Riforma Professioni, Architetti: grave errore politico non valorizzarle
Il Consiglio Nazionale degli Architetti P.P.C., dopo la bocciatura iniziale del DPR di Riforma delle professioni e dopo il parere n. 3169 con il quale il Con...
Il Consiglio Nazionale degli Architetti P.P.C., dopo la bocciatura
iniziale del DPR di Riforma delle professioni e dopo il parere n.
3169 con il quale il Consiglio di Stato ha affondato lo schema
predisposto dal Ministro della Giustizia Paola Severino, è
tornato a parlare di riforma puntando il dito contro lo scarso
impegno del Governo nello scrivere norme chiare, praticabili,
utilizzabili e in linea con quelle europee, per innovare il sistema
mantenendo le garanzie per la comunità.
"Se il tirocinio deve innalzare lo standard qualitativo - e competitivo - dei nostri laureati e far sì che possano accedere in tempi ragionevoli al mondo del lavoro, non può essere un percorso ad ostacoli nel corso del quale pagare altri corsi universitari e sottoporsi a continui esami: lo standard europeo è, invece, articolato, in modo semplice e razionale, in cinque anni di università, più uno di tirocinio negli Studi professionali, con un esame finale abilitante. Ed ancora, circa la separazione, negli Ordini, della funzione amministrativa da quella del giudizio deontologico, non si comprende come si possa immaginare un modello più complicato e bizantino di quello di eleggere i Collegi di Disciplina separatamente dai Consigli degli Ordini. Ed ancora, è davvero inimmaginabile che si possa fare pubblicità sul prezzo della prestazione professionale prima ancora che il potenziale cliente descriva i suoi bisogni".
Queste le parole del numero uno degli Architetti Italiani Leopolfo Freyrie, dopo l'incontro con il Ministro della Giustizia, Paola Severino, sulle contraddizioni contenute nello schema di DPR di Riforma delle Professioni.
"Nonostante il Ministro e il Capo di Gabinetto Grisolia abbiano dimostrato la consueta cortesia e capacità di ascolto - ha affermato Freyrie - è emersa chiara l'impressione che, passata quella che nei mesi scorsi era la necessità di dimostrare all'Europa le intenzioni riformatrici, il tema delle libere professioni sia tornato ad essere di serie B. Sembra anche che manchi un impegno serio del Governo nello scrivere norme chiare, praticabili, utilizzabili e in linea con quelle europee, per innovare il sistema mantenendo le garanzie per la comunità".
"Se fosse così - continua il Presidente del CNAPPC - sarebbe un grave errore politico, perché è proprio rendendo più capace, affidabile e competitivo il sistema professionale che si può dare fondamento e impulso al rilancio del Paese; se così fosse, poi, vedremo presto rinascere le pulsioni conservatrici nel mondo delle professioni, che invece aveva messo a disposizione del Paese e del Governo conoscenze, proposte e, soprattutto, il forte desiderio di contribuire attivamente ad uscire dalla palude economica e culturale in cui annaspa l'Italia".
"Mi auguro di sbagliarmi - conclude Freyrie - così come mi auguro che il Ministro Severino voglia modificare un testo di riforma inadeguato all'importanza dell'obiettivo che intende perseguire".
"Se il tirocinio deve innalzare lo standard qualitativo - e competitivo - dei nostri laureati e far sì che possano accedere in tempi ragionevoli al mondo del lavoro, non può essere un percorso ad ostacoli nel corso del quale pagare altri corsi universitari e sottoporsi a continui esami: lo standard europeo è, invece, articolato, in modo semplice e razionale, in cinque anni di università, più uno di tirocinio negli Studi professionali, con un esame finale abilitante. Ed ancora, circa la separazione, negli Ordini, della funzione amministrativa da quella del giudizio deontologico, non si comprende come si possa immaginare un modello più complicato e bizantino di quello di eleggere i Collegi di Disciplina separatamente dai Consigli degli Ordini. Ed ancora, è davvero inimmaginabile che si possa fare pubblicità sul prezzo della prestazione professionale prima ancora che il potenziale cliente descriva i suoi bisogni".
Queste le parole del numero uno degli Architetti Italiani Leopolfo Freyrie, dopo l'incontro con il Ministro della Giustizia, Paola Severino, sulle contraddizioni contenute nello schema di DPR di Riforma delle Professioni.
"Nonostante il Ministro e il Capo di Gabinetto Grisolia abbiano dimostrato la consueta cortesia e capacità di ascolto - ha affermato Freyrie - è emersa chiara l'impressione che, passata quella che nei mesi scorsi era la necessità di dimostrare all'Europa le intenzioni riformatrici, il tema delle libere professioni sia tornato ad essere di serie B. Sembra anche che manchi un impegno serio del Governo nello scrivere norme chiare, praticabili, utilizzabili e in linea con quelle europee, per innovare il sistema mantenendo le garanzie per la comunità".
"Se fosse così - continua il Presidente del CNAPPC - sarebbe un grave errore politico, perché è proprio rendendo più capace, affidabile e competitivo il sistema professionale che si può dare fondamento e impulso al rilancio del Paese; se così fosse, poi, vedremo presto rinascere le pulsioni conservatrici nel mondo delle professioni, che invece aveva messo a disposizione del Paese e del Governo conoscenze, proposte e, soprattutto, il forte desiderio di contribuire attivamente ad uscire dalla palude economica e culturale in cui annaspa l'Italia".
"Mi auguro di sbagliarmi - conclude Freyrie - così come mi auguro che il Ministro Severino voglia modificare un testo di riforma inadeguato all'importanza dell'obiettivo che intende perseguire".
A cura di Ilenia
Cicirello
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