Pierluigi Nervi e la Sicilia dimentica
Cosa non ha fatto Pierluigi Nervi con il calcestruzzo armato!? Cosa non ha immaginato per il mondo? Quanta archeologia ci ha lasciato sepolta tra gli archivi...
Cosa non ha fatto Pierluigi Nervi con il
calcestruzzo armato!? Cosa non ha immaginato per il mondo? Quanta
archeologia ci ha lasciato sepolta tra gli archivi e la terra?
Facciamo un passo indietro.
A cominciare dai primissimi progetti degli anni '20 quando realizza
lo Stadio Berta di Firenze, al periodo dei
coefficienti autarchici imposti dal regime fascista, in cui inventa
nuovi modi di configurazione per le incredibili potenzialità del
calcestruzzo armato, all'ultimo, quello delle architetture
internazionali in cui è chiamato alla realizzazione di opere che
incidono direttamente sul contesto urbano da attore protagonista,
incarnando, per il mondo culturale, il primato dell'Italian
Style a 360 gradi, Nervi realizza ciò che
ha prima intuito e poi compreso veramente dopo attenti calcoli e
modelli di studio e di verifica.
Gli ultimi, sono gli anni della Cattedrale di San
Francisco, della Sala Papale, ora
"sala Nervi", in Vaticano, della George
Washington Station di New York, dell'ambasciata italiana a
Brasilia; in mezzo ci sono i palazzetti dello sport, tra cui il
gioiello romano, la Stazione di Napoli, il Pala Expo di Torino, la
sede parigina dell'Unesco.
Di tre età di Nervi si spinge a parlare l'ottimo studioso
Sergio Poretti : "Nervi che visse tre
volte"!
Delle prime due vite, quelle relative all'intuizione della
governance delle specificità del c.a., attraverso la concretezza
delle prime realizzazioni ed alla sperimentazione, attraverso la
costante verifica del numero, che porteranno alla nascita di un
vero e proprio "Metodo Nerv", diverse per
localizzazione, tipologia, morfologia e linguaggio estetico, sono
ancora presenti e più o meno fruibili diverse architetture capaci
di caratterizzare con grande specificità, ciò che la brava studiosa
e collega architetto Giulia Argiroffi definisce
"scenario siciliano delle opere di Nervi".
Scrive la stessa, sintetizzando, in una delle ultime pubblicazioni
frutto del lavoro svolto durante gli anni del Dottorato di Ricerca
presso l'ateneo palermitano: "grazie alla copiosa
collaborazione con la Marina e l'Aeronautica militare, le opere
avanguardistiche strutturali, impostate su una chiara matrice
estetica, rispondente ad un uso sapiente dei materiali, garantiti
dal calcolo della verifica numerica associata alla sperimentazione
continua, si fa portatrice di localismi che permetteranno, allo
stesso Nervi, di porsi alla fine del conflitto mondiale, alla testa
della ricerca come punto di riferimento del dibattito architetto e
strutturale come nessun altro."
Sono di tale arco temporale e dunque della decade che va dal 1935
alla liberazione, i progetti delle Aviorimesse gemelle per
idrovolanti di Marsala (esistenti) e quella di Trapani
(demolita negli anni '70), dello Stadio a vocazione paesaggistica
(esistente) e piscina (non realizzata) di Taormina,
dell'hangar Pantesco (esistente), di una sezione
d'ingresso e due capannoni ai Cantieri Navali di
Palermo (esistenti), delle cisterne interrate realizzate a
Trapani, Siracusa, Augusta e, in dodici esemplari, alle falde del
Montepellegrino a Palermo, dove, insieme ai relativi cunicoli di
collegamento, creano un sistema che, nonostante una funzione
specifica che ne negasse la vivibilità, determina dei percorsi e
delle spazialità interne assolutamente uniche e incredibilmente
affascinanti.-
Se dal repertorio tirato fuori dagli archivi militari e civili in
giro per il paese, ti fermi a guardare le sole immagini relative ai
modelli di studio che consentono di immaginare e vedere l'idea
spaziale resiliente nonostante l'oblio della luce, ti è concesso un
viaggio culturale nella storia dell'arte mediterranea, dai possenti
piloni di Karnak alla rigidità lessicale
magnagreca, dalle visioni piranesiani di luce ed ombre del mondo
antico alla concreta possenza delle rovine romane.
Scriverà Nervi nel '45: "il fatto di poter
creare pietre fuse, di qualunque forma, superiori alle naturali
poiché capaci di resistere a tensione, ha in sé qualche cosa di
magico."
A questa notazione, sembrano assurgere le opere dello scenario
siciliano, sperimentazioni lessicali a tutto tondo, incipit di una
produzione futura sterminata, embrioni architettonici in pace con
la coerenza di un mestiere concreto che necessita al tempo stesso
di poetica e sensibilità, opere realizzate in palese accordo con i
progetti rimasti sulla carta.
Un chiaro continum tra ricerca e realizzazioni.
Le opere eterne di Pierluigi Nervi parlano da sole e non
hanno bisogno di conferme!
Forse non bisogna essere necessariamente architetti per rimanere
sgomenti davanti l'ignoranza di fatti e nomi consolidati nelle
memoria dell'establishment culturale planetario.
Basta essere in accordo con la bellezza e con i mezzi multimediali
a disposizione un po' di tutti e scrivere : "Pierluigi Nervi,
Palermo, cisterne e non pozzi!", il resto,va da sé!
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