Osservatorio Oice-Informatel: Trimestre nero per i bandi di servizi con recupero negli appalti misti
Il primo trimestre 2012 si chiude con il risultato più basso degli ultimi dodici anni: 77,0 milioni di euro, -32,6% rispetto al primo trimestre 2011, -55,8 r...
Il primo trimestre 2012 si chiude con il risultato più basso
degli ultimi dodici anni: 77,0 milioni di euro, -32,6% rispetto
al primo trimestre 2011, -55,8 rispetto al primo trimestre 2010.
Infatti, secondo l'ultimo aggiornamento dell'Osservatorio
Oice-Informatel, le gare di servizi di ingegneria e architettura
bandite nel mese di marzo sono state 320 (di cui 29 sopra soglia)
per un importo complessivo di soli 25,5 milioni di euro (14,3 sopra
soglia). Rispetto a marzo 2011 il numero delle gare scende del
33,6% (-9,4% sopra soglia e -35,3% sotto soglia) e il loro valore
cede il 51,6% (-64,7% sopra soglia e -8,1% sotto soglia).
Fortemente negativo, come detto, il confronto tra il primo trimestre del 2011 e del 2012: nel periodo gennaio-marzo sono state bandite 960 gare per un importo complessivo di 77,0 milioni di euro che, rispetto al primo trimestre del 2011, mostrano cedimenti del 15,9% nel numero (-22,5% sopra soglia e -15,3% sotto soglia) e del 32,6% nel valore (-48,3% sopra soglia e +4,8% sotto soglia). Da considerare che nel primo trimestre 2006, prima dell’ultima grave crisi economica, il valore messo in gara fu di 337,6 milioni di euro: si sono persi 261 milioni di euro.
Sono sempre eccessivi i ribassi con cui le gare vengono aggiudicate: in base ai dati raccolti a gennaio il ribasso medio sul prezzo a base d'asta, per le gare indette nel 2010, è al 41,8%. Le informazioni sulle principali gare indette nel 2011 e già aggiudicate ci danno un ribasso medio del 40,0%.
“Non si ferma la contrazione della domanda pubblica diretta di ingegneria e architettura - ha dichiarato il presidente dell'OICE Gabriele Giacobazzi - che, anche se affiancata dalla crescita degli appalti “misti” di progettazione ed esecuzione, sta facendo sprofondare il nostro settore verso una crisi senza apparente via d'uscita. Da una parte non si vede alcuna misura per la crescita che in qualche modo possa rilanciare il settore, che non vive soltanto di grandi infrastrutture e di project financing, ma anche di piccole e medie opere che necessitano di una iniezione robusta di risorse pubbliche; dall'altra parte le nostre imprese si trovano sempre più in difficoltà soprattutto per il ritardo nei pagamenti dei crediti vantati verso le Amministrazioni che ha raggiunto ormai un livello tale che è come se i progettisti stessero finanziando le stazioni appaltanti. Nel frattempo gli stessi progettisti, quando anche fatturano qualche attività, si trovano quasi subito a pagare l'IVA sapendo che il pagamento di quanto fatturato avverrà nella migliore delle ipotesi dopo almeno un anno. E' ormai evidente che, andando avanti così, le possibilità di sopravvivenza, perché di questo stiamo parlando, si riducono di molto. A questa situazione - ha continuato il presidente dell'OICE - si devono poi aggiungere il perdurare di inefficienze e sprechi di risorse pubbliche come è il caso emblematico dell'incentivo del 2% ai tecnici delle Amministrazioni, o anche il perdurare di affidamenti diretti e di in house assolutamente ai margini della legittimità e fonti di gravi diseconomie, oltre ai nuovi problemi normativi determinati da interventi come quello abrogativo delle tariffe che non consente più alle stazioni appaltanti di avere termini di riferimento per il calcolo della base d'asta, per la definizione dei requisiti e per la verifica delle offerte. La deregulation è totale, il caos regna sovrano e misure all'orizzonte non si vedono; nell'unico settore che tiene il passo (quello degli appalti integrati) i progettisti si trovano a collaborare con le imprese in una posizione spesso subalterna che non li tutela non solo nel ruolo, ma anche nei compensi. Come Associazione - ha concluso Gabriele Giacobazzi - abbiamo fatto al Governo proposte chiare e nette su tutti questi temi. Attendiamo adesso risposte per un settore che sta scomparendo lentamente ma inesorabilmente, come dicono anche i nostri dati."
Tornando ai dati e analizzando la posizione dell'Italia rispetto agli altri paesi europei, si rileva che il numero delle gare italiane pubblicate sulla gazzetta comunitaria, è passato dalle 102 del gennaio-marzo 2011 alle 79 del gennaio-marzo 2012: -22,5%. Nell'insieme dei paesi dell'Unione Europea la domanda di servizi di ingegneria e architettura mantiene nello stesso periodo un andamento opposto a quello italiano: +1,1%. Sempre molto modesta, al 2,2%, la quota del nostro Paese sul numero totale delle gare pubblicate, risultando di gran lunga inferiore rispetto a quella di paesi di paragonabile rilevanza economica: Francia 43,5%, Germania 12,2%, Polonia 10,3%, Svezia e Gran Bretagna 3,8% ciascuna, Spagna 2,4%.
