PROSEGUE IL RISCHIO STAGNAZIONE

La recessione ha cominciato a farsi sentire nel settore delle costruzioni, dove si assiste ad un’improvvisa frenata delle attività soprattutto in termini di ...

15/12/2008
La recessione ha cominciato a farsi sentire nel settore delle costruzioni, dove si assiste ad un’improvvisa frenata delle attività soprattutto in termini di ore lavorate. E i primi a farne le spese sono i lavoratori: la stagnazione dell'occupazione sembra infatti destinata ad aggravarsi con 200 mila occupati a rischio tra il 2008 e 2009. Questi i dati “preoccupanti” che emergono dal secondo Rapporto dell'Osservatorio Feneal-Uil/Cresme-Aree Metropolitane relativo al secondo semestre 2008.
Il 2008 è caratterizzato da una “improvvisa frenata nel settore delle costruzioni”, che si misura soprattutto nel numero delle ore lavorate (-6,1% ad agosto rispetto al 2007, dal -1,8% di luglio), ma sono negativi anche i valori dei lavoratori denunciati e delle imprese iscritte alle casse edili. E dal momento che il processo di regolarizzazione prosegue e copre in termini occupazionali la situazione di difficoltà del mercato (l'emissione del Durc, il documento unico di regolarità contributiva, ha registrato fino a settembre un +9% rispetto al 2007), i segnali della frenata del mercato reale “potrebbero essere ben più gravi”.

Secondo le stime del Cresme il mercato delle costruzioni dovrebbe registrare una flessione della produzione, a valori deflazionati, del -3,8% nel 2008 e del -5,0% nel 2009.
La crisi è particolarmente grave per la nuova produzione edilizia privata, sia residenziale (-9,2% nel 2008 e -12,9% nel 2009) che non residenziale (-5,4% nel 2008 e -7,5% nel 2009).
Previsioni negative anche per le opere pubbliche, soprattutto per il 2009. In termini occupazionali, considerato che la flessione della produzione si misura in poco meno del 10% del mercato in due anni, significa che sono a rischio circa 200.000 occupati sui quasi 2 milioni di lavoratori del settore: e visto che gli occupati stranieri nelle costruzioni si stimano in 400.000 unità - precisa l’analisi - è molto probabile che gran parte dei lavoratori a rischio saranno stranieri.

A proposito dei lavoratori stranieri, il rapporto evidenzia che la forte crescita nel 2008 si è stabilizzata (sono il 33,1% dei lavoratori denunciati).
La via da seguire, secondo il rapporto, è sostenere il mercato delle opere pubbliche, che devono svolgere, come accade negli altri paesi europei, il ruolo anticongiunturale nel mercato delle costruzioni: per le grandi opere infatti la crescita sarà importante nel 2009 e nel 2010, con una forte polarizzazione della spesa (dal 32% del mercato al 60% nel 2011).

Fonte: www.demaniore.com
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