Liberalizzazione nella responsabilità: c'è l'ok delle professioni tecniche
Positiva la valutazione dei presidenti dei Consigli nazionali di architetti, chimici, dottori agronomi e dottori forestali, geologi, geometri, ingegneri, per...
Positiva la valutazione dei presidenti dei Consigli nazionali di
architetti, chimici, dottori agronomi e dottori forestali, geologi,
geometri, ingegneri, periti agrari, periti industriali e tecnologi
alimentari sul provvedimento di riforma del comparto contenuto
nella Manovra bis
Pieno accoglimento da parte delle professioni di area tecnica della Manovra bis. Il decreto legge anticrisi va finalmente verso una vera modernizzazione del comparto ordinistico. I presidenti di architetti, chimici, dottori agronomi e dottori forestali, geologi, geometri, ingegneri, periti agrari, periti industriali e tecnologi alimentari si sono riuniti il 24 agosto scorso a Roma e in maniera unitaria hanno manifestato un sostanziale consenso verso l'art. 3 del Dl 138 del 2011 che non solo mantiene i principi su cui si basa il sistema ordinistico italiano, ma fissa anche le linee generali per una riforma organica delle professioni. Il provvedimento in esame introduce, infatti, un riordino complessivo della materia, dando un impulso concreto di ammodernamento al sistema Paese finalizzato allo sviluppo e al superamento della crisi economica. Tutto attraverso il principio di responsabilità.
L'accoglimento di tale principio è stata confermato nel confronto tra i vertici delle categorie tecniche che hanno ribadito il loro impegno comune per gestire nel miglior modo e soprattutto in via unitaria il sistema dei nuovi ordinamenti. Uno dei punti cardine sarà, infatti, quello di farsi parte attiva per promuovere una riforma del quadro professionale che risponda a criteri di semplificazione e razionalizzazione. L'obiettivo è anche di andare verso l'introduzione di misure in grado di rimuovere ciò che penalizza le professioni rispetto a tutte le altre attività economiche, e cioè la possibilità di svolgere l'attività in forma societaria tipica, salvaguardando - a garanzia del cittadino e della collettività - l'autonomia e l'indipendenza di giudizio, intellettuale e tecnico, del professionista. Si sono già persi due decenni dietro inutili pregiudizi ideologici che hanno allontanato il dibattito sulla riforma dalla realtà quotidiana del mondo delle professioni. C'è ora l'occasione per recuperare il tempo perduto. Le professioni di area tecnica sono pronte a fare la loro parte, consapevoli di concorrere con senso di responsabilità all'urgente e necessario rilancio dello sviluppo del Paese per competere in Europa e nel mondo globalizzato.
A cura dell'Ufficio Stampa c/o CNPI
Pieno accoglimento da parte delle professioni di area tecnica della Manovra bis. Il decreto legge anticrisi va finalmente verso una vera modernizzazione del comparto ordinistico. I presidenti di architetti, chimici, dottori agronomi e dottori forestali, geologi, geometri, ingegneri, periti agrari, periti industriali e tecnologi alimentari si sono riuniti il 24 agosto scorso a Roma e in maniera unitaria hanno manifestato un sostanziale consenso verso l'art. 3 del Dl 138 del 2011 che non solo mantiene i principi su cui si basa il sistema ordinistico italiano, ma fissa anche le linee generali per una riforma organica delle professioni. Il provvedimento in esame introduce, infatti, un riordino complessivo della materia, dando un impulso concreto di ammodernamento al sistema Paese finalizzato allo sviluppo e al superamento della crisi economica. Tutto attraverso il principio di responsabilità.
L'accoglimento di tale principio è stata confermato nel confronto tra i vertici delle categorie tecniche che hanno ribadito il loro impegno comune per gestire nel miglior modo e soprattutto in via unitaria il sistema dei nuovi ordinamenti. Uno dei punti cardine sarà, infatti, quello di farsi parte attiva per promuovere una riforma del quadro professionale che risponda a criteri di semplificazione e razionalizzazione. L'obiettivo è anche di andare verso l'introduzione di misure in grado di rimuovere ciò che penalizza le professioni rispetto a tutte le altre attività economiche, e cioè la possibilità di svolgere l'attività in forma societaria tipica, salvaguardando - a garanzia del cittadino e della collettività - l'autonomia e l'indipendenza di giudizio, intellettuale e tecnico, del professionista. Si sono già persi due decenni dietro inutili pregiudizi ideologici che hanno allontanato il dibattito sulla riforma dalla realtà quotidiana del mondo delle professioni. C'è ora l'occasione per recuperare il tempo perduto. Le professioni di area tecnica sono pronte a fare la loro parte, consapevoli di concorrere con senso di responsabilità all'urgente e necessario rilancio dello sviluppo del Paese per competere in Europa e nel mondo globalizzato.
A cura dell'Ufficio Stampa c/o CNPI
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