Riforma Inarcassa, i delegati firmatari rispondono alle critiche

Con una lettera indirizzata ai Presidenti e ai Consiglieri degli Ordini degli Ingegneri e degli Architetti P.P.C. d'Italia, i delegati Inarcassa firmatari de...

15/07/2013
Con una lettera indirizzata ai Presidenti e ai Consiglieri degli Ordini degli Ingegneri e degli Architetti P.P.C. d'Italia, i delegati Inarcassa firmatari della recente riforma previdenziale hanno voluto rispondere alle numerose critiche che, soprattutto nell'ultimo periodo, hanno scatenato il web.

Consapevoli delle difficoltà che la professione tecnica sta vivendo in questo contesto storico, i delegati hanno fatto presente che non c'è previdenza senza lavoro e che tutte le analisi, simulazioni e petizioni che hanno affrontato ultimamente il tema della riforma hanno come origine la grave crisi del mercato.

La lettera è strutturata nei seguenti paragrafi:
  • Simulazioni - in cui il documento smentisce le ipotesi tese a dimostrare pesanti riduzioni delle pensioni, soprattutto agli iscritti più giovani;
  • Conflitto intergenerazionale - viene segnalata la differenza tra le pensioni di chi accede ora alla previdenza, o addirittura di chi è già in pensione, rispetto a chi andrà in pensione nel futuro. I delegati hanno fatto presente che sono diversi motivi che hanno portato a tali differenze tra i quali in fatto che la riforma doveva rispettare, ai sensi del decreto Salvaitalia, il principio del pro-rata, che deriva da un concetto di "diritto acquisito" garantito dal sistema legislativo e non intaccabile dalla riforma. Inoltre non deve essere dimenticato che le giovani generazioni hanno speranze di vita sempre maggiori. In tal senso la riforma ha cercato di contenere, per quanto possibile, gli squilibri intergenerazionali mantenendosi all'interno dei limiti operativi consentiti dal governo.
  • Minimi contributivi - altra critica ha riguardato l'innalzamento dei minimi contributivi. I delegati hanno riconosciuto, innanzitutto, come sia evidente che questi aumenti siano più palesi in questo momento di grave crisi economica. Tuttavia, con l'attuale sistema contributivo ogni associato costruisce il suo personale montante, il suo capitale, da cui attingere per la pensione e quindi la contribuzione minima deve essere dimensionata per raggiungere al momento del pensionamento un importo mensile adeguato. Nel caso di specie, gli importi minimi sono stati calcolati per ottenere almeno una pensione di circa 6.000 € lordi annui, prendendo come riferimento l'assegno sociale INPS.
  • Rendimento del patrimonio - su questo punto i delegati hanno rimandato ad una corretta analisi del Bilancio 2012 (che alleghiamo).
  • Confronto con il governo - sul fatto che Inarcassa avrebbe accettato la riforma imposta dal governo Monti, i delegati (dopo aver fatto un'analisi delle imposizioni arrivate dall'alto) hanno fatto presente che anche le altre casse hanno dovuto soggiacere alle richieste governative.
  • La crisi e il lavoro - il documento dei delegati ha fatto presente che tutte le critiche non sarebbero nate se non si vivesse un momento di forte crisi economica per la professione tecnica. E' evidente che le vere domande vanno poste altrove: se ci fosse lavoro per tutti avremmo i mezzi necessari per sostenere i contributi, senza polemiche strumentali.
  • Misure straordinarie di Inarcassa - Oltre ai prestiti d'onore per i giovani, ai finanziamenti agevolati, ai mutui per l'acquisto della prima casa o dello studio, Inarcassa è intervenuta con una nuova linea di credito di 150 milioni di Euro, immediatamente disponibile, senza garanzie e rimborsabile in tre anni. Ne potranno beneficiare tutti i professionisti colpiti dalla crisi economica e tuttavia determinati a sviluppare la propria attività.

Alleghiamo il documento dei delegati firmatari della riforma Inarcassa, lasciando come sempre a voi ogni commento.

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