarazioni da parte di associazioni e
organismi istituzionali che hanno gradito la conferma nel disegno
di Legge di Stabilità per il 2016 (appena approvato in via
definitiva anche dal Senato) della possibilità di accesso per i
liberi professionisti ai fondi UE mediante la loro equiparazione,
appunto, alle piccole e medie imprese.
Tale conferma è stata accolta dai professionisti con un certo grado di insoddisfazione e distacco (vedi i commenti sui nostri canali social Facebook, Twitter, Google+ e Linkedin), non tanto per la possibilità di accedere ai fondi (in sé comunque positiva) quanto per la ormai sintomatica prassi di accostare l'attività libero professionale (e ciò che rappresenta) con l'attività imprenditoriale. Sono stati in molti a rilevare l'inutilità di poter accedere ad un fondo che rappresenta comunque un prestito da restituire e pregare il Governo di puntare su altre agevolazioni quali: la diminuzione di una pressione fiscale arrivata ormai ai limiti della vergogna, l'eliminazione dei tanti balzelli che oggi rappresentano solo una inutile vessazione da parte dello Stato (formazione obbligatoria, assicurazione obbligatoria, a breve anche POS obbligatorio, ....) e la tanto desiderata reintroduzione dei minimi tariffari che rappresenterebbe la vera pietra miliare su cui fondare la rinascita delle libere professioni.
Dopo il commento di Confprofessioni (leggi articolo), sono arrivate le dichiarazioni della Fondazione Inarcassa. "Siamo molto soddisfatti della scelta attuata da Governo e Parlamento di mantenere, all'interno della legge di stabilità, l'equiparazione dei liberi professionisti alle PMI per l'accesso ai fondi dell'Unione europea - ha dichiarato il Presidente Andrea Tomasi - Abbiamo temuto un ripensamento. Sopprimere la possibilità per i liberi professionisti di accedere ai fondi europei, seppur per rinviare di qualche mese la disciplina organica della materia nel Jobs act degli autonomi, sarebbe stato dannoso per la categoria. Di conseguenza ritengo molto opportuna la scelta di confermare tale disposizione, introdotta in Senato. Credo sia sintomo della nuova attenzione che l'esecutivo sembra intenzionato a riservare al mondo delle libere professioni, come dimostra anche l'annunciato Statuto dei lavoratori autonomi".
Tale conferma è stata accolta dai professionisti con un certo grado di insoddisfazione e distacco (vedi i commenti sui nostri canali social Facebook, Twitter, Google+ e Linkedin), non tanto per la possibilità di accedere ai fondi (in sé comunque positiva) quanto per la ormai sintomatica prassi di accostare l'attività libero professionale (e ciò che rappresenta) con l'attività imprenditoriale. Sono stati in molti a rilevare l'inutilità di poter accedere ad un fondo che rappresenta comunque un prestito da restituire e pregare il Governo di puntare su altre agevolazioni quali: la diminuzione di una pressione fiscale arrivata ormai ai limiti della vergogna, l'eliminazione dei tanti balzelli che oggi rappresentano solo una inutile vessazione da parte dello Stato (formazione obbligatoria, assicurazione obbligatoria, a breve anche POS obbligatorio, ....) e la tanto desiderata reintroduzione dei minimi tariffari che rappresenterebbe la vera pietra miliare su cui fondare la rinascita delle libere professioni.
Dopo il commento di Confprofessioni (leggi articolo), sono arrivate le dichiarazioni della Fondazione Inarcassa. "Siamo molto soddisfatti della scelta attuata da Governo e Parlamento di mantenere, all'interno della legge di stabilità, l'equiparazione dei liberi professionisti alle PMI per l'accesso ai fondi dell'Unione europea - ha dichiarato il Presidente Andrea Tomasi - Abbiamo temuto un ripensamento. Sopprimere la possibilità per i liberi professionisti di accedere ai fondi europei, seppur per rinviare di qualche mese la disciplina organica della materia nel Jobs act degli autonomi, sarebbe stato dannoso per la categoria. Di conseguenza ritengo molto opportuna la scelta di confermare tale disposizione, introdotta in Senato. Credo sia sintomo della nuova attenzione che l'esecutivo sembra intenzionato a riservare al mondo delle libere professioni, come dimostra anche l'annunciato Statuto dei lavoratori autonomi".
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