Professione Ingegnere, reddito donne inferiore a quello degli uomini
Il reddito professionale di un professionista ingegnere donna è mediamente inferiore del 40% rispetto a quello di parigrado uomo. Lo ha affermato il Consigli...
Il reddito professionale di un professionista ingegnere donna è
mediamente inferiore del 40% rispetto a quello di parigrado uomo.
Lo ha affermato il Consigliere Junior del Consiglio Nazionale degli
Ingegneri Ania Lopez nel corso di un appuntamento
organizzato l'1 ottobre 2013 presso la sala delle Colonne della
Camera dei Deputati di Roma.
L'incontro titolato "Ingenio al femminile. Storie di donne che lasciano il segno" e coordinato dalla giornalista RAI Tiziana Ferrario, ha portato alla luce dati interessanti in merito alla situazione del professionista ingegnere donna. Singolare è la definizione dei "metalli che devono caratterizzare la vita di ogni donna che vuole portare avanti carriera e famiglia" fatta da Anali Ercoli Finzi che ha parlato di Salute d'acciaio, nervi di ferro e marito d'oro.
"Nel 2000 le donne iscritte alle facoltà di ingegneria erano il 17,7% e nel 2012 il 24,8%. Le laureate l'anno scorso sono state il 15,5% contro il 78.5% degli uomini. Di questi, il tasso di occupazione al maschile è stato del 78,5%, mentre quello delle donne si è fermato al 72,3%". Questi sono i numeri che il Presidente del CNI Armando Zambrano ha messo in luce nel corso del dibattito, che ha parlato di un percorso da intraprendere affinché le ingegnere possano raggiungere pari dignità, soprattutto economica, e ampliare le possibilità di carriera rispetto ai colleghi maschi. "Vogliamo capire il motivo del dato più allarmante - ha aggiunto Ania Lopez l'unico consigliere nazionale donna, la stessa ad aver spronato gli ingegneri ad organizzare l'iniziativa - Quello per cui il reddito medio di un libero professionista uomo è di oltre 38.000, mentre quello di una donna è di poco oltre i 20.000. A che cosa è dovuta questa disparità?"
Di evoluzione e necessità di maggiore conoscenza ha parlato, invece, il Vice presidente CNI Fabio Bonfà che ha anticipato un progetto innovativo. "Siamo a disposizione per iniziare una collaborazione con le scuole superiori per far conoscere tutte le grandi opportunità che può offrire il nostro mestiere, anche e soprattutto per le donne, che nessuno di noi pensa debbano essere relegate alle specializzazioni umanistiche".
Interessanti gli spunti arrivati in merito al perché della disparità in ambito professionale e a cui sono arrivate diverse risposte ed interpretazioni rappresentate dalle singole storie come quella della prima Presidente donna in Italia del più numeroso Ordine, quello di Roma, Carla Cappiello e della prima donna a laurearsi in ingegneria nucleare al Politecnico di Milano, autrice, tra l'altro, del libro "Alla ricerca di un ingegnere con l'apostrofo" Giovanna Gabetta. Hanno portato la loro esperienza anche Lella Golfo, presidente della Fondazione Marisa Bellisario, insieme a Maria Prieto Laffargue che è stata anche presidente della Organizzazione mondiale della federazione degli ingegneri. Sicuramente più dura, anche se non direttamente coinvolta nel mondo delle professioni tecniche, l'esperienza di Adriana Musella, presidente di Riferimenti, Coordinamento Nazionale Antimafia, che ha raccontato la sua storia segnata dalla morte di un padre, ingegnere, che viene ucciso per non aver voluto collaborare con la Ndrangheta.
Tre le esperienze dirette, rappresentate anche con servizi sui luoghi di lavoro: la grande forza e vitalità di Amalia Ercoli Finzi, ingegnere aerospaziale, mamma e nonna che, ironicamente, ha spiegato cosa è significato per lei portare avanti una carriera riconosciuta in tutto il mondo, tra le influenze dei figli e gli appuntamenti di lavoro. Di tutt'altro carattere, ma di simile tempra, la storia di Emanuela Carloni, amministratore delegato di Acque Spa, partecipata di Acea, che crede in un essere professionista come l'acqua: cheta, ma forte.
Infine la vita quotidiana di un team al femminile che lavora alla sede di Savigliano, in provincia di Cuneo, presso Alstom, azienda che progetta e costruisce treni per l'alta velocità. Quattro giovani donne che, dall'esperienza di lavoro con i loro colleghi maschi, hanno scoperto di essere meno competitive dei loro colleghi, ma più organizzate e affidabili.
