POS per i Professionisti, Inarsind ribadisce il no per ingegneri ed architetti

Tutto pronto per la definizione delle sanzioni ai professionisti che non si doteranno di POS (Point of Sale) ovvero del lettore di carte di debito e di credi...

21/09/2017

Tutto pronto per la definizione delle sanzioni ai professionisti che non si doteranno di POS (Point of Sale) ovvero del lettore di carte di debito e di credito per il pagamento delle loro prestazioni.

Al fine di incentivare la diffusione dei pagamenti elettronici il Governo ha, infatti, recentemente approvato un atto, sottoposto a parere del Parlamento, che di fatto vanifica le proteste e le richieste degli ultimi anni contro quel decreto che avrebbe dovuto obbligare i professionisti già a partire dal 2014. Ricordiamo, infatti, che come previsto dal Decreto Ministero dello Sviluppo economico 24 gennaio 2014 recante "Definizioni e ambito di applicazione dei pagamenti mediante carte di debito" (Gazzetta Ufficiale 27/01/2014, n. 21), già da aprile 2014 i professionisti devono essere muniti del lettore ma anche che in mancanza di un decreto che stabilisca le sanzioni, di fatto, sono solo in pochi ad essersi adeguati. L'art. 2 del Decreto (entrato in vigore il 27 aprile 2014) prevede l'obbligo di accettare pagamenti effettuati attraverso carte di debito per tutti i pagamenti di importo superiore a trenta euro per l'acquisto di prodotti o la prestazione di servizi.

Non prevedendo alcuna sanzione, l'obbligo è stato rispettato da pochi professionisti.

Il nuovo atto, annunciato ad agosto dal viceministro dell’Economia Luigi Casero e approvato pochi giorni fa dal Governo prevede la riduzione dei costi delle commissioni e fissa le sanzioni (30 euro per ogni pagamento elettronico rifiutato) per professionisti che non accettano pagamenti con carta elettronica.

Contro il provvedimento è arrivata la lettera indirizzata da Inarsind (Associazione di Intesa Sindacale degli Architetti e Ingegneri Liberi Professionisti Italiani) al Ministro dell'Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan. Lettera in cui viene subito sottolineata la contrarietà dell'Associazione alla norma del 2013 e la sua poca pertinenza con l’attività tipica di ingegneri ed architetti liberi professionisti.

"I motivi che avevano spinto Inarsind ad essere contrari all’introduzione dell’obbligo del POS per architetti ed ingegneri - sottolinea l'Associazione - non sono mutati nel tempo: anzitutto tipicamente l’espletamento delle prestazioni di architetti ed ingegneri non vedono un committente recarsi presso lo studio del professionista, ritirare un prodotto o fruire di un servizio e quindi procedere al pagamento".

"Le prestazioni di progettazione, ed ancor più di Direzione dei lavori - continua Inarsind - si espletano su un arco di tempo che può essere più o meno ampio, e tipicamente, dato che i compensi minimi possono corrispondere a qualche centinaio di euro ma risultano più spesso superiori almeno ai mille euro, vengono pagate, dopo presentazione di avviso di parcella, con bonifico bancario a fronte della relativa fattura; molto spesso anche con tempi molto dilazionati rispetto alla prestazione ed all’emissione dell’avviso".

Viene, inoltre, sottolineato come la maggior parte delle prestazioni professionali relative agli interventi di ristrutturazione o efficientamento energetico, siano ormai collegate a pratiche di defiscalizzazione dell'Agenzia delle Entrate che prevedono l’utilizzo del bonifico bancario.

"Le modalità operative di architetti ed ingegneri liberi professionisti - continua Inarsind - sono pertanto tali, per tempistiche, importi e rapporto tra cliente e professionista, da non corrispondere a quelle del pagamento mediante POS. Si ritiene quindi che l’estensione di tale obbligo ai professionisti architetti ed ingegneri non vada ad introdurre alcun vantaggio o miglioramento del servizio per il cliente, che mai riteniamo si recherebbe presso lo Studio appositamente per pagare con il POS quando può facilmente fare un bonifico on line, molto spesso a costo zero, costituendo invece un ulteriore costo da sostenere per il professionista che nessun utilizzo farebbe del servizio".

In allegato la lettera inviata al Ministro dell’Economia e delle Finanze Padoan in cui si ribadisce la necessità di escludere dall’applicazione dell’obbligo di POS architetti ed ingegneri, per le cui modalità operative non porterebbe alcun vantaggio alla collettività. "In alternativa - conclude Inarsind - il rimando all’art. 693 del Codice Penale potrebbe in qualche modo risolvere la problematica per architetti ed ingegneri, determinando l’illecito non in mancanza del POS ma solamente in caso di mancata accettazione dell’utilizzo dello stesso su richiesta del cliente".

A cura di Redazione LavoriPubblici.it

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