OSSERVATORIO ANCE: SETTORE COSTRUZIONI IN DIFFICOLTÀ SIA NEL PUBBLICO CHE NEL PRIVATO
La crisi economico-finanziaria continua a colpire il settore delle costruzioni. Gli ultimi indicatori mostrano, infatti, un settore sempre più in difficoltà ...
La crisi economico-finanziaria continua a colpire il settore delle
costruzioni. Gli ultimi indicatori mostrano, infatti, un settore
sempre più in difficoltà sia nel comparto privato che in quello
pubblico. La domanda privata, fortemente condizionata dal clima di
incertezza innescato dalla crisi, induce imprese e famiglie a
differire i propri piani di investimento; contemporaneamente la
domanda pubblica è costretta dai vincoli di spesa derivanti dal
rispetto delle regole imposte dal patto di stabilità interno che
riducono la capacità di investimento nelle opere pubbliche.
Prendendo atto degli indicatori statistici disponibili e dei risultati dell’indagine rapida, condotta nel mese di giugno 2009 dall’Ance presso le imprese associate, sono state riviste al ribasso le previsioni per il 2009 già formulate nel mese di gennaio scorso.
Secondo le nuove stime gli investimenti in costruzioni si ridurranno del 10,9% rispetto al 2008 dopo il calo del 2,3% del 2008 rispetto all’anno precedente.
Una flessione che coinvolge tutti i comparti di attività: -19% per la nuova edilizia abitativa, -4,6% per gli interventi di manutenzione delle abitazioni, -12% per le costruzioni non residenziali private e -8,1% per le opere pubbliche.
Queste previsioni non tengono conto del contributo che potrà derivare dal piano casa sugli ampliamenti, demolizioni e ricostruzione.
Una misura senz’altro interessante per rilanciare il settore privato, per consentire di soddisfare la domanda di miglioramento della propria abitazione e, soprattutto con le demolizioni e le ricostruzioni, avviare un processo di rinnovamento del patrimonio edilizio.
L’Ance ha stimato che il provvedimento in questione potrebbe attivare investimenti per circa 38 miliardi di euro. Gli effetti, però, saranno più evidenti a partire dal 2010. Per l’anno in corso, ipotizzando che solo il 10% degli interventi del piano casa possa essere realizzato, gli investimenti in costruzioni risulterebbero nel 2009 in calo dell’8,5% anziché del -10,9% (senza l’effetto piano casa).
Le iniziative avviate con il piano casa consentiranno di implementare il valore degli investimenti in abitazioni di circa 3.800 milioni di euro limitando la flessione quantitativa al 7% (-11,4% senza l’effetto piano casa).
In un periodo di profonda crisi come quello che stiamo attraversando, le imprese di costruzioni si sono trovate a dover fronteggiare fortissime tensioni che stanno mettendo a dura prova l’equilibrio economico-finanziario delle aziende.
Evidenti gli effetti della stretta creditizia operata dalle banche: oltre la metà del campione di imprese associate che hanno partecipato all’Indagine rapida Ance svolta nel mese di giugno 2009 continua a sperimentare crescenti difficoltà nell’accesso al credito. La richiesta di garanzie aggiuntive, l’allungamento dei tempi di istruttoria, l’aumento degli spread applicati, la diminuzione della quota di finanziamento sull’importo totale dell’intervento, la richiesta di rientro dai prestiti già in essere e le difficoltà nell’accollo dei mutui agli acquirenti sono le forme di razionamento più comuni.
Molte imprese di costruzioni sono, quindi, costrette a rimandare o a rinunciare all’avvio di nuovi interventi di costruzione di iniziativa privata.
In merito alle opere pubbliche, il Governo, attuando la strategia di riprogrammazione delle risorse del Fas a favore delle infrastrutture, ha finanziato grande parte del Piano di opere prioritarie approvato dal Cipe del 26 giugno 2009, che ha permesso di chiarire il quadro delle priorità infrastrutturali per i prossimi mesi ed all’interno del quale è stato finanziato un Piano di opere medio-piccole, per 825 milioni di euro.
