Rifiuti pericolosi, la denuncia dei chimici alla Commissione Europea
L'acqua è esplosiva e il sale velenoso. Sono questi i paradossi cui si può arrivare applicando le nuove normative introdotte dal D.L. n. 91/2014 (ora L. 116/...
L'acqua è esplosiva e il sale velenoso. Sono questi i paradossi cui
si può arrivare applicando le nuove normative introdotte dal D.L.
n. 91/2014 (ora L. 116/2014) in tema di classificazione dei rifiuti
e attribuzione delle caratteristiche di pericolo.
Stranezze, vero, con cui però sarà necessario fare i conti di fronte ad un provvedimento che, secondo il Presidente del Consiglio Nazionale dei Chimici Armando Zingales, non fa altro "che coprire di ridicolo il nostro Paese". Forte di questa convinzione, Zingales ha preso carta e penna per scrivere alla Ue: "Abbiamo depositato una circostanziata denuncia alla Commissione Europea contro queste norme con cui vogliamo contestare, in particolare, la lunare interpretazione del principio di precauzione, in base alla quale, quando i componenti di un rifiuto sono determinati in modo aspecifico e perciò non sono noti i composti specifici che lo costituiscono, per individuare le caratteristiche di pericolo del rifiuto devono essere presi come riferimento i composti peggiori”.
Una decisione che non può essere accettata in alcun modo, sostengono i chimici, poiché contraddice anche le più elementari nozioni della logica, sconfinando nel grottesco e soprattutto impedendo una reale ed adeguata gestione del rifiuto. Pratica, invece, quanto mai delicata. In base all'interpretazione, "talvolta sostenuta da alcuni P.M. (e loro consulenti), ma spesso disconosciuta nelle sentenze dei Tribunali, si potrebbe arrivare a situazioni assurde - spiega Zingales, che cita due esempi limite ma ben significativi - un rifiuto che contenesse del sale da cucina potrebbe essere classificato pericoloso perché contiene il cloro, che allo stato gassoso è tossico (ma certamente non come ione nel cloruro sodico!) oppure si potrebbe dire che l’acqua va classificata come esplosiva perché contiene idrogeno".
E' di fronte ad esempi come questi che si capisce bene come il decreto impedisca di fatto una regolare classificazione dei rifiuti ritenuti pericolosi. "Chi ha scritto la norma – conclude Zingales – non si è reso conto di avere messo in piedi un sistema oltremodo dannoso per l'Italia, senza contare che la classificazione come rifiuto pericoloso di ciò che pericoloso non è, comporta sprechi di denaro e impossibilità di smaltimento in molte parti d’Italia".
A cura dell’Ufficio Stampa del Consiglio Nazionale dei Chimici
Stranezze, vero, con cui però sarà necessario fare i conti di fronte ad un provvedimento che, secondo il Presidente del Consiglio Nazionale dei Chimici Armando Zingales, non fa altro "che coprire di ridicolo il nostro Paese". Forte di questa convinzione, Zingales ha preso carta e penna per scrivere alla Ue: "Abbiamo depositato una circostanziata denuncia alla Commissione Europea contro queste norme con cui vogliamo contestare, in particolare, la lunare interpretazione del principio di precauzione, in base alla quale, quando i componenti di un rifiuto sono determinati in modo aspecifico e perciò non sono noti i composti specifici che lo costituiscono, per individuare le caratteristiche di pericolo del rifiuto devono essere presi come riferimento i composti peggiori”.
Una decisione che non può essere accettata in alcun modo, sostengono i chimici, poiché contraddice anche le più elementari nozioni della logica, sconfinando nel grottesco e soprattutto impedendo una reale ed adeguata gestione del rifiuto. Pratica, invece, quanto mai delicata. In base all'interpretazione, "talvolta sostenuta da alcuni P.M. (e loro consulenti), ma spesso disconosciuta nelle sentenze dei Tribunali, si potrebbe arrivare a situazioni assurde - spiega Zingales, che cita due esempi limite ma ben significativi - un rifiuto che contenesse del sale da cucina potrebbe essere classificato pericoloso perché contiene il cloro, che allo stato gassoso è tossico (ma certamente non come ione nel cloruro sodico!) oppure si potrebbe dire che l’acqua va classificata come esplosiva perché contiene idrogeno".
E' di fronte ad esempi come questi che si capisce bene come il decreto impedisca di fatto una regolare classificazione dei rifiuti ritenuti pericolosi. "Chi ha scritto la norma – conclude Zingales – non si è reso conto di avere messo in piedi un sistema oltremodo dannoso per l'Italia, senza contare che la classificazione come rifiuto pericoloso di ciò che pericoloso non è, comporta sprechi di denaro e impossibilità di smaltimento in molte parti d’Italia".
A cura dell’Ufficio Stampa del Consiglio Nazionale dei Chimici
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