Professioni tecniche: qual è il ruolo nella società?
Non vi nascondo che prima di scrivere questo articolo, ho dovuto riflettere qualche secondo in più per evitare di trattare un argomento così complesso senza ...
Non vi nascondo che prima di scrivere questo articolo, ho dovuto
riflettere qualche secondo in più per evitare di trattare un
argomento così complesso senza cadere nei classici tranelli. Il LA
mi è stato offerto dall'ultimo comunicato stampa della Rete
delle Professioni Tecniche (RTP) che, dopo aver risposto al
nostro portale (clicca qui) in merito al suo presunto
flop e a quello dei Consigli Nazionali, ha pensato bene di
rispondere all'editoriale di Galli della Loggia che sulle
pagine del Corriere della Sera aveva contestato l'operato
del Presidente del Consiglio Matteo Renzi e la sua forte
propensione a crearsi nemici immaginari che possano giustificare
gli scarsi (per non dire pessimi) risultati del suo Governo.
Nel suo editoriale, Galli della Loggia aveva citato alcune di quelle principali riforme utili al Paese, citando alla rinfusa "l'ammontare esorbitante della spesa pubblica, i costi e gli eccessivi poteri delle Regioni, l'eccessivo prelievo fiscale sul lavoro nelle sue varie forme e le norme sui contratti di lavoro, l'ordinamento giudiziario, la chiusura corporativa degli ordini professionali, lo strapotere paralizzante dell'alta burocrazia, la scarsa efficienza di tutte le pubbliche amministrazioni con la farraginosità spesso assurda delle procedure".
Definendo, dunque, gli ordini professionali un ostacolo alla forza riformatrice del Paese l'editorialista del Corriere non solo aveva commesso un grosso errore, ma aveva anche mancato di rispetto all'utilissimo (come definito dalla RTP) "radicale intervento riformatore di cui sono stati protagonisti gli Ordini".
Volendo anche immaginare che Galli della Loggia parlasse in particolare degli Ordini delle Professioni Tecniche (e non credo sia così), mi chiedo e vi chiedo di farmi presente in quali occasioni gli Ordini e i Consigli Nazionali siano intervenuti attivamente influenzando il processo decisionale della politica degli ultimi, diciamo, 10 anni.
Mi piacerebbe conoscere puntualmente quali siano i provvedimenti presi dal Governo che le professioni tecniche hanno influenzato. Dove gli Ordini e i Consigli Nazionali entrano in gioco nella gestione del territorio, nella definizione di regole e tempi per l'edilizia privata e pubblica?In cosa Ordini e Consigli Nazionali hanno contribuito per ridare dignità ad una professione che negli ultimi anni sta totalmente perdendo il suo ruolo nella società?
I numeri sono chiari e parlano da soli, oggi la libera professione non è più libera di nulla: troppi obblighi, troppe inutili vessazioni e pochi se non addirittura nessun diritto. Una volta architetti e ingegneri avevano un ruolo definito nella società cui si era fieri. Oggi se vai in giro dicendo di essere un libero professionista, nella migliore delle ipotesi ti ridono in faccia.
Davvero la RTP ha la presunzione solo di pensare che le professioni tecniche hanno un qualsivoglia potere per influenzare la forza riformatrice del Paese?È possibile parlare ancora di riforma delle professioni andando a guardare il contesto normativo formatosi dal decreto Bersani in poi, che non ha avuto alcun filo conduttore di vera riforma se non un tentativo (fin'ora riuscito) di far scomparire i liberi professionisti?
In una parte del comunicato, Armando Zambrano afferma candidamente che "i professionisti italiani attendono che - come già accade in Europa - Parlamento, Governo ed Enti locali li coinvolgano, ad esempio, nelle attività di programmazione e progettazione degli interventi finanziati con i fondi europei". In sostanza, allora, dove le liberi professioni tecniche sono coinvolte attivamente in qualsiasi processo decisionale del Paese se il Parlamento, il Governo e gli Enti Locali non li ha mai coinvolti?
Concludo solo dicendo che il tempo dell'attesa è terminato ed è ormai indifferibile l'attivazione di procedure d'urgenza da parte di Ordini, Consigli Nazionali e organismi vari che dovranno prendersi le loro responsabilità. Di seguito il comunicato della RTP, lasciando come sempre a voi ogni commento.
