Manutenzione straordinaria senza titolo abilitativo: non si rassegnano gli Architetti di Roma
Nonostante la contrarietà che ha unito architetti, ingegneri e geometri, nella seduta n. 87 del 19 marzo 2010 , il Consiglio dei Ministri ha approvato un dec...
Nonostante la contrarietà che ha unito architetti, ingegneri e
geometri, nella seduta n. 87 del 19 marzo 2010 , il Consiglio dei
Ministri ha approvato un decreto-legge che, tra le altre cose,
contiene misure di semplificazione che consentono di
realizzare, senza alcun titolo abilitativo, interventi
edilizi di manutenzione ordinaria e straordinaria,
eliminazione di barriere architettoniche, opere temporanee di
ricerca nel sottosuolo, movimenti di terra pertinenti all'esercizio
di attività agricola, serre mobili stagionali, opere di
pavimentazione e di finitura di spazi esterni, pannelli
fotovoltaici e termici, aree ludiche senza fini di lucro.
Dopo le proteste dei Consigli Nazionali di Architetti e Ingegneri, è arrivata la lettera aperta dell'Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Roma che, non rassegnatosi al provvedimento, ha affermato che il mondo politico non può continuare ad ignorare il contributo proveniente dal mondo delle professioni tecniche e che già prima dell'approvazione del decreto, architetti, ingegneri, geometri nei mesi scorsi avevano più volte evidenziato i rischi connessi con questo tipo di liberalizzazione delle procedure edilizie.
In particolare, gli Architetti di Roma hanno evidenziato come l'abolizione della DIA per le opere di manutenzione straordinaria, inserita nel decreto incentivi approvato dal Consiglio dei Ministri, ignora completamenti gli avvertimenti dei tecnici circa le possibili conseguenze che avrà in termini di normativa antisismica, di sicurezza, igienico-sanitarie, di efficienza energetica e di prescrizioni del Codice dei Beni Culturali.
Gli Architetti di Roma hanno anche ricordato come nei mesi scorsi il Consiglio Nazionale degli Architetti aveva proposto un emendamento al terzo comma dell'art. 32 del ddl approvato dal CdM il 12 novembre 2009. In particolare, era stato proposto, pur eliminando la procedura della DIA per la manutenzione straordinaria, di far dirigere i lavori di manutenzione straordinaria da un tecnico abilitato che possa redigere elaborati e/o relazione tecnica asseverata, da allegare alla comunicazione di inizio lavori, e che al termine degli stessi possa certificare con una dichiarazione asseverata che i lavori non hanno interessato il sistema strutturale dell'immobile, sono compatibili con il contesto ambientale e paesaggistico e sono igienicamente conformi alla normativa vigente. Ma, nonostante le successive rassicurazioni da parte del Governo, la proposta degli Architetti è stata respinta.
Gli Architetti di Roma hanno fatto notare come "da oggi il controllo che la demolizione di un muro dentro casa non incide sull'equilibrio strutturale di un edificio è affidata unicamente alla valutazione del committente che, nella maggior parte dei casi, non ha le competenze tecnico-normative necessarie per effettuare una verifica seria. Da oggi, considerato anche lo stato di gran parte del patrimonio edilizio italiano, l'inizio dei lavori nell'appartamento del mio vicino di casa ci rende tutti più inquieti".
Non volendosi rassegnare a questo provvedimento, l'Ordine degli Architetti di Roma ha avviato un'azione di concertazione con altri ordini provinciali, con gli ingegneri e con i geometri per cercare in tutti i modi possibili di cambiare il testo del Decreto Legge in fase di conversione in legge.
Dopo le proteste dei Consigli Nazionali di Architetti e Ingegneri, è arrivata la lettera aperta dell'Ordine degli Architetti P.P.C. della Provincia di Roma che, non rassegnatosi al provvedimento, ha affermato che il mondo politico non può continuare ad ignorare il contributo proveniente dal mondo delle professioni tecniche e che già prima dell'approvazione del decreto, architetti, ingegneri, geometri nei mesi scorsi avevano più volte evidenziato i rischi connessi con questo tipo di liberalizzazione delle procedure edilizie.
In particolare, gli Architetti di Roma hanno evidenziato come l'abolizione della DIA per le opere di manutenzione straordinaria, inserita nel decreto incentivi approvato dal Consiglio dei Ministri, ignora completamenti gli avvertimenti dei tecnici circa le possibili conseguenze che avrà in termini di normativa antisismica, di sicurezza, igienico-sanitarie, di efficienza energetica e di prescrizioni del Codice dei Beni Culturali.
Gli Architetti di Roma hanno anche ricordato come nei mesi scorsi il Consiglio Nazionale degli Architetti aveva proposto un emendamento al terzo comma dell'art. 32 del ddl approvato dal CdM il 12 novembre 2009. In particolare, era stato proposto, pur eliminando la procedura della DIA per la manutenzione straordinaria, di far dirigere i lavori di manutenzione straordinaria da un tecnico abilitato che possa redigere elaborati e/o relazione tecnica asseverata, da allegare alla comunicazione di inizio lavori, e che al termine degli stessi possa certificare con una dichiarazione asseverata che i lavori non hanno interessato il sistema strutturale dell'immobile, sono compatibili con il contesto ambientale e paesaggistico e sono igienicamente conformi alla normativa vigente. Ma, nonostante le successive rassicurazioni da parte del Governo, la proposta degli Architetti è stata respinta.
Gli Architetti di Roma hanno fatto notare come "da oggi il controllo che la demolizione di un muro dentro casa non incide sull'equilibrio strutturale di un edificio è affidata unicamente alla valutazione del committente che, nella maggior parte dei casi, non ha le competenze tecnico-normative necessarie per effettuare una verifica seria. Da oggi, considerato anche lo stato di gran parte del patrimonio edilizio italiano, l'inizio dei lavori nell'appartamento del mio vicino di casa ci rende tutti più inquieti".
Non volendosi rassegnare a questo provvedimento, l'Ordine degli Architetti di Roma ha avviato un'azione di concertazione con altri ordini provinciali, con gli ingegneri e con i geometri per cercare in tutti i modi possibili di cambiare il testo del Decreto Legge in fase di conversione in legge.
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A cura di Ilenia
Cicirello
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