NUOVE COSTRUZIONI ECO-TECH
L’architettura “eco-tech”, partita in sordina, è ormai diventata un must della progettazione mondiale: nelle nuove costruzioni si riconoscono due tendenze di...
L’architettura “eco-tech”, partita in sordina, è ormai diventata un
must della progettazione mondiale: nelle nuove costruzioni si
riconoscono due tendenze distinte e ben precise.
Una riguarda l’ecotech di cui si ritrovano esponenti quali Norman Foster, Richard Rogers, Nicholas Grimshaw, William Alsop e Renzo Piano che usano la tecnologia per attuare un nuovo rapporto tra uomo e natura.
La seconda, invece, seguita da Emilio Ambasz, Site, West8, Jean Nouvel e il botanico Patrick Blanc si indirizza ad una interazione e complementarietà di natura e architettura che porta alla realizzazione di paesaggi artificiali attraverso pareti arboree e tetti verdi.
Queste tendenze sono altamente riconoscibili all’estero, come a New York con la Hearst Tower di Norman Foster che di fatto risulta essere il primo green building realizzato, in cui l’acciaio utilizzato è per l’85% riciclato e le vetrate fanno da filtro in modo da consentire il passaggio di luce ma non di calore, e in Cina , a Dongtan, dove per il 2040 è prevista la fine della realizzazione della prima città interamente sostenibile (case orientate al sole e alimentate da turbine eoliche) in cui troveranno posto, su 630 ettari, circa 500 mila abitanti.
L’Italia, questa volta, non è rimasta indietro: la nostra generazione degli architetti quarantenni, infatti, è stata forse più all’avanguardia di altri.
Mario Cucinella, architetto bolognese, che ormai coniuga, sistematicamente, architettura e hi-tech ambientale, ha progettato, con Favaro & Milan Ingegneria, il Sieeb (Sino italian ecological efficient building) nel campus dell’Università di Tsinghua a Pechino.
Altri esempi, sicuramente più recente, che dimostrano come anche le amministrazioni e le imprese vadano in questa direzione sono la nuova sede Arpa di Ferrara (vera e propria macchina bioclimatica) e gli uffici della Renco di Pesaro, dove si ritrovano soluzioni progettuali e impiantistiche innovative per il risparmio energetico.
Altri esempi di riduzione dell’impatto delle costruzioni sull’ambiente si ritrovano nel completamento delle residenze a Milanofiori Nord, nel villaggio bioclimatico di Schio, nella cantina Colle Massari del 2005 a Cinigiano (Grosseto), nell’Enviroment Park di Torino dove, ad esempio, il verde sale sin sui tetti contribuendo alla regolazione termica degli edifici. Sempre a Torino, poi, verrà nei prossimi giorni inaugurata la sede degli Architetti di Avventura Urbana: è il primo ed unico edificio che rispetta le indicazioni riportate nell’allegato energetico-ambientale del regolamento edilizio di Torino.
La struttura, infatti, emette meno di 5 chilogrammi per metro quadro all’anno di anidride carbonica, che rappresenta il 20% in meno della quantità emanata da un edificio tradizionale. Da segnalare sono poi il condominio, denominato “CasaClima” a Bolzano e il nuovo ospedale di Mestre, pronto per l’autunno, dove i consumi di energia verranno notevolmente abbattuti.
Per riuscire a implementare ancora questo tipo di realizzazioni, secondo la vicentina Luisa Fontana, bisogna modificare radicalmente l’approccio al progetto, lasciando i modelli consolidati e puntando alla sperimentazione, in modo da non correre il rischio di far diventare gli edifici un miscuglio di prodotti certificati e non un organismo integrato.
In questo senso, con successo, si stanno muovendo due ingegneri italiani, Marco Poletto e Claudia Pasquero che hanno fondato l’ecoLogicStudio (consulenze, progetti di architettura, workshop) supportato dall’utilizzo di strumenti digitali innovativi; anche secondo Poletto quello che manca è un integrazione degli elementi che porti alla creazione di un “organismo intelligente”.
Esempi di sperimentazione e, soprattutto, integrazione in Italia è la Water Power per la Valle dei Mulini ad Amalfi e gli uffici, già progettati da Renzo Piano ma ancora da realizzare all’Eur a Roma al posto delle torri del Ministero delle Finanze o il nuovo centro commerciale a Carugate progettato da Systematica Works e DunnettCraven con ecoLogicStudio che prevede la realizzazione di un tetto di 16mila metri quadri tutto a verde. Infine, in cantiere c’è la realizzazione del Centro delle Professioni e il Distretto Interdisciplinare della Ricerca e della Tecnologia-A1 nel contesto del Parco scientifico tecnologico Kilometro Rosso di Jean Nouvel.