Alla fine, però, alla domanda iniziale sul perché c'è questa differenza tra professionisti di sessi diversi, la risposta più sintetica e forse vicina alla realtà, l'ha data un uomo. Paolo Crepet, medico e scrittore, riferendosi ad un colloquio con il grande allenatore di pallavolo, Velasco, ricorda la sua risposta alla domanda "Qual'è la differenza tra allenare una squadra maschile e una femminile?". Secondo Velasco è l'autostima, troppa negli uomini e troppo poca nelle donne.
L'incontro titolato "Ingenio al femminile. Storie di donne che lasciano il segno" e coordinato dalla giornalista RAI Tiziana Ferrario, ha portato alla luce dati interessanti in merito alla situazione del professionista ingegnere donna. Singolare è la definizione dei "metalli che devono caratterizzare la vita di ogni donna che vuole portare avanti carriera e famiglia" fatta da Anali Ercoli Finzi che ha parlato di Salute d'acciaio, nervi di ferro e marito d'oro.
"Nel 2000 le donne iscritte alle facoltà di ingegneria erano il 17,7% e nel 2012 il 24,8%. Le laureate l'anno scorso sono state il 15,5% contro il 78.5% degli uomini. Di questi, il tasso di occupazione al maschile è stato del 78,5%, mentre quello delle donne si è fermato al 72,3%". Questi sono i numeri che il Presidente del CNI Armando Zambrano ha messo in luce nel corso del dibattito, che ha parlato di un percorso da intraprendere affinché le ingegnere possano raggiungere pari dignità, soprattutto economica, e ampliare le possibilità di carriera rispetto ai colleghi maschi. "Vogliamo capire il motivo del dato più allarmante - ha aggiunto Ania Lopez l'unico consigliere nazionale donna, la stessa ad aver spronato gli ingegneri ad organizzare l'iniziativa - Quello per cui il reddito medio di un libero professionista uomo è di oltre 38.000, mentre quello di una donna è di poco oltre i 20.000. A che cosa è dovuta questa disparità?"
Di evoluzione e necessità di maggiore conoscenza ha parlato, invece, il Vice presidente CNI Fabio Bonfà che ha anticipato un progetto innovativo. "Siamo a disposizione per iniziare una collaborazione con le scuole superiori per far conoscere tutte le grandi opportunità che può offrire il nostro mestiere, anche e soprattutto per le donne, che nessuno di noi pensa debbano essere relegate alle specializzazioni umanistiche".
Interessanti gli spunti arrivati in merito al perché della disparità in ambito professionale e a cui sono arrivate diverse risposte ed interpretazioni rappresentate dalle singole storie come quella della prima Presidente donna in Italia del più numeroso Ordine, quello di Roma, Carla Cappiello e della prima donna a laurearsi in ingegneria nucleare al Politecnico di Milano, autrice, tra l'altro, del libro "Alla ricerca di un ingegnere con l'apostrofo" Giovanna Gabetta. Hanno portato la loro esperienza anche Lella Golfo, presidente della Fondazione Marisa Bellisario, insieme a Maria Prieto Laffargue che è stata anche presidente della Organizzazione mondiale della federazione degli ingegneri. Sicuramente più dura, anche se non direttamente coinvolta nel mondo delle professioni tecniche, l'esperienza di Adriana Musella, presidente di Riferimenti, Coordinamento Nazionale Antimafia, che ha raccontato la sua storia segnata dalla morte di un padre, ingegnere, che viene ucciso per non aver voluto collaborare con la Ndrangheta.
Tre le esperienze dirette, rappresentate anche con servizi sui luoghi di lavoro: la grande forza e vitalità di Amalia Ercoli Finzi, ingegnere aerospaziale, mamma e nonna che, ironicamente, ha spiegato cosa è significato per lei portare avanti una carriera riconosciuta in tutto il mondo, tra le influenze dei figli e gli appuntamenti di lavoro. Di tutt'altro carattere, ma di simile tempra, la storia di Emanuela Carloni, amministratore delegato di Acque Spa, partecipata di Acea, che crede in un essere professionista come l'acqua: cheta, ma forte.
Infine la vita quotidiana di un team al femminile che lavora alla sede di Savigliano, in provincia di Cuneo, presso Alstom, azienda che progetta e costruisce treni per l'alta velocità. Quattro giovani donne che, dall'esperienza di lavoro con i loro colleghi maschi, hanno scoperto di essere meno competitive dei loro colleghi, ma più organizzate e affidabili.
Alla fine, però, alla domanda iniziale sul perché c'è questa differenza tra professionisti di sessi diversi, la risposta più sintetica e forse vicina alla realtà, l'ha data un uomo. Paolo Crepet, medico e scrittore, riferendosi ad un colloquio con il grande allenatore di pallavolo, Velasco, ricorda la sua risposta alla domanda "Qual'è la differenza tra allenare una squadra maschile e una femminile?". Secondo Velasco è l'autostima, troppa negli uomini e troppo poca nelle donne.
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