Manutenzione edifici: più sicurezza per i cittadini e più valore agli immobili
Il recente crollo degli ultimi tre piani della palazzina del centro di Roma, lungo Tevere Flaminio, porta a compiere una riflessione sulla manutenzione degli...
Il recente crollo degli ultimi tre piani della palazzina del centro di Roma, lungo Tevere Flaminio, porta a compiere una riflessione sulla manutenzione degli edifici, da considerare come un'attività strategica nel settore delle costruzioni di ogni Paese sviluppato, soprattutto in Italia. Qui, infatti, il volume di edificato pro-capite è tra i più alti di Europa e il volume in euro di lavoro generato dalle attività sul costruito supera quello legato alle nuove costruzioni. Questi alcuni degli spunti tratti dal libro, presentato nella Capitale, “Linee guida per la manutenzione degli edifici”, frutto della collaborazione tra il CNIM (Comitato Nazionale Italiano per la Manutenzione), l’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma e diversi gruppi di studio.
Tra il 2014 e il 2015 su un valore complessivo del settore delle costruzioni pari a 169 miliardi di euro, la spesa di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria si è aggirata sui 117 miliardi. L'attività di salvaguardia dell'esistente è stata, quindi, pari al 70% dell'intero fatturato del comparto edile. Nello specifico, gli interventi straordinari sul patrimonio residenziale di impianti, strutture e finiture hanno rappresentato un valore economico di circa 47 miliardi di euro. La crescita di questo ambito è stata sostenuta dalle misure di incentivazione erogate dal Governo negli ultimi anni, ma anche dalla crisi delle costruzioni e delle vendite immobiliari.
“Il libro, nato dalla collaborazione di più parti interessate al processo di cura dell'esistente, mira a sviluppare una cultura della manutenzione, che non deve essere considerata esclusivamente come un intervento straordinario”- afferma Carla Cappiello, Presidente dell'Ordine degli Ingegneri di Roma- I beni edilizi non sono immutabili, poiché subiscono, tra l'altro, il degrado naturale del tempo, che si può contrastare solo con una manutenzione graduale e programmata, che permetterebbe da una parte di dare maggiore sicurezza ai fruitori di un edificio e dall'altra a non alterare il valore di mercato degli immobili”.
In questo panorama, caratterizzato da una necessità di una corretta e sistematica progettazione degli interventi di manutenzione, il testo propone di introdurre nel quadro legislativo e, di conseguenza nel settore immobiliare, l'Archivio Tecnico del Fabbricato e il Libretto di Uso e Manutenzione di un edificio. Il primo strumento rappresenterebbe l'evoluzione del Fascicolo del Fabbricato, registrando, laddove possibile, gli atti autorizzativi, reperibili dalle banche dati di Comuni, Genio Civile e Catasto, per la costruzione di un determinato edificio e tutte le modifiche apportate alla sua struttura originaria. Mentre il secondo rappresenterebbe una programmazione di tutti gli interventi di manutenzione per le diverse parti dell'edificio, come ascensori, impianti elettrici, termici, idrici, nonché per la struttura portante e divisoria. Entrambi questi mezzi potrebbero entrare nel quadro di accordi di autoregolamentazione tra CNIM, ABI, Rappresentanze di Proprietà Edilizia, Agenti Immobiliari, Amministratori di Condominio, Società Assicuratrici, Ordini professionali.
Presenti all'incontro Aurelio Misiti, Presidente CNIM, Comitato Nazionale Italiano per la Manutenzione, Paolo Cannavò, Presidente FECC, Federazione Europea Manager delle Costruzioni, Carla Cappiello, Presidente Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma.
A cura di Ufficio Stampa Ordine Ingegneri di Roma
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