Post Coronavirus Covid-19: lavorare sulle costruzioni esistenti sarà uno dei punti cardine della rinascita
La nostra intervista al deputato del M5S Adriano Varrica sulla gestione dell'emergenza Coronavirus e la fase di ricostruzione che verrà dopo
Benché i numeri dimostrino che siamo ancora lontani dalla fine dell'emergenza Covid-19 e che con ogni probabilità dovremo attendere la fine di agosto 2020 per tornare ad riavere una parvenza di normalità dopo questi momenti di vita surreale che stiamo vivendo, è opportuno cominciare a parlare del dopo e su quali saranno le strategie per rilanciare un'economia che da tutto questo non potrà che uscire distrutta.
Ho parlato di questo aspetto, ma anche di tanti altri, con il deputato del Movimento 5 Stelle Adriano Varrica, a cui ho posto alcune domande che partono dalla risposta all'emergenza per arrivare a cosa sta pensando di fare il Governo e il Parlamento per la delicata fase di ricostruzione che verrà dopo questo terremoto.
- L'emergenza Covid-19 sta mettendo in ginocchio tutti i grandi Paesi. Ritiene che l'Italia abbia risposto prontamente all'emergenza?
Stiamo parlando dell’evento che più sta segnando la vita degli italiani dal dopoguerra ad oggi. Abbiamo agito sin dall’inizio sulla base delle evidenze scientifiche che si sono sviluppate in maniera continua. Credo che in situazioni di questo tipo parlare di risposta ottimale sia impossibile. Resta il dato di fatto che Paesi che inizialmente sottovalutavano l’emergenza, oggi si ispirano al modello italiano di gestione della crisi.
- Il Governo ha previsto delle misure di restrizione progressivamente stringenti. In molti hanno criticato la condotta legislativa ritenuta iperstatica e frammentata. Da deputato del partito di maggioranza che idea si è fatto?
Il tema del restringimento dei diritti individuali ed economici va maneggiato con estrema attenzione, equilibrio e cura. Questo, per fortuna, lo impone la Costituzione italiana. Ed è quello che abbiamo cercato di fare con misure proporzionate e basate sulle indicazioni della scienza che, in un caso di questo tipo, deve indicare la via.
- È in previsione un testo normativo che riordini la materia mettendo un punto ai continui rimandi ad altri provvedimenti normativi?
Già in sede di conversione del “cura Italia” stiamo prevedendo la trasposizione dei precedenti decreti precedenti in quel testo.
- Parliamo degli aiuti economici. Il Decreto legge c.d. #CuraItalia ha previsto delle misure per tutti i lavoratori escludendo le partite IVA iscritte a Casse di Previdenza private. Saranno previsti degli aiuti anche per questa categoria di contribuenti?
Ringrazio per la domanda perché mi consente di chiarire un punto: il Governo non ha escluso le partite iva iscritte a casse di previdenza private. Le Casse sono gli organismi che si occupano dei propri assistiti e conoscono le modalità più efficaci per sostenerli e per questo sono in corso interlocuzioni col Governo per definire fino a che punto possano intervenire con risorse proprie e dove sia necessario l’intervento statale, già previsto all’art. 44 con 300 milioni di euro per il mese di marzo con la possibilità di incrementare tali risorse ove necessario. Per il mese di aprile, inoltre, si sta cercando di incrementare le risorse pro-capite. Com’è vero che l’emergenza coronavirus è un unicum, non si era mai verificata una tale attenzione nei confronti degli autonomi e dei professionisti. Auspico che sia l’inizio di un nuovo corso.
- Il DPCM 22 marzo 2020 ha previsto la sospensione di molte attività commerciali e produttive ma non quella degli studi di architettura e di ingegneria, ritenuti quindi essenziali, che si sono messi a disposizione del Paese. Crede che ad emergenza finita saranno presi provvedimenti per rilanciare una categoria professionali martoriata negli ultimi 15 anni a causa di una visione miope dei passati Governi?
