Protezione civile spa: alla camera un nuovo testo del decreto-legge 195 con l’articolo 16 stralciato dalla Commissione Ambiente

Le giuste proteste degli operatori del settore unite all'indagine della Procura di Firenze sui lavori per i cosiddetti grandi eventi tra cui il G8 della Madd...

18/02/2010
Le giuste proteste degli operatori del settore unite all'indagine della Procura di Firenze sui lavori per i cosiddetti grandi eventi tra cui il G8 della Maddalena, poi spostato all'Aquila hanno colto nel segno ed è stato cancellato l'articolo 16 del decreto-legge 30 dicembre 2009, n. 195 rubricato "Attività di supporto strumentale al Dipartimento della protezione civile" e che conteneva nel comma 1 la costituzione di una società per azioni d'interesse nazionale denominata: "Protezione civile servizi s.p.a.".

E' iniziata, ieri, in aula la discussione generale del disegno di legge di conversione del decreto 30 dicembre 2009, n. 195, approvato il 10 febbraio scorso dal Senato, recante disposizioni urgenti per la cessazione dello stato di emergenza in materia di rifiuti nella regione Campania, per l'avvio della fase post emergenziale nel territorio della regione Abruzzo ed altre disposizioni urgenti relative alla Presidenza del Consiglio dei Ministri ed alla protezione civile.
Ma il testo che giunge in aula è notevolmente modificato dall'intervento della VIII Commissione Ambiente che ha stralciato l'articolo 16 del decreto-legge stesso.

Paolo Buzzetti, presidente dei costruttori dell'Ance, plaude allo stralcio delle norme su Protezione civile spa precisando che: "E' quanto chiedevamo fin dall'inizio e per questo ci siamo battuti anche proponendo emendamenti in tal senso; rimangono però dei punti da chiarire perché non è possibile che le norme sulla protezione civile siano applicabili anche a situazione che nulla hanno a che vedere con l'emergenza. Occorre quindi precisare meglio l'ambito di attività del Dipartimento e definire cosa è davvero emergenza e cosa no. Se si è in una vera emergenza vanno bene i poteri in deroga, ma solo in questo caso; per il resto ci sono le norme ordinarie".

Massimo Gallione, presidente del CNAPPC (Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori), intervenuto già sull'argomento con una dura protesta in cui aveva precisato che "Gli oltre 145mila architetti italiani sono convinti che la gestione emergenziale delle procedure connesse alla progettazione ed alla realizzazione delle opere pubbliche debba necessariamente essere riservata a circostanze ed eventi di tipo calamitoso che hanno caratteristiche di evidente urgenza, imprevedibilità e limitata durata nel tempo" ha aggiuntoche "Bene ha fatto il Governo a stralciare l'articolo 16 del provvedimento in discussione alla Camera e che avrebbe costituito la Protezione Civile spa. Siamo ora in attesa di conoscere nel dettaglio il contenuto preciso degli emendamenti presentati dal relatore on. Ghiglia, e soprattutto dell'annunciato maxi emendamento presentato dal Governo e su cui l'Esecutivo di appresterebbe a chiedere la fiducia dell'Aula di Montecitorio" ed ha concluso "Ribadisco, come già fatto nelle scorse settimane, la nostra più ferma contrarietà alla Protezione civile s.p.a.: non vorremmo che ora alcune delle norme contenute nell'articolo 16 e uscite - per così dire - dalla porta, rientrassero, anche attraverso il maxiemendamento, dalla finestra".

Braccio Oddi Baglioni, presidente dell'Oice (associazione delle società di ingegneria e architettura) aggiunge: "Siamo soddisfatti della marcia indietro su Protezione civile spa, perché era del tutto fuori luogo sia la sua istituzione, sia l'estensione del suo ambito di attività anche ai grandi eventi, che invece devono essere tolti definitivamente anche dai compiti del Dipartimento.".

La discussione in Aula alla Camera dei deputati continuerà oggi con il voto sulle pregiudiziali di costituzionalità e, a seguire, sugli emendamenti ed il rischio è quello di portare il decreto legge a ridosso della scadenza (28 febbraio) sia in caso di votazione delle modifiche proposte dall'opposizione sia in caso di blindatura del testo con la fiducia, che sarebbe votata non prima di venerdì. Successivamente il decreto dovrà tornare al Senato per una successiva e nuova approvazione. Non è escluso, comunque, il ricorso al voto di fiducia.

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A cura di Paolo Oreto
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