Rapporto CUP Cresme: prime elaborazioni relative agli albi del settore agro-ambientale
Non si è ancora asciugato l'inchiostro sul monumentale "Rapporto CRESME-CUP" (presentato il 26 novembre 2010 a Roma) che già circolano le prime elaborazioni ...
Non si è ancora asciugato l'inchiostro sul monumentale "Rapporto
CRESME-CUP" (presentato il 26 novembre 2010 a Roma) che
già circolano le prime elaborazioni sui dati ivi contenuti.
Dai dati macro si può infatti agevolmente passare ad analisi più sofisticate e segmentate per settore economico.
La prima analisi che è stata fatta riguarda il settore agro-ambientale presidiato da ben quattro categorie professionali, oggi in concorrenza fra loro: infatti le Classi di laurea di primo livello nel settore agrario (L-25, L-26 ed i precedenti Diplomi universitari) consentono indifferentemente ai giovani laureati di iscriversi all'Albo degli Agronomi piuttosto che non a quello degli Agrotecnici oppure dei Periti agrari, dove la scelta (incredibile a dirsi, la concorrenza è arrivata anche fra gli Ordini!) è in mano solo ed esclusivamente al singolo laureato, che dunque si orienterà verso l'Albo capace di accoglierlo nel modo migliore e dargli più opportunità.
Fra Periti agrari ed Agrotecnici, inoltre, la "concorrenza" era addirittura precedente, visto che i titoli di studio che conducono agli Albi sono fra loro "equipollenti".
Incrociando fra loro i dati del CRESME (che, per le abilitazioni, derivano da doppie fonti: Ministero dell'Università e degli Ordini professionali) è possibile vedere gli effetti della "concorrenza" fra gli Ordini di uno stesso segmento di mercato ed i trend di crescita (o di calo) di ognuno di essi.
Sono quattro le categorie del settore agro-ambientale: Agrotecnici ed Agrotecnici laureati, Dottori Agronomi, Periti agrari e Tecnologi Alimentari. L'elaborazione dei dati dei candidati che ogni anno affrontano gli esami di abilitazione professionale, per potersi poi iscrivere all'Albo hanno prodotto risultati inaspettati.
La vulgata comune, sino ad ora, era quella che gli Agronomi fossero l'elite del settore, la categoria con il maggior potere di attrazione e così pure i Tecnologi Alimentari (altro non fosse per la "freschezza" dell'Albo, istituito molto di recente, nel gennaio 1994). I Periti agrari rappresentavano la categoria "storica" del settore nata nel 1929, ultimamente un po' in declino, ma ricca di storia e che intende rilanciarsi con il progetto di "Albo unico", fondendosi con Geometri e Periti industriali. Ultimi arrivati gli Agrotecnici, categoria "giovane" rispetto alle altre (istituita nel 1986), ma ormai neppure più tanto perché sorpassata dai Tecnologi alimentari, sempre alla ricerca di un proprio spazio e dunque all'inseguimento delle altre.
I dati degli esami abilitanti, cioè di quanti scelgono un percorso professionale rispetto ad un altro, raccontano sorprendentemente un'altra verità: solo gli Agrotecnici crescono. E, se le cose non cambieranno, loro sarà il futuro.
I numeri non sono tutto, ma la loro logica è spietata e la verità che mostrano incontrovertibile. Lo si può vedere dai due grafici che alleghiamo (nell'asse delle ascisse è indicato il numero degli iscritti agli esami di abilitazione di ciascuna delle quattro categorie, nell'asse delle ordinate gli anni, dal 2003 al 2009 ovvero alla minor data riportata nello studio CRESME-CUP).
Nel periodo in esame gli Agronomi, che vantavano nel 2003 oltre 2.100 candidati agli esami, precipitano alla metà (1.088) nel 2008, mentre la ricerca CRESME non reca il dato dei candidati 2009 (probabilmente perché l'Ordine degli Agronomi non lo ha fornito). Nello stesso periodo di tempo anche i Tecnologi alimentari, nonostante la novità del loro Albo, registrano lo stesso risultato negativo passando dai 372 candidati del 2003 agli appena 180 del 2008: anche per loro il calo è del 50%.
In flessione anche i Periti agrari, per loro il numero dei candidati agli esami abilitanti (la "porta" da cui si entra nella professione) abbandona il livello dei 450 all'anno raggiunto nel 2005 per schiacciarsi sempre più verso i 300 candidati/anno.
L'unica categoria che cresce, e di molto, è quella degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati, che passano dagli appena 228 candidati del 2003 agli 878 del 2009, avviandosi con il vento in poppa a diventare la prima categoria del settore come numero di nuovi accessi.
Stesso discorso se guardiamo alle scelte professionali dei laureati di primo livello. Anche loro preferiscono nettamente l'Albo degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati che solo nel 2007 viene "scavalcato" dagli Agronomi, prevalendo invece in tutti gli altri anni (va detto che i dati degli Agronomi si fermano al 2008).
I Periti agrari non hanno fornito in proposito dati al CRESME, e c'è di che capirli. Stime attendibili indicano in circa 10-15 all'anno il numero dei laureati che si rivolgono a questo Albo.