Una riguarda l’ecotech di cui si ritrovano esponenti quali Norman Foster, Richard Rogers, Nicholas Grimshaw, William Alsop e Renzo Piano che usano la tecnologia per attuare un nuovo rapporto tra uomo e natura.
La seconda, invece, seguita da Emilio Ambasz, Site, West8, Jean Nouvel e il botanico Patrick Blanc si indirizza ad una interazione e complementarietà di natura e architettura che porta alla realizzazione di paesaggi artificiali attraverso pareti arboree e tetti verdi.
Queste tendenze sono altamente riconoscibili all’estero, come a New York con la Hearst Tower di Norman Foster che di fatto risulta essere il primo green building realizzato, in cui l’acciaio utilizzato è per l’85% riciclato e le vetrate fanno da filtro in modo da consentire il passaggio di luce ma non di calore, e in Cina , a Dongtan, dove per il 2040 è prevista la fine della realizzazione della prima città interamente sostenibile (case orientate al sole e alimentate da turbine eoliche) in cui troveranno posto, su 630 ettari, circa 500 mila abitanti.
L’Italia, questa volta, non è rimasta indietro: la nostra generazione degli architetti quarantenni, infatti, è stata forse più all’avanguardia di altri.
Mario Cucinella, architetto bolognese, che ormai coniuga, sistematicamente, architettura e hi-tech ambientale, ha progettato, con Favaro & Milan Ingegneria, il Sieeb (Sino italian ecological efficient building) nel campus dell’Università di Tsinghua a Pechino.
Altri esempi, sicuramente più recente, che dimostrano come anche le amministrazioni e le imprese vadano in questa direzione sono la nuova sede Arpa di Ferrara (vera e propria macchina bioclimatica) e gli uffici della Renco di Pesaro, dove si ritrovano soluzioni progettuali e impiantistiche innovative per il risparmio energetico.
Altri esempi di riduzione dell’impatto delle costruzioni sull’ambiente si ritrovano nel completamento delle residenze a Milanofiori Nord, nel villaggio bioclimatico di Schio, nella cantina Colle Massari del 2005 a Cinigiano (Grosseto), nell’Enviroment Park di Torino dove, ad esempio, il verde sale sin sui tetti contribuendo alla regolazione termica degli edifici. Sempre a Torino, poi, verrà nei prossimi giorni inaugurata la sede degli Architetti di Avventura Urbana: è il primo ed unico edificio che rispetta le indicazioni riportate nell’allegato energetico-ambientale del regolamento edilizio di Torino.
La struttura, infatti, emette meno di 5 chilogrammi per metro quadro all’anno di anidride carbonica, che rappresenta il 20% in meno della quantità emanata da un edificio tradizionale. Da segnalare sono poi il condominio, denominato “CasaClima” a Bolzano e il nuovo ospedale di Mestre, pronto per l’autunno, dove i consumi di energia verranno notevolmente abbattuti.
Per riuscire a implementare ancora questo tipo di realizzazioni, secondo la vicentina Luisa Fontana, bisogna modificare radicalmente l’approccio al progetto, lasciando i modelli consolidati e puntando alla sperimentazione, in modo da non correre il rischio di far diventare gli edifici un miscuglio di prodotti certificati e non un organismo integrato.
In questo senso, con successo, si stanno muovendo due ingegneri italiani, Marco Poletto e Claudia Pasquero che hanno fondato l’ecoLogicStudio (consulenze, progetti di architettura, workshop) supportato dall’utilizzo di strumenti digitali innovativi; anche secondo Poletto quello che manca è un integrazione degli elementi che porti alla creazione di un “organismo intelligente”.
Esempi di sperimentazione e, soprattutto, integrazione in Italia è la Water Power per la Valle dei Mulini ad Amalfi e gli uffici, già progettati da Renzo Piano ma ancora da realizzare all’Eur a Roma al posto delle torri del Ministero delle Finanze o il nuovo centro commerciale a Carugate progettato da Systematica Works e DunnettCraven con ecoLogicStudio che prevede la realizzazione di un tetto di 16mila metri quadri tutto a verde. Infine, in cantiere c’è la realizzazione del Centro delle Professioni e il Distretto Interdisciplinare della Ricerca e della Tecnologia-A1 nel contesto del Parco scientifico tecnologico Kilometro Rosso di Jean Nouvel.
A cura di Paola
Bivona
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