Legge di stabilità e Difesa del suolo: “Stanziamento a dir poco ridicolo”
Mentre la legge di stabilità 2014 inizia il proprio cammino al Senato, registriamo un chiaro e puntuale intervento di Gian Vito Graziano, Presidente del Cons...
Mentre la legge di stabilità 2014 inizia il proprio cammino al
Senato, registriamo un chiaro e puntuale intervento di Gian Vito
Graziano, Presidente del Consiglio nazionale dei geologi in merito
al problema della difesa del suolo trattato nella bozza in
circolazione nell’articolo 5 in cui al comma 1 è autorizzata la
spesa di 30 milioni di euro per l’anno 2014, 50 milioni di euro per
l’anno 2015 e 100 milioni di euro per l’anno 2016.
Qui di seguito il pensiero di Gian Vito Graziano sullo stanziamento per la difesa del suolo inserito nella legge di stabilità 2014.
“Da troppo tempo aspettiamo di vedere un programma serio e coraggioso di investimenti, non solo economici, per la messa in sicurezza del territorio, ma sembra che non arrivi mai la volta buona che il Governo si decida ad attuarlo senza altri indugi.
Il Ministro dell'Ambiente Orlando, dopo una serie di consultazioni svolte anche con il Consiglio Nazionale dei Geologi, ha chiesto con forza un Piano straordinario per il rischio idrogeologico, stimando un fabbisogno di circa 40 miliardi di euro in 15 anni per rimettere in ragionevole sicurezza l'Italia. Si tratta di meno di 3 miliardi di euro all'anno da investire in modo preventivo per evitare danni e costi enormemente superiori.
Tutti d'accordo, per fortuna il tema del dissesto idrogeologico è ormai condiviso trasversalmente (in Italia è così, certi temi sono di destra, altri di sinistra), dunque bisogna intervenire. Risultato: la recente Legge di stabilità prevede uno stanziamento per la difesa del suolo di soli 30 milioni di euro all'anno, ovvero un centesimo del relativo fabbisogno annuo.
Uno stanziamento a dir poco ridicolo, poco più di un milione di euro per Regione, che qualcuno ha giustamente chiamato una "mancia", che, come troppo spesso accade, sarà impiegata per interventi tra loro scoordinati e dunque sostanzialmente inutili, quando addirittura non risultino talmente puntuali da trasferire certe situazioni di rischio all'area limitrofa. Mai infatti che si guardi agli interventi sul territorio volgendosi alla complessità del bacino.
Ci saremmo aspettati poi di vedere attuata la proposta tecnico-economica di rifinanziamento per lo studio ed il censimento delle frane, come per il Progetto IFFI, la cui spesa era stata approvata dalla Conferenza Stato-Regioni già nell'ottobre 2012 ma che sino ad oggi non aveva trovato alcuna risorsa. E' evidente a tutti (a destra e a sinistra) quanto sarebbe strategico per la prevenzione assegnare una quota delle risorse per la difesa del suolo all'aggiornamento e integrazione del quadro conoscitivo nazionale, ma purtroppo neanche di questo si trova nulla nella Legge di stabilità.
Da una parte risorse non assegnate, dall'altra risorse palesemente e drammaticamente insufficienti, la cui esiguità spicca ancora di più se teniamo conto che con la stessa Legge di stabilità sono stati previsti stanziamenti di 7 miliardi di euro per l'acquisto di nuove navi da guerra e per il rifinanziamento delle missioni militari all'estero, che si sommano ai 13 miliardi già stanziati per i cacciabombardieri.
Come non notare che un sesto delle spese per il riarmo sarebbe sufficiente a mettere in sicurezza il nostro territorio. Come non sottolineare che la prevenzione e la manutenzione del territorio sono volano per l'economia e consentirebbero di condurre una seria politica economica.
Anche il Parlamento ne è consapevole, se è vero che stanno per discutere un'utile proposta di legge per scorporare dal Patto di stabilità gli investimenti per gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, basata proprio sul presupposto che 1 euro speso in prevenzione determina un risparmio di 10 euro in riparazione dei danni.
Eppure si continuano a promettere investimenti importanti e serie politiche di difesa del suolo, ma quello che manca è il coraggio di farlo davvero.”
Qui di seguito il pensiero di Gian Vito Graziano sullo stanziamento per la difesa del suolo inserito nella legge di stabilità 2014.
“Da troppo tempo aspettiamo di vedere un programma serio e coraggioso di investimenti, non solo economici, per la messa in sicurezza del territorio, ma sembra che non arrivi mai la volta buona che il Governo si decida ad attuarlo senza altri indugi.
Il Ministro dell'Ambiente Orlando, dopo una serie di consultazioni svolte anche con il Consiglio Nazionale dei Geologi, ha chiesto con forza un Piano straordinario per il rischio idrogeologico, stimando un fabbisogno di circa 40 miliardi di euro in 15 anni per rimettere in ragionevole sicurezza l'Italia. Si tratta di meno di 3 miliardi di euro all'anno da investire in modo preventivo per evitare danni e costi enormemente superiori.
Tutti d'accordo, per fortuna il tema del dissesto idrogeologico è ormai condiviso trasversalmente (in Italia è così, certi temi sono di destra, altri di sinistra), dunque bisogna intervenire. Risultato: la recente Legge di stabilità prevede uno stanziamento per la difesa del suolo di soli 30 milioni di euro all'anno, ovvero un centesimo del relativo fabbisogno annuo.
Uno stanziamento a dir poco ridicolo, poco più di un milione di euro per Regione, che qualcuno ha giustamente chiamato una "mancia", che, come troppo spesso accade, sarà impiegata per interventi tra loro scoordinati e dunque sostanzialmente inutili, quando addirittura non risultino talmente puntuali da trasferire certe situazioni di rischio all'area limitrofa. Mai infatti che si guardi agli interventi sul territorio volgendosi alla complessità del bacino.
Ci saremmo aspettati poi di vedere attuata la proposta tecnico-economica di rifinanziamento per lo studio ed il censimento delle frane, come per il Progetto IFFI, la cui spesa era stata approvata dalla Conferenza Stato-Regioni già nell'ottobre 2012 ma che sino ad oggi non aveva trovato alcuna risorsa. E' evidente a tutti (a destra e a sinistra) quanto sarebbe strategico per la prevenzione assegnare una quota delle risorse per la difesa del suolo all'aggiornamento e integrazione del quadro conoscitivo nazionale, ma purtroppo neanche di questo si trova nulla nella Legge di stabilità.
Da una parte risorse non assegnate, dall'altra risorse palesemente e drammaticamente insufficienti, la cui esiguità spicca ancora di più se teniamo conto che con la stessa Legge di stabilità sono stati previsti stanziamenti di 7 miliardi di euro per l'acquisto di nuove navi da guerra e per il rifinanziamento delle missioni militari all'estero, che si sommano ai 13 miliardi già stanziati per i cacciabombardieri.
Come non notare che un sesto delle spese per il riarmo sarebbe sufficiente a mettere in sicurezza il nostro territorio. Come non sottolineare che la prevenzione e la manutenzione del territorio sono volano per l'economia e consentirebbero di condurre una seria politica economica.
Anche il Parlamento ne è consapevole, se è vero che stanno per discutere un'utile proposta di legge per scorporare dal Patto di stabilità gli investimenti per gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, basata proprio sul presupposto che 1 euro speso in prevenzione determina un risparmio di 10 euro in riparazione dei danni.
Eppure si continuano a promettere investimenti importanti e serie politiche di difesa del suolo, ma quello che manca è il coraggio di farlo davvero.”
A cura di Ilenia
Cicirello
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