Io spero che questa crisi ci permetta di uscire più consapevoli come Paese e come comunità di quelle che sono le priorità. Queste professioni tecniche sono essenziali per un nuovo corso infrastrutturale basato sul green new deal sia nel settore privato che in quello delle opere pubbliche. Dovremo rialzarci insieme e correre verso una meta ambiziosa e per farlo abbiamo bisogno che tutti, a partire dai professionisti e da chi fa impresa, siano messi nelle condizioni di contribuire.
- Parliamo di imposte e contributi previdenziali. Da più parti è arrivata la proposta di un anno "bianco" per le partite IVA con la sospensione di imposte e soprattutto dei contributi minimi previdenziali che molte Casse di previdenza private prevedono. In Parlamento si è mai parlato di questo aspetto?
Siamo nel pieno di questa crisi da meno di un mese e abbiamo dovuto predisporre e approvare norme straordinarie e una legge di bilancio ad hoc per porre un primo argine. Adesso stiamo ragionando su quale sia il modello di sostegno al rilancio più adatto per il nostro tessuto economico. In un modo o nell’altro ci sarà l’aiuto dello Stato, abbiamo già chiesto e ottenuto il via libera dalla Commissione Europea.
- In Parlamento come si vive questa emergenza, sono stati previsti dei provvedimenti ad hoc per il funzionamento delle Commissioni parlamentari o le votazioni?
Stiamo rispettando le misure previste in qualsiasi ambito lavorativo ma il Parlamento non si è mai fermato. Chiaramente abbiamo bloccato tutti i lavori diversi da quelli necessari alla gestione di questa emergenza.
- A gennaio è stato previsto uno stato di emergenza fino al 31 luglio 2020 e il Premier Conte ha rassicurato gli italiani che le misure restrittive andranno di pari passo con il momento e i risultati raggiunti. Avete delle previsioni verosimili sulla ripresa delle attività produttive e commerciali?
L’obiettivo è quello di arrivare il prima possibile al superamento della crisi sanitaria e alla graduale riapertura del Paese. Non mi sento di dare delle date ma continueremo con un approccio equilibrato e proporzionato sulla base delle indicazioni scientifiche.
- Ad emergenza finita si dovrà ricostruire un tessuto economico distrutto. Avete in previsione delle misure per la ricostruzione economica del Paese?
Assolutamente si, Governo e Parlamento sono a lavoro su questo. Ad esempio il tema dei lavori pubblici era una priorità già prima della crisi ma adesso diventa una improcrastinabile necessità. Il Paese deve rinascere anche grazie ad un forte impulso degli investimenti pubblici ed è evidente che ci sono delle regole del gioco che vanno cambiate.
- Tornando ai professionisti dell'area tecnica, l'edilizia (privata e pubblica) ha da sempre fatto da traino all'economia del Paese. Recentemente abbiamo proposto la revisione delle detrazioni fiscali (bonus casa, ecobonus, sisma bonus) prevedendo un'aliquota del 100% e un orizzonte temporale più breve (5 anni). Pensa sarà una misura che potrà essere discussa dal Parlamento?
Lavorare sull’esistente per migliorarlo dovrebbe essere uno dei punti cardine del processo di rilancio. Valuteremo, al fine di ottimizzarlo, l’eventuale impatto dei vari scenari di modifica.
- L'ultima domanda, forse, la più importante: cosa farà l'Europa per venire incontro all'emergenza economica del nostro Paese?
Io spero tutto il necessario. E non si tratta di un auspicio “nazionalista” quanto della consapevolezza che questa crisi è la sfida più importante per determinare se l’Unione Europea può essere quello straordinario progetto tra popoli nel quale in tanti crediamo o un modello diverso in cui prevalgono, anche in casi straordinari come questo, egoismi e interessi di singoli Paesi. In quel caso, come ha precisato il Presidente Conte, faremo da soli.
Ringrazio il deputato del Movimento 5 Stello Adriano Varrica e lascio come sempre a voi ogni commento.
#unpensieropositivo
A cura di Ing. Gianluca Oreto
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