In fortissimo recupero l'andamento delle gare miste, cioè per progettazione e costruzione insieme. Nel primo trimestre 2012, rispetto allo stesso periodo del 2011, il valore messo in gara sale del 191,9%.
Fonte: www.oice.it
Fortemente negativo, come detto, il confronto tra il primo trimestre del 2011 e del 2012: nel periodo gennaio-marzo sono state bandite 960 gare per un importo complessivo di 77,0 milioni di euro che, rispetto al primo trimestre del 2011, mostrano cedimenti del 15,9% nel numero (-22,5% sopra soglia e -15,3% sotto soglia) e del 32,6% nel valore (-48,3% sopra soglia e +4,8% sotto soglia). Da considerare che nel primo trimestre 2006, prima dell’ultima grave crisi economica, il valore messo in gara fu di 337,6 milioni di euro: si sono persi 261 milioni di euro.
Sono sempre eccessivi i ribassi con cui le gare vengono aggiudicate: in base ai dati raccolti a gennaio il ribasso medio sul prezzo a base d'asta, per le gare indette nel 2010, è al 41,8%. Le informazioni sulle principali gare indette nel 2011 e già aggiudicate ci danno un ribasso medio del 40,0%.
“Non si ferma la contrazione della domanda pubblica diretta di ingegneria e architettura - ha dichiarato il presidente dell'OICE Gabriele Giacobazzi - che, anche se affiancata dalla crescita degli appalti “misti” di progettazione ed esecuzione, sta facendo sprofondare il nostro settore verso una crisi senza apparente via d'uscita. Da una parte non si vede alcuna misura per la crescita che in qualche modo possa rilanciare il settore, che non vive soltanto di grandi infrastrutture e di project financing, ma anche di piccole e medie opere che necessitano di una iniezione robusta di risorse pubbliche; dall'altra parte le nostre imprese si trovano sempre più in difficoltà soprattutto per il ritardo nei pagamenti dei crediti vantati verso le Amministrazioni che ha raggiunto ormai un livello tale che è come se i progettisti stessero finanziando le stazioni appaltanti. Nel frattempo gli stessi progettisti, quando anche fatturano qualche attività, si trovano quasi subito a pagare l'IVA sapendo che il pagamento di quanto fatturato avverrà nella migliore delle ipotesi dopo almeno un anno. E' ormai evidente che, andando avanti così, le possibilità di sopravvivenza, perché di questo stiamo parlando, si riducono di molto. A questa situazione - ha continuato il presidente dell'OICE - si devono poi aggiungere il perdurare di inefficienze e sprechi di risorse pubbliche come è il caso emblematico dell'incentivo del 2% ai tecnici delle Amministrazioni, o anche il perdurare di affidamenti diretti e di in house assolutamente ai margini della legittimità e fonti di gravi diseconomie, oltre ai nuovi problemi normativi determinati da interventi come quello abrogativo delle tariffe che non consente più alle stazioni appaltanti di avere termini di riferimento per il calcolo della base d'asta, per la definizione dei requisiti e per la verifica delle offerte. La deregulation è totale, il caos regna sovrano e misure all'orizzonte non si vedono; nell'unico settore che tiene il passo (quello degli appalti integrati) i progettisti si trovano a collaborare con le imprese in una posizione spesso subalterna che non li tutela non solo nel ruolo, ma anche nei compensi. Come Associazione - ha concluso Gabriele Giacobazzi - abbiamo fatto al Governo proposte chiare e nette su tutti questi temi. Attendiamo adesso risposte per un settore che sta scomparendo lentamente ma inesorabilmente, come dicono anche i nostri dati."
Tornando ai dati e analizzando la posizione dell'Italia rispetto agli altri paesi europei, si rileva che il numero delle gare italiane pubblicate sulla gazzetta comunitaria, è passato dalle 102 del gennaio-marzo 2011 alle 79 del gennaio-marzo 2012: -22,5%. Nell'insieme dei paesi dell'Unione Europea la domanda di servizi di ingegneria e architettura mantiene nello stesso periodo un andamento opposto a quello italiano: +1,1%. Sempre molto modesta, al 2,2%, la quota del nostro Paese sul numero totale delle gare pubblicate, risultando di gran lunga inferiore rispetto a quella di paesi di paragonabile rilevanza economica: Francia 43,5%, Germania 12,2%, Polonia 10,3%, Svezia e Gran Bretagna 3,8% ciascuna, Spagna 2,4%.
In fortissimo recupero l'andamento delle gare miste, cioè per progettazione e costruzione insieme. Nel primo trimestre 2012, rispetto allo stesso periodo del 2011, il valore messo in gara sale del 191,9%.
Fonte: www.oice.it
© Riproduzione riservata
Documenti Allegati
SintesiLink Correlati
www.oice.itIL NOTIZIOMETRO