Pompei: maxisequestro di 6 milioni di euro a Marcello Fiori

Nella giornata di ieri è circolata la notizia del sequestro effettuato dalla Guardia di Finanza a carico dell'ex commissario per l'emergenza scavi di Pompe...

05/03/2015
Nella giornata di ieri è circolata la notizia del sequestro effettuato dalla Guardia di Finanza a carico dell'ex commissario per l'emergenza scavi di Pompei, Marcello Fiori, per una cifra di circa 6 milioni di euro. Il provvedimento è nell'ambito delle indagini che hanno riguardato l'affidamento dei lavori e forniture del Teatro Grande dell'area archeologica di Pompei che sembrerebbe aver ecceduto i limiti di legge.

Si ricorda che Marcello Fiori fu nominato dall'allora ministro della Cultura Sandro Bondi, durante il governo di Silvio Berlusconi nel 2008 commissariato dell'emergenza di Pompei ed è rimasto in carica fino al 30 giugno 2010, attualmente il sito del MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA CULTURALI ne indica l'Incarico attuale come Dirigente di 1° fascia - UFFICIO DI GABINETTO.

La sua reggenza venne molto criticata nell'ambiente, da un lato per l'estraneità della provenienza culturale del personaggio (che è laureato in lettere e filosofia e non in archeologia), dall'altro perché durante il periodo dei lavori i detrattori segnalarono modalità di intervento da parte delle imprese esecutrici sui monumenti che - giustificati dall'urgenza - erano invasivi sulle strutture murarie esistenti (per esempio fu segnalato il percorso di mezzi meccanici sulle strutture e non il tradizionale avvicinamento a mano dei materiali). I risultati del Restauro del Teatro sono stati molto criticati dalla comunità scientifica benché Fiori si sia difeso evidenziando che i lavori erano rispettosi di un progetto approvato nel 2003.

Sul Corriere della Sera Gian Antonio Stella elencò una serie di "episodi incredibili" e "spese stupefacenti" relative alla gestione di Pompei da parte di Fiori: i dati elencati riguardarono sinteticamente (secondo Stella) gli 81.275 euro (9.600 dei quali a un ristorante) per organizzare la visita, annunciata e mai avvenuta, dell'allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi; 12.000 euro per la rimozione di 19 pali della luce; 1776 euro per le «divise degli autisti a disposizione del Commissario»; 5.755.256 euro a Wind per il «contratto quadro per la fornitura servizi Spc», cioè l'allaccio delle linee telefoniche; 3.164.282 euro alla stessa società per il progetto «Pompei viva»; 10.929 euro per «ideazione, sviluppo e rilegatura di 50 copie del documento Piano degli interventi e relazione sulle iniziative adottate dal commissario delegato», un libro in cui Fiori raccontava come e dove aveva speso i fondi; 102.963 euro per il progetto «(C)Ave Canem» i cui risultati, spiega Stella, per l'allontanamento dei cani randagi (55?) dagli scavi.

L'insieme di queste polemiche, accompagnate dalle indagini della magistratura, sono sfociate nel 2014 nel rinvio a giudizio da parte del gup del tribunale di Torre Annunziata per i lavori al Teatro Grande degli Scavi di Pompei dell'ex commissario straordinario Marcello Fiori, e di altri 6 soggetti Le ipotesi di reato avanzate dalla Procura sono corruzione, frode, abuso d'ufficio e truffa.

Il provvedimento cautelare della Corte dei Conti giunge in qualche modo inaspettato perché forse ci si sarebbe potuto attendere l'esito del procedimento penale.
Per completezza di informazione, si riferisce che l'ex commissario ha tenuto una conferenza stampa alle 17,30 di ieri durante la quale ha ribadito la propria estraneità ai fatti, la improprietà della misura cautelare ed ha ventilato una certa persecuzione da parte dell'autorità giudiziaria nei propri confronti.

A cura di Redazione LLPP
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