Ponte sullo stretto: Interessante Relazione della Corte dei Conti
La corte dei Conti con la deliberazione 20 ottobre 2017, n. 14/2017/G recante “Lo stato della liquidazione di Stretto di Messina s.p.a.” ha approvato, con le...
La corte dei Conti con la deliberazione 20 ottobre 2017, n. 14/2017/G recante “Lo stato della liquidazione di Stretto di Messina s.p.a.” ha approvato, con le modifiche apportate dal Collegio in camera di consiglio, la relazione concernente Lo stato della liquidazione di Stretto di Messina s.p.a.
Dalla relazione è possibile rilevare come la complessa
vicenda riguardante la realizzazione del ponte sullo Stretto di
Messina si è evoluta venendosi a determinare, nel tempo,
condizioni contrattuali di particolare favore nei confronti
della parte privata.
Avendo quest’ultima dichiarato il proprio recesso - benché la parte
pubblica ne avesse contestato l’applicabilità per assenza dei
presupposti -, prima della scadenza del termine per il suo
esercizio il d.l. 2 novembre 2012, n. 187, dispose un nuovo assetto
dei vincoli contrattuali che ha condotto alla fine della
concessione.
Pertanto, la società Stretto di Messina è stata posta in
liquidazione il 15 aprile 2013; il termine annuale per la
sua cessazione è, pertanto, da tempo scaduto.
La disposta chiusura ex lege della società Stretto di
Messina s.p.a. nel termine di un anno non consente univocamente di
ipotizzare una rinuncia implicita ai crediti dell’attivo. La
normativa non fornisce, tuttavia, elementi di dettaglio,
circostanza che rende opportuno un ulteriore intervento del
legislatore per giungere ad una più celere liquidazione, dal
momento che la mancata estinzione determina un rilevante
onere finanziario per il mantenimento in vita della concessionaria,
che la legge indicava in un anno.
In tale contesto, non risultano nemmeno ancora intraprese
iniziative, oltre quelle di resistenza in sede
giudiziaria, per contrastare le pretese di indennizzo della
società nei confronti delle amministrazioni statali.
Considerata l’assenza di attività, se non quella di resistenza in
giudizio, affidata, peraltro, ad avvocati esterni, è necessario
procedere ad un ulteriore abbattimento dei costi societari.
Infatti, l’onere per il mantenimento in vita della
concessionaria, sceso sotto i due milioni solo nel 2015, risulta
ancora rilevante, essendosi attestata, per il 2016, sopra il
milione e mezzo.
In allegato la deliberazione della Corte dei Conti con la relazione allegata.
A cura di Redazione LavoriPubblici.it
Documenti Allegati
Deliberazione 30 ottobre 2017, n. 14/2017/GIL NOTIZIOMETRO