Marche: Riqualificazione urbana e assetto idrogeologico, proposta di legge della giunta regionale
"Rinnovare le città costruite" per rilanciare il settore edilizio, contenere il consumo dei suoli, recuperare le aree degradate. A questo concetto si ispira ...
"Rinnovare le città costruite" per rilanciare il settore
edilizio, contenere il consumo dei suoli, recuperare le aree
degradate. A questo concetto si ispira la proposta di legge sulla
riqualificazione urbana che la Giunta regionale ha inviato
all'Assemblea legislativa per l'approvazione.
Il testo è all'esame della 4a Commissione consiliare e anticipa alcuni contenuti della nuova legge regionale sull'urbanistica che la Regione sta elaborando.
"E' la seconda normativa che, in un anno, la Giunta regionale ha emanato per sostenere il comparto edilizio e garantire solide basi alla crescita economica delle Marche - afferma l'assessore al Territorio, Luigi Viventi - Dopo il Piano casa dei primi mesi del 2011, le previsioni in esso contenute vengono ora rafforzate con scelte innovative che tendono a favorire gli interventi, rendendoli più vantaggiosi e facilitandone la realizzazione attraverso procedure più snelle. Novità che non sono sfuggite ad altre amministrazioni regionali, tanto che la Regione Friuli Venezia Giulia ha chiesto di poter visionare quanto abbiamo predisposto con i nostri tecnici".
I contenuti della nuova proposta di legge sono stati illustrati in una conferenza stampa alla quale, insieme a Viventi, hanno partecipato i dirigenti dei servizi Territorio, Antonio Minetti, e Legislativo, Paolo Londrillo.
Gli obiettivi della proposta di legge vengono conseguiti con strumenti urbanistici snelli, denominati Poru (Programmi operativi per la riqualificazione urbana). Sono definiti dalle amministrazioni comunali, anche acquisendo idee e proposte formulate dai cittadini. Possono prevedere più aree d'intervento.
Una prima novità è rappresentata dalla possibilità di predisporre Poru intercomunali, che coinvolgono aree di confine, prevedendo interventi di riqualificazione programmati in maniera congiunta e coordinata.
Altra novità è rappresentata dalla cosiddetta "premialità": per favorire l'avvio delle riqualificazioni, la proposta di legge prevede che il Poru possa consentire incrementi sino al 10 per cento degli indici edificatori fissati nei Piani regolatori vigenti, elevabili al 15 per cento nei Programmi intercomunali (recupero di zone appartenenti a più Comuni). Un ulteriore premio viene previsto per le progettazioni di qualità: un 5 per cento aggiuntivo va riconosciuto agli interventi realizzato attraverso concorsi di architettura, che garantiscono un recupero del costruito secondo i migliori parametri qualitativi. Inoltre, se gli incrementi volumetrici non superano questi valori (il 10 per cento comunale, il 15 per cento intercomunale, entrambi eventualmente maggiorati dal 5 per cento dei concorsi di architettura), i Poru sono approvati direttamente dai Comuni, senza il previsto passaggio in Provincia, riducendo i tempi di adozione da circa due anni a tre o quattro mesi. Questa possibilità agevola il lavoro delle stesse Province, che possono concentrarsi sulle grandi progettazioni urbanistiche, lasciando ai Comuni quelle di interesse locale.
Una terza, rilevante novità, contenuta nella proposta di legge, riguarda la perequazione urbanistica, già sperimentata in altri contesti regionali, ancora non diffusa nelle Marche. Oltre che nei Poru, può essere applicata in tutti i Piani regolatori vigenti. Consente una redistribuzione equa del valore aggiunto creato dalla trasformazione fra i proprietari interessati. I diritti edificatori vengono ripartiti, secondo il capitale investito, tra i titolari delle aree urbane recuperate, in modo da garantire ai Comuni la disponibilità di suoli da destinare a verde o attrezzature pubbliche.
Il testo, inoltre, dispone che gli interventi urbanistici vengano subordinati a una'attenta verifica degli assetti idrogeologi delle aree riqualificate. Infine, per orientare le trasformazioni urbane verso la riqualificazione dei quartieri esistenti, nelle norme transitorie è previsto il blocco temporaneo di ulteriori espansioni delle aree edificabili nei Comuni che non abbiano completato almeno il 90 per cento di quelle già previste (fatta salva la possibilità di ampliamento per le attività produttive già insediate).