"Il prof. della Loggia - scrive Armando Zambrano Coordinatore della RTP - dimentica che le professioni ordinistiche sono state già oggetto, negli anni 2011-2012, di un radicale intervento riformatore. Questo ha comportato la definitiva abrogazione delle tariffe; l'introduzione dell'obbligo dell'aggiornamento professionale continuo e dell'assicurazione professionale; l'obbligo della definizione di un preventivo di massima, propedeutico all'avvio dell'esecuzione della prestazione; la liberalizzazione della pubblicità informativa; la terzietà degli organismi disciplinari attraverso la loro separazione dagli organismi amministrativi elettivi degli Ordini e Collegi. A ciò si aggiunga l'assenza di limiti all'accesso (presenti solo per la professione di notaio), un sistema elettorale fondato sulle preferenze e l'incandidabilità dopo due mandati, un sistema previdenziale totalmente autofinanziato che garantisce un sostenibilità a 50 anni".
"Gli ultimi interventi riformatori - prosegue Zambrano - pongono l'Italia all'avanguardia, nel panorama europeo e mondiale, per la regolamentazione delle professioni. Interventi che hanno comportato costi e oneri aggiuntivi non indifferenti in capo ai professionisti (soprattutto per quanto concerne aggiornamento continuo e polizza professionale), in un contesto che vede i redditi professionali in drammatica contrazione".
Il Coordinatore della RPT sottolinea come "i professionisti, in particolare quelli tecnici, non solo non si sono frapposti né hanno fatto barricate contro la loro introduzione, ma attendono da tempo il completamento del disegno riformatore con l'emanazione del Testo Unico che deve raccogliere le disposizioni aventi forza di legge non abrogate, nonché la modifica delle disposizioni che regolano la costituzione delle Società tra Professionisti (STP). La possibilità di organizzare la propria attività in forma societaria è, infatti, imprescindibile per poter operare in un mercato dei servizi professionali sempre più affollato e competitivo".
Zambrano, inoltre, ricorda come "i professionisti italiani attendono che - come già accade in Europa - Parlamento, Governo ed Enti locali li coinvolgano, ad esempio, nelle attività di programmazione e progettazione degli interventi finanziati con i fondi europei. Garantendo ad essi una "parità di trattamento", rispetto agli altri operatori economici e ascoltandoli, quando, come ha fatto la Rete delle Professioni Tecniche, elaborano proposte di semplificazione incentrate sul principio di sussidiarietà".
"Un cambiamento di approccio - conclude Zambrano - che sarebbe reso più agevole se anche i media guardassero agli Ordini professionali alla luce dei profondi rivolgimenti che hanno interessato questo importante comparto dell'economia nazionale negli ultimi anni".
Nel suo editoriale, Galli della Loggia aveva citato alcune di quelle principali riforme utili al Paese, citando alla rinfusa "l'ammontare esorbitante della spesa pubblica, i costi e gli eccessivi poteri delle Regioni, l'eccessivo prelievo fiscale sul lavoro nelle sue varie forme e le norme sui contratti di lavoro, l'ordinamento giudiziario, la chiusura corporativa degli ordini professionali, lo strapotere paralizzante dell'alta burocrazia, la scarsa efficienza di tutte le pubbliche amministrazioni con la farraginosità spesso assurda delle procedure".
Definendo, dunque, gli ordini professionali un ostacolo alla forza riformatrice del Paese l'editorialista del Corriere non solo aveva commesso un grosso errore, ma aveva anche mancato di rispetto all'utilissimo (come definito dalla RTP) "radicale intervento riformatore di cui sono stati protagonisti gli Ordini".
Volendo anche immaginare che Galli della Loggia parlasse in particolare degli Ordini delle Professioni Tecniche (e non credo sia così), mi chiedo e vi chiedo di farmi presente in quali occasioni gli Ordini e i Consigli Nazionali siano intervenuti attivamente influenzando il processo decisionale della politica degli ultimi, diciamo, 10 anni.
Mi piacerebbe conoscere puntualmente quali siano i provvedimenti presi dal Governo che le professioni tecniche hanno influenzato. Dove gli Ordini e i Consigli Nazionali entrano in gioco nella gestione del territorio, nella definizione di regole e tempi per l'edilizia privata e pubblica?In cosa Ordini e Consigli Nazionali hanno contribuito per ridare dignità ad una professione che negli ultimi anni sta totalmente perdendo il suo ruolo nella società?
