PRIME OSSERVAZIONI E MUSSI FRENA MASTELLA
Dopo la scadenza di ieri sera, termine entro il quale gli Ordine e le Associazioni professionali potevano presentare al Ministero della Giustizia osservazion...
Dopo la scadenza di ieri sera, termine entro il quale gli
Ordine e le Associazioni professionali potevano presentare al
Ministero della Giustizia osservazioni e richieste di modifiche
relative al disegno di legge delega di riforma degli ordini
professionali e di accesso alle professioni arrivano le prime
proposte dall’Assemblea del Forum delle professioni intellettuali,
Coordinamento dei Comitati Unitari delle professioni intellettuali
del nord Italia che chiede il mantenimento dei minimi tariffari per
le prestazioni oggetto di riserva di competenza e che propone
l’affidamento a decreti del Ministro competente, adottati con la
partecipazione degli ordini interessati, la fissazione dei casi e
dei corrispettivi oggetto di eccezione, nonché dei relativi
standard qualitativi prestazionali minimi.
Ma riteniamo che il cammino del disegno di legge delega sarà molto travagliato non soltanto a causa delle richieste degli Ordini e delle Associazioni ma anche perché anche il Ministero dell’Università e della Ricerca, chiede il proprio coinvolgimento nella elaborazione del testo di legge.
Il Ministero, con una lettera, a firma dell’avvocato Paolo Narciso (Capo dell’Ufficio legislativo del Ministero stesso), inviata giovedì scorso alla Presidenza del Consiglio ed al Ministero della Giustizia, ha sottolineato di non essere stato “mai coinvolto per partecipare alla stesura dello schema di disegno di legge di riforma degli Ordini professionali e dell’accesso alle professioni, né ha mai ricevuto alcuna informazione in merito”.
Il Ministero nella nota precisa che la situazione creatasi in merito al disegno di legge delega di riforma degli ordini professionali e di accesso alle professioni è quanto mai singolare atteso che l’articolo 1, comma 18, della legge n. 4 del 4 gennaio 1999 attribuisce al Ministero dell’Università e della Ricerca scientifica e tecnologica l’iniziativa per l’adozione, di conserto con il Ministero della Giustizia, di uno o più regolamenti ai sensi dell’articolo 17, comma 2, della legge n. 400 del 1988, concernenti la disciplina degli ordinamenti delle professioni, per il cui esercizio è previsto l’esame di Stato, nonché dei requisiti per l’ammissione agli esami di Stato e delle relative prove.
Il Ministero conclude la nota con una diffida precisando che sino a quando il capitolo del provvedimento relativo all’accesso agli Albi non sarà rivisto e concordato, il dicastero dell’Università “si oppone fin d’ora all’eventuale iscrizione del disegno di legge all’ordine del giorno del pre-consiglio”.
Ma riteniamo che il cammino del disegno di legge delega sarà molto travagliato non soltanto a causa delle richieste degli Ordini e delle Associazioni ma anche perché anche il Ministero dell’Università e della Ricerca, chiede il proprio coinvolgimento nella elaborazione del testo di legge.
Il Ministero, con una lettera, a firma dell’avvocato Paolo Narciso (Capo dell’Ufficio legislativo del Ministero stesso), inviata giovedì scorso alla Presidenza del Consiglio ed al Ministero della Giustizia, ha sottolineato di non essere stato “mai coinvolto per partecipare alla stesura dello schema di disegno di legge di riforma degli Ordini professionali e dell’accesso alle professioni, né ha mai ricevuto alcuna informazione in merito”.
Il Ministero nella nota precisa che la situazione creatasi in merito al disegno di legge delega di riforma degli ordini professionali e di accesso alle professioni è quanto mai singolare atteso che l’articolo 1, comma 18, della legge n. 4 del 4 gennaio 1999 attribuisce al Ministero dell’Università e della Ricerca scientifica e tecnologica l’iniziativa per l’adozione, di conserto con il Ministero della Giustizia, di uno o più regolamenti ai sensi dell’articolo 17, comma 2, della legge n. 400 del 1988, concernenti la disciplina degli ordinamenti delle professioni, per il cui esercizio è previsto l’esame di Stato, nonché dei requisiti per l’ammissione agli esami di Stato e delle relative prove.
Il Ministero conclude la nota con una diffida precisando che sino a quando il capitolo del provvedimento relativo all’accesso agli Albi non sarà rivisto e concordato, il dicastero dell’Università “si oppone fin d’ora all’eventuale iscrizione del disegno di legge all’ordine del giorno del pre-consiglio”.
A cura di Paolo
Oreto
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