Fonte: www.regione.marche.it
Il testo è all'esame della 4a Commissione consiliare e anticipa alcuni contenuti della nuova legge regionale sull'urbanistica che la Regione sta elaborando.
"E' la seconda normativa che, in un anno, la Giunta regionale ha emanato per sostenere il comparto edilizio e garantire solide basi alla crescita economica delle Marche - afferma l'assessore al Territorio, Luigi Viventi - Dopo il Piano casa dei primi mesi del 2011, le previsioni in esso contenute vengono ora rafforzate con scelte innovative che tendono a favorire gli interventi, rendendoli più vantaggiosi e facilitandone la realizzazione attraverso procedure più snelle. Novità che non sono sfuggite ad altre amministrazioni regionali, tanto che la Regione Friuli Venezia Giulia ha chiesto di poter visionare quanto abbiamo predisposto con i nostri tecnici".
I contenuti della nuova proposta di legge sono stati illustrati in una conferenza stampa alla quale, insieme a Viventi, hanno partecipato i dirigenti dei servizi Territorio, Antonio Minetti, e Legislativo, Paolo Londrillo.
Gli obiettivi della proposta di legge vengono conseguiti con strumenti urbanistici snelli, denominati Poru (Programmi operativi per la riqualificazione urbana). Sono definiti dalle amministrazioni comunali, anche acquisendo idee e proposte formulate dai cittadini. Possono prevedere più aree d'intervento.
Una prima novità è rappresentata dalla possibilità di predisporre Poru intercomunali, che coinvolgono aree di confine, prevedendo interventi di riqualificazione programmati in maniera congiunta e coordinata.
Altra novità è rappresentata dalla cosiddetta "premialità": per favorire l'avvio delle riqualificazioni, la proposta di legge prevede che il Poru possa consentire incrementi sino al 10 per cento degli indici edificatori fissati nei Piani regolatori vigenti, elevabili al 15 per cento nei Programmi intercomunali (recupero di zone appartenenti a più Comuni). Un ulteriore premio viene previsto per le progettazioni di qualità: un 5 per cento aggiuntivo va riconosciuto agli interventi realizzato attraverso concorsi di architettura, che garantiscono un recupero del costruito secondo i migliori parametri qualitativi. Inoltre, se gli incrementi volumetrici non superano questi valori (il 10 per cento comunale, il 15 per cento intercomunale, entrambi eventualmente maggiorati dal 5 per cento dei concorsi di architettura), i Poru sono approvati direttamente dai Comuni, senza il previsto passaggio in Provincia, riducendo i tempi di adozione da circa due anni a tre o quattro mesi. Questa possibilità agevola il lavoro delle stesse Province, che possono concentrarsi sulle grandi progettazioni urbanistiche, lasciando ai Comuni quelle di interesse locale.
Una terza, rilevante novità, contenuta nella proposta di legge, riguarda la perequazione urbanistica, già sperimentata in altri contesti regionali, ancora non diffusa nelle Marche. Oltre che nei Poru, può essere applicata in tutti i Piani regolatori vigenti. Consente una redistribuzione equa del valore aggiunto creato dalla trasformazione fra i proprietari interessati. I diritti edificatori vengono ripartiti, secondo il capitale investito, tra i titolari delle aree urbane recuperate, in modo da garantire ai Comuni la disponibilità di suoli da destinare a verde o attrezzature pubbliche.
Il testo, inoltre, dispone che gli interventi urbanistici vengano subordinati a una'attenta verifica degli assetti idrogeologi delle aree riqualificate. Infine, per orientare le trasformazioni urbane verso la riqualificazione dei quartieri esistenti, nelle norme transitorie è previsto il blocco temporaneo di ulteriori espansioni delle aree edificabili nei Comuni che non abbiano completato almeno il 90 per cento di quelle già previste (fatta salva la possibilità di ampliamento per le attività produttive già insediate).
Fonte: www.regione.marche.it
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