Prestazioni energetiche degli edifici: un progetto di norma in inchiesta pubblica preliminare
Un nuovo progetto di norma nazionale viene sottoposto in questi giorni - e sino al prossimo 5 aprile - all'inchiesta pubblica preliminare per verificarne il ...
Un nuovo progetto di norma nazionale viene sottoposto in questi
giorni - e sino al prossimo 5 aprile - all'inchiesta
pubblica preliminare per verificarne il concreto interesse degli
operatori e l'impatto sul mercato. Si tratta in particolare di una
specifica tecnica che si applica al delicato settore dei consumi
energetici nell'edilizia e che ha per titolo "Prestazioni
energetiche degli edifici - Parte 2: Determinazione del fabbisogno
di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione
invernale, per la produzione di acqua calda sanitaria, per la
ventilazione e per l'illuminazione in edifici non
residenziali".
Il documento intende fornire dati e metodi per la determinazione del fabbisogno di energia (termica e primaria) utile a diversi usi e per diverse tipologie di ambiente. La specifica tecnica si applicherebbe sia a sistemi di nuova progettazione che a sistemi ristrutturati o già esistenti: per il solo riscaldamento; misti o combinati per riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria; per sola produzione di acqua calda per usi igienico-sanitari; per i sistemi di sola ventilazione; per i sistemi di ventilazione combinati alla climatizzazione invernale e infine per i sistemi di illuminazione negli edifici non residenziali.
A livello europeo esistono direttive e normative specificamente dedicate al contenimento dei consumi nell'edilizia oltre che alla certificazione energetica, a conferma di un interesse concreto - e già sufficientemente definito - per un ambito di sviluppo e di ricerca cruciale negli anni a venire.
Non a caso nelle scorse settimane si è tenuto in UNI un seminario internazionale sulle prospettive, nella UE e nel nostro Paese, relative all'applicazione della nuova direttiva comunitaria sulle performance energetiche degli edifici: la cosiddetta direttiva EPBD (Direttiva 2010/31/CE Energy Performance of Buildings Directive- EPBD recast).
In questo contesto, particolarmente articolato in Italia a causa di competenze non centralizzate, l'adeguamento e l'unificazione delle metodologie di calcolo dei fabbisogni energetici degli edifici sono aspetti di fondamentale importanza.
La specifica tecnica che si vuole sviluppare affronta pertanto questi temi, con l'intento anche di predisporre un quadro nazionale più ampio e coerente con gli scenari europei.
Si ricorda che l'inchiesta pubblica preliminare è un nuovo importante passaggio del processo normativo, volto a vagliare preventivamente le concrete esigenze del mercato in merito ai progetti che si vogliono avviare. Nasce dunque da esigenze di trasparenza ed efficienza, perché lo sviluppo di una norma deve aver luogo solo di fronte a un reale beneficio e individuando tutti i soggetti significativi degli interessi in gioco.
Fonte: www.uni.com
Il documento intende fornire dati e metodi per la determinazione del fabbisogno di energia (termica e primaria) utile a diversi usi e per diverse tipologie di ambiente. La specifica tecnica si applicherebbe sia a sistemi di nuova progettazione che a sistemi ristrutturati o già esistenti: per il solo riscaldamento; misti o combinati per riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria; per sola produzione di acqua calda per usi igienico-sanitari; per i sistemi di sola ventilazione; per i sistemi di ventilazione combinati alla climatizzazione invernale e infine per i sistemi di illuminazione negli edifici non residenziali.
A livello europeo esistono direttive e normative specificamente dedicate al contenimento dei consumi nell'edilizia oltre che alla certificazione energetica, a conferma di un interesse concreto - e già sufficientemente definito - per un ambito di sviluppo e di ricerca cruciale negli anni a venire.
Non a caso nelle scorse settimane si è tenuto in UNI un seminario internazionale sulle prospettive, nella UE e nel nostro Paese, relative all'applicazione della nuova direttiva comunitaria sulle performance energetiche degli edifici: la cosiddetta direttiva EPBD (Direttiva 2010/31/CE Energy Performance of Buildings Directive- EPBD recast).
In questo contesto, particolarmente articolato in Italia a causa di competenze non centralizzate, l'adeguamento e l'unificazione delle metodologie di calcolo dei fabbisogni energetici degli edifici sono aspetti di fondamentale importanza.
La specifica tecnica che si vuole sviluppare affronta pertanto questi temi, con l'intento anche di predisporre un quadro nazionale più ampio e coerente con gli scenari europei.
Si ricorda che l'inchiesta pubblica preliminare è un nuovo importante passaggio del processo normativo, volto a vagliare preventivamente le concrete esigenze del mercato in merito ai progetti che si vogliono avviare. Nasce dunque da esigenze di trasparenza ed efficienza, perché lo sviluppo di una norma deve aver luogo solo di fronte a un reale beneficio e individuando tutti i soggetti significativi degli interessi in gioco.
Fonte: www.uni.com
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