NON SI FERMA LA DISCESA DEI TASSI
Il Consiglio direttivo della Banca centrale Europea ha comunicato il settimo ribasso dei tassi a distanza di circa di un mese del precedente dell’8 aprile ad...
Il Consiglio direttivo della Banca centrale Europea ha
comunicato il settimo ribasso dei tassi a distanza di circa di un
mese del precedente dell’8 aprile adottando le seguenti decisioni
di politica monetaria:
- il tasso minimo di offerta sulle operazioni di rifinanziamento principali dell’Eurosistema è diminuito di 25 punti base, all’1,00%, a decorrere dall’operazione con regolamento l’13 maggio 2009;
- il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale è sceso all’1,75%;
- il tasso di interesse sui depositi presso la banca centrale non è diminuito ed è rimasto allo 0,25%.
Con le sei diminuzioni dell’8 ottobre, del 12 novembre e del 10 dicembre 2008, del 21 gennaio, dell’11 marzo 2009, dell’8 aprile 2008 e del 13 maggio i tassi sono scesi al 1,00 % attestandosi al minimo storico; le sette diminuzioni hanno fatto seguito a ben nove aumenti decisi dal mese di dicembre 2005 al mese di luglio 2008 che avevano portato il tasso dal 2,00% (giugno 2003) al 4,25% (luglio 2008).
Siamo, dunque, al minimo storico.
La Banca centrale europea varerà altre misure “non convenzionali” di politica monetaria a sostegno dell'economia. Lo ha annunciato oggi il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet durante la conferenza stampa successiva al consiglio direttivo della Banca centrale europea che ha ridotto il costo del denaro di un quarto di punto, all'1 per cento.
Dopo il taglio deciso oggi, ha spiegato ancora Trichet, “il livello dei tassi di interesse nell'Eurozona è adeguato, pur non rappresentando il minimo”, ma la Bce ha deciso la via dell'allentamento quantitativo alla luce del continuo calo dell'inflazione e della “grave” recessione in cui si muove la congiuntura europea. L'inflazione nell'Eurozona potrebbe risultare negativa a metà anno.
Trichet ha anche chiarito che in giugno sarà apportata una netta revisione al ribasso delle stime rispetto ai dati diffusi in marzo, per portarle in linea con quanto già annunciato da Commissione Europea e Fmi, mentre il secondo trimestre sarà negativo “ma molto meno di quanto visto in precedenza”.
La Banca centrale europea, del resto, ha deciso di tagliare di nuovo il tasso di rifinanziamento, di 25 punti base a un nuovo minimo storico dell'1% “in vista di tassi di inflazione sempre moderati a causa del forte calo registrato dai prezzi delle materie prime e del marcato indebolimento dell'attività economica nell'Eurozona e a livello globale”.
L'Eurozona, come il resto del mondo, “sta attraverso una fase di grave rallentamento economico con livelli di domanda dall'estero e interna sempre molto debole nel 2009, prima di una graduale ripresa nel corso del 2010”. Gli ultimi dati e inchieste “suggeriscono, tuttavia, qualche primo segnale di stabilizzazione a livelli molto bassi, dopo un primo trimestre molto più debole del previsto”.
- il tasso minimo di offerta sulle operazioni di rifinanziamento principali dell’Eurosistema è diminuito di 25 punti base, all’1,00%, a decorrere dall’operazione con regolamento l’13 maggio 2009;
- il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale è sceso all’1,75%;
- il tasso di interesse sui depositi presso la banca centrale non è diminuito ed è rimasto allo 0,25%.
Con le sei diminuzioni dell’8 ottobre, del 12 novembre e del 10 dicembre 2008, del 21 gennaio, dell’11 marzo 2009, dell’8 aprile 2008 e del 13 maggio i tassi sono scesi al 1,00 % attestandosi al minimo storico; le sette diminuzioni hanno fatto seguito a ben nove aumenti decisi dal mese di dicembre 2005 al mese di luglio 2008 che avevano portato il tasso dal 2,00% (giugno 2003) al 4,25% (luglio 2008).
Siamo, dunque, al minimo storico.
La Banca centrale europea varerà altre misure “non convenzionali” di politica monetaria a sostegno dell'economia. Lo ha annunciato oggi il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet durante la conferenza stampa successiva al consiglio direttivo della Banca centrale europea che ha ridotto il costo del denaro di un quarto di punto, all'1 per cento.
Dopo il taglio deciso oggi, ha spiegato ancora Trichet, “il livello dei tassi di interesse nell'Eurozona è adeguato, pur non rappresentando il minimo”, ma la Bce ha deciso la via dell'allentamento quantitativo alla luce del continuo calo dell'inflazione e della “grave” recessione in cui si muove la congiuntura europea. L'inflazione nell'Eurozona potrebbe risultare negativa a metà anno.
11 Maggio 2001 | 4,50% |
31 Agosto 2001 | 4,25% |
18 Settembre 2001 | 3,75% |
9 Novembre 2001 | 3,25% |
6 Dicembre 2002 | 2,75% |
7 Marzo 2003 | 2,50% |
6 Giugno 2003 | 2,00% |
6 Dicembre 2005 | 2,25% |
8 Marzo 2006 | 2,50% |
15 Giugno 2006 | 2,75% |
9 Agosto 2006 | 3,00% |
11 Ottobre 2006 | 3,25% |
13 Dicembre 2006 | 3,50% |
14 Marzo 2007 | 3,75% |
13 Giugno 2007 | 4,00% |
9 Luglio 2008 | 4,25% |
8 Ottobre 2008 | 3,75% |
12 Novembre 2008 | 3,25% |
10 dicembre 2008 | 2,50% |
21 gennaio 2009 | 2,00% |
11 marzo 2009 | 1,50% |
8 aprile 2009 | 1,25% |
13 maggio 2009 | 1,00% |
Trichet ha anche chiarito che in giugno sarà apportata una netta revisione al ribasso delle stime rispetto ai dati diffusi in marzo, per portarle in linea con quanto già annunciato da Commissione Europea e Fmi, mentre il secondo trimestre sarà negativo “ma molto meno di quanto visto in precedenza”.
La Banca centrale europea, del resto, ha deciso di tagliare di nuovo il tasso di rifinanziamento, di 25 punti base a un nuovo minimo storico dell'1% “in vista di tassi di inflazione sempre moderati a causa del forte calo registrato dai prezzi delle materie prime e del marcato indebolimento dell'attività economica nell'Eurozona e a livello globale”.
L'Eurozona, come il resto del mondo, “sta attraverso una fase di grave rallentamento economico con livelli di domanda dall'estero e interna sempre molto debole nel 2009, prima di una graduale ripresa nel corso del 2010”. Gli ultimi dati e inchieste “suggeriscono, tuttavia, qualche primo segnale di stabilizzazione a livelli molto bassi, dopo un primo trimestre molto più debole del previsto”.
A cura di Paolo
Oreto
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