Il risultato del periodo 2003-2008 è che, ogni 100 laureati di primo livello che scelgono la libera professione, 55 scelgono l'Albo degli Agrotecnici, 45 scelgono l'Albo degli Agronomi e 5 appena scelgono l'Albo dei Periti agrari.
A cura di Ufficio Stampa Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici Laureati
Dai dati macro si può infatti agevolmente passare ad analisi più sofisticate e segmentate per settore economico.
La prima analisi che è stata fatta riguarda il settore agro-ambientale presidiato da ben quattro categorie professionali, oggi in concorrenza fra loro: infatti le Classi di laurea di primo livello nel settore agrario (L-25, L-26 ed i precedenti Diplomi universitari) consentono indifferentemente ai giovani laureati di iscriversi all'Albo degli Agronomi piuttosto che non a quello degli Agrotecnici oppure dei Periti agrari, dove la scelta (incredibile a dirsi, la concorrenza è arrivata anche fra gli Ordini!) è in mano solo ed esclusivamente al singolo laureato, che dunque si orienterà verso l'Albo capace di accoglierlo nel modo migliore e dargli più opportunità.
Fra Periti agrari ed Agrotecnici, inoltre, la "concorrenza" era addirittura precedente, visto che i titoli di studio che conducono agli Albi sono fra loro "equipollenti".
Incrociando fra loro i dati del CRESME (che, per le abilitazioni, derivano da doppie fonti: Ministero dell'Università e degli Ordini professionali) è possibile vedere gli effetti della "concorrenza" fra gli Ordini di uno stesso segmento di mercato ed i trend di crescita (o di calo) di ognuno di essi.
Sono quattro le categorie del settore agro-ambientale: Agrotecnici ed Agrotecnici laureati, Dottori Agronomi, Periti agrari e Tecnologi Alimentari. L'elaborazione dei dati dei candidati che ogni anno affrontano gli esami di abilitazione professionale, per potersi poi iscrivere all'Albo hanno prodotto risultati inaspettati.
La vulgata comune, sino ad ora, era quella che gli Agronomi fossero l'elite del settore, la categoria con il maggior potere di attrazione e così pure i Tecnologi Alimentari (altro non fosse per la "freschezza" dell'Albo, istituito molto di recente, nel gennaio 1994). I Periti agrari rappresentavano la categoria "storica" del settore nata nel 1929, ultimamente un po' in declino, ma ricca di storia e che intende rilanciarsi con il progetto di "Albo unico", fondendosi con Geometri e Periti industriali. Ultimi arrivati gli Agrotecnici, categoria "giovane" rispetto alle altre (istituita nel 1986), ma ormai neppure più tanto perché sorpassata dai Tecnologi alimentari, sempre alla ricerca di un proprio spazio e dunque all'inseguimento delle altre.
I dati degli esami abilitanti, cioè di quanti scelgono un percorso professionale rispetto ad un altro, raccontano sorprendentemente un'altra verità: solo gli Agrotecnici crescono. E, se le cose non cambieranno, loro sarà il futuro.
I numeri non sono tutto, ma la loro logica è spietata e la verità che mostrano incontrovertibile. Lo si può vedere dai due grafici che alleghiamo (nell'asse delle ascisse è indicato il numero degli iscritti agli esami di abilitazione di ciascuna delle quattro categorie, nell'asse delle ordinate gli anni, dal 2003 al 2009 ovvero alla minor data riportata nello studio CRESME-CUP).
Nel periodo in esame gli Agronomi, che vantavano nel 2003 oltre 2.100 candidati agli esami, precipitano alla metà (1.088) nel 2008, mentre la ricerca CRESME non reca il dato dei candidati 2009 (probabilmente perché l'Ordine degli Agronomi non lo ha fornito). Nello stesso periodo di tempo anche i Tecnologi alimentari, nonostante la novità del loro Albo, registrano lo stesso risultato negativo passando dai 372 candidati del 2003 agli appena 180 del 2008: anche per loro il calo è del 50%.
In flessione anche i Periti agrari, per loro il numero dei candidati agli esami abilitanti (la "porta" da cui si entra nella professione) abbandona il livello dei 450 all'anno raggiunto nel 2005 per schiacciarsi sempre più verso i 300 candidati/anno.
L'unica categoria che cresce, e di molto, è quella degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati, che passano dagli appena 228 candidati del 2003 agli 878 del 2009, avviandosi con il vento in poppa a diventare la prima categoria del settore come numero di nuovi accessi.
Stesso discorso se guardiamo alle scelte professionali dei laureati di primo livello. Anche loro preferiscono nettamente l'Albo degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati che solo nel 2007 viene "scavalcato" dagli Agronomi, prevalendo invece in tutti gli altri anni (va detto che i dati degli Agronomi si fermano al 2008).
I Periti agrari non hanno fornito in proposito dati al CRESME, e c'è di che capirli. Stime attendibili indicano in circa 10-15 all'anno il numero dei laureati che si rivolgono a questo Albo.
Il risultato del periodo 2003-2008 è che, ogni 100 laureati di primo livello che scelgono la libera professione, 55 scelgono l'Albo degli Agrotecnici, 45 scelgono l'Albo degli Agronomi e 5 appena scelgono l'Albo dei Periti agrari.
A cura di Ufficio Stampa Collegio Nazionale degli Agrotecnici e degli Agrotecnici Laureati
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