Nuovo Codice Appalti: l'Audizione di Raffaele Cantone
Si è svolta ieri pomeriggio alla Camera dei deputati l’audizione da parte delle Commissioni congiunte di Camera e Senato, nell'ambito dello schema di decreto...
Si è svolta ieri pomeriggio alla Camera dei deputati l’audizione da parte delle Commissioni congiunte di Camera e Senato, nell'ambito dello schema di decreto legislativo recante disposizioni per l'attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE relative a concessioni, lavori, servizi, forniture e settori speciali nonché per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici di Raffaele Cantone, Presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione.
Il Presidente Cantone dopo avere svolto alcune considerazioni di carattere generale sul codice ha osservato che gran parte degli obiettivi sono stati raggiunti ed alcune criticità rilevate non fanno venir meno l’idea di un codice che rappresenta una svolta concedendo maggiore discrezionalità alle pubbliche amministrazioni e prevendendo meccanismi di maggiore semplificazione.
L’ANAC che è destinataria di poteri significativi molto importanti si sta apprestando a raccogliere questa sfida principalmente con la scrittura delle linee guida che andranno a sostituire il Regolamento dell’attuale codice dei contratti e che saranno messe a disposizione del Governo in tempi compatibili con l’entrata in vigore del codice e a tal fine l’ANAC ha già istituito una Commissione aperta agli esterni perché ritiene che le linee guida che rappresentano una sperimentazione nuova che non deve fallire.
Prima di entrare nel dettaglio dell’articolato il Presidente Cantone ha sviluppato alcune considerazioni di carattere generale sulla lunghezza del Nuovo Codice, sulla riduzione delle stazioni appaltanti, sul mantenimento delle SOA, sull’ANAC e su alcune criticità rilevate.
Per quanto riguarda la lunghezza del codice ha precisato che mettendo insieme l’attuale codice ed il regolamento, la riduzione è significativa, ma rispetto alle aspettative il numero degli articoli è rilevante. Forse questo è dovuto all’introduzione, per mezzo della legge delega, di numerosi principi e criteri che non avrebbero potuto essere disattesi. Anche se è lungo, il nuovo codice rimane molto agile rispetto al passato. Si tratta di uno strumento innovativo positivo che raccoglie con intelligenza le linee guida comunitarie tenendo anche conto della legislazione italiana investendo anche sulla discrezionalità della pubblica amministrazione.
In riferimento, poi, alla riduzione delle stazioni appaltanti, ha indicato come novità assoluta il fatto che venga attuata con una logica qualitativa e non con tagli lineari con il nuovo meccanismo della qualificazione che rappresenta una novità assoluta. C’è una maggiore trasparenza, un abbandono del prezzo più basso e una maggiore discrezionalità per la PA. Ma il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa che teoricamente rappresenta un sistema che garantisce la qualità amplia, però, a dismisura la discrezionalità ed in qualche modo l’arbitrio che va limitato creando meccanismi di trasparenza.
Sulla scelta di mantenere il sistema delle SOA il Presidente Cantone pensa che si sia una scelta intelligente perché in tempi così brevi creare un meccanismo di qualificazione alternativo sarebbe stato impossibile anche se l’argomento potrà essere ripreso dopo che l’ANAC avrà predisposto una relazione per verificare le criticità del sistema di qualificazione.
Il Codice punta molto sull’operato dell’ANAC prevedendo un sistema innovativo che attribuisce poteri di controllo, parere, vigilanza, e regolazione. Nel piano di riordino l’ANAC ha evidenziato come le riduzioni alla capacità di spesa sono difficili da gestire con i poteri attribuiti dal nuovo codice. L’ANAC non ha bisogno di ulteriori fondi ma deve avere la possibilità di poter spendere quelli che già ha. L’Autorità accetta dunque la sfida ma avrà bisogno anche di un piccolo rimpinguamento dell’organico anche se al di sotto dell’attuale pianta organica.
