Operazione “Mattone sicuro”: Situazioni di irregolarità nel 59% dei casi
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha reso noti i risultati dell'attività di vigilanza svolta sotto il coordinamento della Direzione generale ...
Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha reso
noti i risultati dell'attività di vigilanza svolta sotto il
coordinamento della Direzione generale per l'Attività Ispettiva
dagli ispettori del lavoro delle Strutture territoriali e dai
militari dell'Arma dei Carabinieri nell'ambito dell'Operazione
"Mattone sicuro", finalizzata a rafforzare nel settore edile
il contrasto al lavoro sommerso e gli interventi di tutela della
salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.
In particolare, gli accessi ispettivi sono stati mirati al contrasto dell'impiego di lavoratori irregolari o "in nero", del caporalato e degli appalti illeciti, nonché al contenimento del rilevante fenomeno infortunistico, attraverso l'attenta verifica delle condizioni di lavoro, anche sotto il profilo prevenzionistico.
Nel corso delle attività, svolte nel periodo 21 maggio - 30 settembre 2012, aventi l'obiettivo di sottoporre a controllo almeno n. 15.000 aziende edili dislocate su tutto il territorio nazionale, sono state ispezionate 18.207 aziende di cui il 59% in una situazione di irregolarità. Infatti, le ispezioni in cui sono stati contestati illeciti sono pari a 10.817.
La percentuale di aziende irregolari più significativa è stata registrata nelle seguenti Regioni: Molise (94%); Liguria (78%); Calabria (77%); Basilicata (76%); Sardegna 70%); Puglia (67%); Lombardia e Abruzzo (66%).
I lavoratori irregolari sono risultati 7.563 di cui 3.680 totalmente in nero (pari al 49%), con punte del 67% in Puglia, 66% in Basilicata e in Molise, del 65% in Campania, del 63% in Lazio, del 57% in Calabria.
Sono stati adottati 1.138 provvedimenti di sospensioni dell'attività imprenditoriale per l'utilizzo di personale in nero e disposti n. 44 sequestri.
Sono state contestate 12.887 violazioni prevenzionistiche e deferite n. 7.260 persone all'Autorità giudiziaria.
I numeri che riguardano il Molise sono sconfortanti, scioccanti addirittura: il 94 per cento delle imprese edilizie controllate è risultato irregolare. La punta massima di illegalità in tutta Italia. In pratica solo sei su cento erano totalmente in regola a proposito di lavoro nero, caporalato, misure di sicurezza e appalti leciti.
"I risultati dell'operazione "Mattone sicuro" dimostrano che nei cantieri edili esistono ancora grosse sacche di irregolarità e illegalità da debellare, fenomeni che nei periodi di crisi aumentano in maniera esponenziale". Lo ha detto Domenico Pesenti, segretario generale della Filca-Cisl nazionale, commentando i dati delle ispezioni effettuate dal ministero del Lavoro insieme al personale dell'Arma dei Carabinieri nel periodo 21 maggio-20 settembre.
"I dati sono ancora preoccupanti, con il 59% di aziende irregolari e il ricorso diffuso al lavoro nero, ma siamo certi che questo tipo di attività ispettiva sia il giusto sostegno all'azione che le parti sociali svolgono quotidianamente, anche attraverso gli Enti bilaterali, per garantire la legalità nel settore. "È importante sospendere l'attività per le aziende non in regola, perché in questo modo si favoriscono le imprese "virtuose", a tutto vantaggio della correttezza e della lealtà del mercato, si tutelano i lavoratori e si evitano danni alla collettività".
In particolare, gli accessi ispettivi sono stati mirati al contrasto dell'impiego di lavoratori irregolari o "in nero", del caporalato e degli appalti illeciti, nonché al contenimento del rilevante fenomeno infortunistico, attraverso l'attenta verifica delle condizioni di lavoro, anche sotto il profilo prevenzionistico.
Nel corso delle attività, svolte nel periodo 21 maggio - 30 settembre 2012, aventi l'obiettivo di sottoporre a controllo almeno n. 15.000 aziende edili dislocate su tutto il territorio nazionale, sono state ispezionate 18.207 aziende di cui il 59% in una situazione di irregolarità. Infatti, le ispezioni in cui sono stati contestati illeciti sono pari a 10.817.
La percentuale di aziende irregolari più significativa è stata registrata nelle seguenti Regioni: Molise (94%); Liguria (78%); Calabria (77%); Basilicata (76%); Sardegna 70%); Puglia (67%); Lombardia e Abruzzo (66%).
I lavoratori irregolari sono risultati 7.563 di cui 3.680 totalmente in nero (pari al 49%), con punte del 67% in Puglia, 66% in Basilicata e in Molise, del 65% in Campania, del 63% in Lazio, del 57% in Calabria.
Sono stati adottati 1.138 provvedimenti di sospensioni dell'attività imprenditoriale per l'utilizzo di personale in nero e disposti n. 44 sequestri.
Sono state contestate 12.887 violazioni prevenzionistiche e deferite n. 7.260 persone all'Autorità giudiziaria.
I numeri che riguardano il Molise sono sconfortanti, scioccanti addirittura: il 94 per cento delle imprese edilizie controllate è risultato irregolare. La punta massima di illegalità in tutta Italia. In pratica solo sei su cento erano totalmente in regola a proposito di lavoro nero, caporalato, misure di sicurezza e appalti leciti.
"I risultati dell'operazione "Mattone sicuro" dimostrano che nei cantieri edili esistono ancora grosse sacche di irregolarità e illegalità da debellare, fenomeni che nei periodi di crisi aumentano in maniera esponenziale". Lo ha detto Domenico Pesenti, segretario generale della Filca-Cisl nazionale, commentando i dati delle ispezioni effettuate dal ministero del Lavoro insieme al personale dell'Arma dei Carabinieri nel periodo 21 maggio-20 settembre.
"I dati sono ancora preoccupanti, con il 59% di aziende irregolari e il ricorso diffuso al lavoro nero, ma siamo certi che questo tipo di attività ispettiva sia il giusto sostegno all'azione che le parti sociali svolgono quotidianamente, anche attraverso gli Enti bilaterali, per garantire la legalità nel settore. "È importante sospendere l'attività per le aziende non in regola, perché in questo modo si favoriscono le imprese "virtuose", a tutto vantaggio della correttezza e della lealtà del mercato, si tutelano i lavoratori e si evitano danni alla collettività".
A cura di Gabriele
Bivona
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