NESSUN BLOCCO PER IL MOSE

Il Ministro interviene sulla notizia dei giorni scorsi in merito a un possibile blocco del Mose sia per l'enorme spesa sia per fondati motivi di impatto ambi...

13/06/2006
Il Ministro interviene sulla notizia dei giorni scorsi in merito a un possibile blocco del Mose sia per l'enorme spesa sia per fondati motivi di impatto ambientale sollevati dalla Giunta Cacciari.
Il quesito, riportato su queste news, riguardava il progetto del sistema di paratie mobili che dovrebbero servire a proteggere la Laguna di Venezia dall'acqua alta.

E' noto infatti in tutto il mondo il problema dell’innalzamento delle acque della laguna che regolarmente affondano le vie di comunicazione della Laguna veneta con grande disagio ai cittadini e per i turisti.
A seguito di un consiglio dedicato al tema Mose, si è svolto un incontro tra il sindaco di Venezia Cacciari con il ministro Antonio Di Pietro.
La posizione del Ministro delle Infrastrutture è quella che "Non ci sono progetti alternativi". Il progetto infatti prevede un sistema di 78 scafi, larghi 32 metri e lunghi 25 da collocare nelle tre bocche di porti lagunari per un impegno di spesa di 4.100 milioni di euro. "Non è all'ordine del giorno - è stato ancora detto - la sospensione di un’opera per cui sono già stati realizzati il 25% dei lavori".

Il comitato tecnico approvato dalla giunta Cacciari per studiare eventuali ipotesi di impatto del Mose con la Laguna intanto si insedierà comunque a luglio prossimo mentre l'opera intanto proseguirà senza interruzioni.
Il Ministro Antonio Di Pietro, incontrando il sindaco di Venezia si è mostrato favorevole alla necessità del "Comitatone" che si esprimeà in merito alle domande avanzata dal sindaco Cacciari già all'ex governo Berlusconi.

Tra le due parti per il momento ci si ferma qui. Non rimane che attendere nuovi sviluppi. Niente quindi sospensione del Mose al momento. "Quando uno firma un contratto d'appalto - giustifica la sua decisione il ministro - è come se si buttasse dal decimo piano. Non è che quando arriva al quinto, può ripensarci e tornare indietro". Le opere appaltate, quindi, andranno avanti, sempre che stringendosi un pò si trovino le risorse disponibili.


a cura di Salvo Sbacchis
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