Per ultimo e prima di entrare nel merito dell’articolato il Presidente Cantone elenca alcune criticità nell’impianto del nuovo Codice e pur riconoscendo che il lavoro è stato svolto in tempi brevi ha sottolineato alcune problematiche, anche sulla tecnica legislativa principalmente per la sistematica tecnica del rinvio utilizzata. Il nuovo Codice è pieno di meccanismi che utilizzano la tecnica del rinvio che viene utilizzata, in certi casi, per abbreviare, ma spesso, con questa tecnica, quando non si richiamano gli Istituti si rischia di creare confusione e qualche confusione nel codice c’è.
Successivamente alla relazione del Presidente Cantone, hanno fatto seguito le domande del Senatore Filippi (PD), dela deputata Claudia Mannino (M5S), del deputato Massa (PD), del
senatore Cioffi (M5S), del relatore Senatore Esposito (PD) e della relatrice deputata Raffaella Mariani (PD) che ha fatto un appunto sul numero di decreti attuativi a cui si fa riferimento nel codice, che risulta cospicuo e spesso privo di termini.
Hanno fatto seguito le risposte del Presidente Cantone che possono essere così riassunte:
- Sulle linee guida ritiene che dovrebbero essere vincolanti quelle riguardanti i bandi tipo.
- Sui Progetti esecutivi ritiene giusto il tentativo di coinvolgere il mondo professionale esterno.
- Sull’offerta automatica ha precisato che la norma così come prevista per lui ha un senso.
- Sul subappalto ha precisato che dietro al subappalto si sono nascoste tante cose e che lui non era favorevole alla terna.
- Sulla impostazione generale del codice ha precisato che l’idea di dover pensare a come rifare il codice non era possibile e ritiene che quello predisposto sia quanto di meglio si poteva fare.
- Sull’ampiezza dei settori speciali ritiene che sia la parte che ha capito meno e ha l’impressione che siano troppi.
- Sulla riduzione delle stazioni appaltanti ritiene che vada nella giusta direzione.
- Sui contratti segretati ritiene corretto il potere di controllo della Corte dei Conti ma ci si dimentica che era già stato introdotto un potere in tal senso all’ANAC.
- Sulle concessioni autostradali ritiene che sia una buona idea aver stabilito delle regole generali per tutte le concessioni.
- Sulle proroghe è dell’avviso che il codice non agisce in maniera forte in tal senso e che sarebbe opportuno individuare meccanismi obbligatori con segnalazioni alla Corte dei Conti.
- Sui valori delle soglie nell’articolo 36 crede che le norme relative ai lavori sottosoglia ha grandi spazi con scommesse sulla discrezionalità. È un modo per dire alle PA “fateci vedere quanto valete”. È una scelta pericolosa ma con un senso.
- Sui criteri dei lotti non ha idee alternative.
- Sul contenzioso ritiene che la norma dell’obbligo di impugnazione abbia un senso. Il sistema delle impugnazioni è diventato anche uno strumento per fare accordi extra-contrattuali.
- Sull’arbitrato ritiene che sia necessario capire se c’è uno spazio attraverso l’arbitrato per recuperare sistemi efficienti. “Così com’è questo arbitrato non sarà mai applicato”.
- Sulle qualificazioni SOA ritiene che con più tempo si sarebbe potuta individuare qualche altra soluzione. Si poteva trovare un meccanismo alternativo, per esempio prevedendo la qualificazione come facoltativa.
- Sull’avvalimento crede che sia una delle norme migliori del codice.
- Sul dibattito pubblico precisa che non viene detto a cosa serva e che ha una utile funzione informativa senza conseguenze normative.
- Sui poteri dell’ANAC condivide la preoccupazione, ma risponde affermando che c’era già un codice che attribuiva i poteri al Ministero e non ha funzionato. “Proviamo”.
- Sul progetto preliminare apprezza che chi deve fare l’esecutivo debba fare anche il definitivo.
- Sui decreti attuativi precisa che sono troppi e che è d’accordo con l’onorevole Mariani.
A cura di Arch. Paolo Oreto
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