I numeri sono chiari e parlano da soli, oggi la libera professione non è più libera di nulla: troppi obblighi, troppe inutili vessazioni e pochi se non addirittura nessun diritto. Una volta architetti e ingegneri avevano un ruolo definito nella società cui si era fieri. Oggi se vai in giro dicendo di essere un libero professionista, nella migliore delle ipotesi ti ridono in faccia.
Davvero la RTP ha la presunzione solo di pensare che le professioni tecniche hanno un qualsivoglia potere per influenzare la forza riformatrice del Paese?È possibile parlare ancora di riforma delle professioni andando a guardare il contesto normativo formatosi dal decreto Bersani in poi, che non ha avuto alcun filo conduttore di vera riforma se non un tentativo (fin'ora riuscito) di far scomparire i liberi professionisti?
In una parte del comunicato, Armando Zambrano afferma candidamente che "i professionisti italiani attendono che - come già accade in Europa - Parlamento, Governo ed Enti locali li coinvolgano, ad esempio, nelle attività di programmazione e progettazione degli interventi finanziati con i fondi europei". In sostanza, allora, dove le liberi professioni tecniche sono coinvolte attivamente in qualsiasi processo decisionale del Paese se il Parlamento, il Governo e gli Enti Locali non li ha mai coinvolti?
Concludo solo dicendo che il tempo dell'attesa è terminato ed è ormai indifferibile l'attivazione di procedure d'urgenza da parte di Ordini, Consigli Nazionali e organismi vari che dovranno prendersi le loro responsabilità. Di seguito il comunicato della RTP, lasciando come sempre a voi ogni commento.
"Il prof. della Loggia - scrive Armando Zambrano Coordinatore della RTP - dimentica che le professioni ordinistiche sono state già oggetto, negli anni 2011-2012, di un radicale intervento riformatore. Questo ha comportato la definitiva abrogazione delle tariffe; l'introduzione dell'obbligo dell'aggiornamento professionale continuo e dell'assicurazione professionale; l'obbligo della definizione di un preventivo di massima, propedeutico all'avvio dell'esecuzione della prestazione; la liberalizzazione della pubblicità informativa; la terzietà degli organismi disciplinari attraverso la loro separazione dagli organismi amministrativi elettivi degli Ordini e Collegi. A ciò si aggiunga l'assenza di limiti all'accesso (presenti solo per la professione di notaio), un sistema elettorale fondato sulle preferenze e l'incandidabilità dopo due mandati, un sistema previdenziale totalmente autofinanziato che garantisce un sostenibilità a 50 anni".
"Gli ultimi interventi riformatori - prosegue Zambrano - pongono l'Italia all'avanguardia, nel panorama europeo e mondiale, per la regolamentazione delle professioni. Interventi che hanno comportato costi e oneri aggiuntivi non indifferenti in capo ai professionisti (soprattutto per quanto concerne aggiornamento continuo e polizza professionale), in un contesto che vede i redditi professionali in drammatica contrazione".
Il Coordinatore della RPT sottolinea come "i professionisti, in particolare quelli tecnici, non solo non si sono frapposti né hanno fatto barricate contro la loro introduzione, ma attendono da tempo il completamento del disegno riformatore con l'emanazione del Testo Unico che deve raccogliere le disposizioni aventi forza di legge non abrogate, nonché la modifica delle disposizioni che regolano la costituzione delle Società tra Professionisti (STP). La possibilità di organizzare la propria attività in forma societaria è, infatti, imprescindibile per poter operare in un mercato dei servizi professionali sempre più affollato e competitivo".
Zambrano, inoltre, ricorda come "i professionisti italiani attendono che - come già accade in Europa - Parlamento, Governo ed Enti locali li coinvolgano, ad esempio, nelle attività di programmazione e progettazione degli interventi finanziati con i fondi europei. Garantendo ad essi una "parità di trattamento", rispetto agli altri operatori economici e ascoltandoli, quando, come ha fatto la Rete delle Professioni Tecniche, elaborano proposte di semplificazione incentrate sul principio di sussidiarietà".
"Un cambiamento di approccio - conclude Zambrano - che sarebbe reso più agevole se anche i media guardassero agli Ordini professionali alla luce dei profondi rivolgimenti che hanno interessato questo importante comparto dell'economia nazionale negli ultimi anni".
A cura di Gianluca
Oreto - @lucaoreto
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