Per garantire un effetto sulla tenuta del sistema industriale delle costruzioni e porre le basi per lo sviluppo futuro del Paese appare opportuno che sia dato rapidamente avvio alle singole realizzazioni infrastrutturali del Piano approvato dal Cipe ed in particolare che siano selezionati ed attivati prontamente gli interventi da finanziare nell’ambito del Piano di opere medio-piccole.
Vi è la necessità di attivare in tempi rapidi le risorse per le infrastrutture, di prevedere misure fiscali di stimolo alla domanda e di dare avvio al piano di housing sociale.
Fonte: ANCE
Prendendo atto degli indicatori statistici disponibili e dei risultati dell’indagine rapida, condotta nel mese di giugno 2009 dall’Ance presso le imprese associate, sono state riviste al ribasso le previsioni per il 2009 già formulate nel mese di gennaio scorso.
Secondo le nuove stime gli investimenti in costruzioni si ridurranno del 10,9% rispetto al 2008 dopo il calo del 2,3% del 2008 rispetto all’anno precedente.
Una flessione che coinvolge tutti i comparti di attività: -19% per la nuova edilizia abitativa, -4,6% per gli interventi di manutenzione delle abitazioni, -12% per le costruzioni non residenziali private e -8,1% per le opere pubbliche.
Queste previsioni non tengono conto del contributo che potrà derivare dal piano casa sugli ampliamenti, demolizioni e ricostruzione.
Una misura senz’altro interessante per rilanciare il settore privato, per consentire di soddisfare la domanda di miglioramento della propria abitazione e, soprattutto con le demolizioni e le ricostruzioni, avviare un processo di rinnovamento del patrimonio edilizio.
L’Ance ha stimato che il provvedimento in questione potrebbe attivare investimenti per circa 38 miliardi di euro. Gli effetti, però, saranno più evidenti a partire dal 2010. Per l’anno in corso, ipotizzando che solo il 10% degli interventi del piano casa possa essere realizzato, gli investimenti in costruzioni risulterebbero nel 2009 in calo dell’8,5% anziché del -10,9% (senza l’effetto piano casa).
Le iniziative avviate con il piano casa consentiranno di implementare il valore degli investimenti in abitazioni di circa 3.800 milioni di euro limitando la flessione quantitativa al 7% (-11,4% senza l’effetto piano casa).
In un periodo di profonda crisi come quello che stiamo attraversando, le imprese di costruzioni si sono trovate a dover fronteggiare fortissime tensioni che stanno mettendo a dura prova l’equilibrio economico-finanziario delle aziende.
Evidenti gli effetti della stretta creditizia operata dalle banche: oltre la metà del campione di imprese associate che hanno partecipato all’Indagine rapida Ance svolta nel mese di giugno 2009 continua a sperimentare crescenti difficoltà nell’accesso al credito. La richiesta di garanzie aggiuntive, l’allungamento dei tempi di istruttoria, l’aumento degli spread applicati, la diminuzione della quota di finanziamento sull’importo totale dell’intervento, la richiesta di rientro dai prestiti già in essere e le difficoltà nell’accollo dei mutui agli acquirenti sono le forme di razionamento più comuni.
Molte imprese di costruzioni sono, quindi, costrette a rimandare o a rinunciare all’avvio di nuovi interventi di costruzione di iniziativa privata.
In merito alle opere pubbliche, il Governo, attuando la strategia di riprogrammazione delle risorse del Fas a favore delle infrastrutture, ha finanziato grande parte del Piano di opere prioritarie approvato dal Cipe del 26 giugno 2009, che ha permesso di chiarire il quadro delle priorità infrastrutturali per i prossimi mesi ed all’interno del quale è stato finanziato un Piano di opere medio-piccole, per 825 milioni di euro.
Per garantire un effetto sulla tenuta del sistema industriale delle costruzioni e porre le basi per lo sviluppo futuro del Paese appare opportuno che sia dato rapidamente avvio alle singole realizzazioni infrastrutturali del Piano approvato dal Cipe ed in particolare che siano selezionati ed attivati prontamente gli interventi da finanziare nell’ambito del Piano di opere medio-piccole.
Vi è la necessità di attivare in tempi rapidi le risorse per le infrastrutture, di prevedere misure fiscali di stimolo alla domanda e di dare avvio al piano di housing sociale.
Fonte: ANCE
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